Fermare i pensieri, una versa sfida

Anche quando smettiamo di pensare, pensiamo. E chi medita? Esiste un modo per fermare i pensieri? Forse solo quando si smette di giudicarli.
Fermare i pensieri, una versa sfida
Fátima Servián Franco

Scritto e verificato la psicologa Fátima Servián Franco.

Ultimo aggiornamento: 11 ottobre, 2022

Sembrerà strano ma, anche quando ci sforziamo di non pensare, continuiamo a farlo. Tutti sanno che smettere di pensare è un compito davvero complicato. I farmaci possono essere di aiuto, così come la meditazione orientale, verso cui però vige un certo scetticismo. Dato che uomini e donne non sono “abilitati” a fermare i pensieri, quello che possiamo fare è imporre una certa volontà o controllo su essi. Ovvero spostare il discorso dal pensiero al “pensato”: oggetti, persone e argomenti su cui ricadrà la nostra concentrazione.

La mente, essendo sempre sveglia, genera pensieri ed emozioni da sola. Possiamo dire che il 90% o più sono generati senza intenzionalità. Il problema, semmai, è che quando si è troppo concentrati o rigidi su pensieri o emozioni, si finisce per farli propri. E bastano appena 2 o 3 secondi di attenzione per catturare tutta la nostra mente e iniziare a pensare di  nuovo. Ma è proprio impossibile fermare i pensieri?

Concentrarsi su un oggetto mentale – che sia o meno una copia del mondo reale – di solito porta a ruminazione e disagio, aumentando le probabilità di pregiudizi mentali. Proprio come avviene nel caso del bias di conferma.

Questo tipo di bias cognitivo è la tendenza di una persona a dare la priorità alle informazioni che confermano le proprie tesi, idee preconcette o ipotesi, indipendentemente dal fatto che siano vere o no. Non possiamo cambiare ciò che stiamo vivendo, per quanto proviamo a farlo. Possiamo, però, smettere di combattere con quello che effettivamente c’è.

Siamo così abituati a trattare determinati aspetti della vita da averli automatizzati. Sapere come si formano i pensieri può aiutarci a prendere le distanze dai conflitti interni e migliorare le nostre relazioni con gli altri.

“I sentimenti vanno e vengono come nuvole in un cielo ventoso. La respirazione cosciente è la mia ancora.”

-Thích Nhất Hạnh-

Ecco come fermare i pensieri

La metafora del nastro trasportatore di sushi

Immaginate un cane di colore nero. In realtà è solo un cane nero, ma a quel pensiero aggiungerete concetti mentali di prossimità emotiva, come: “sembra il cane della mia ex”, “mi manca quando stavamo insieme”, “vorrei poterla rivedere”, “la mia vita non ha molto senso ora”…. Insomma, una vera e propria valanga di pensieri.

Non potete fermare i pensieri, ma almeno potete fermarvi a osservarli. Questo significa sforzarvi di lasciar andare quei concetti, osservarli come vanno e vengono senza però inseguirli né aggiungere più contenuti di quelli che già hanno. Il seguente video (in inglese) vi racconterà la metafora del nastro trasportatore di sushi. Si tratta di un buon esempio per disimpegnarvi da pensieri inutili e ripetitivi.

La compassione aiuta a minimizzare l’impatto degli eventi negativi che accadono. Non si tratta di cancellare le emozioni negative che certi eventi possono causare, ma di ridurne l’intensità.

“La causa principale dell’infelicità non è mai la situazione, ma i propri pensieri al riguardo.”

-Eckhart Tolle-

I pensieri sono solo pensieri

Ciò che pensiamo ha senso immediato nella nostra interpretazione del mondo. Adottare una posizione lontana da quella di “giudice” dei propri pensieri porterà sicuramente a una visione più gentile del mondo. Inoltre saremo avvantaggiati nella scelta delle correnti da cui è meglio lasciarsi trasportare.

Quali informazioni inviamo al cervello quando attraversiamo o pensiamo a una situazione spiacevole? Se le elaboriamo solo a livello emotivo, entreremo nel delicato terreno dei pensieri distorti, con i loro corrispondenti errori nell’elaborazione degli stimoli.

I pensieri negativi automatici non possono essere fermati. Sono prodotti, in molti casi, in modo complicato e alimentati da distorsioni cognitive. Tuttavia, è possibile identificare e comprendere il loro funzionamento al fine di ridurre l’aspetto e il mantenimento di una grande varietà di comportamenti ed emozioni disfunzionali.

La maggior parte del dolore umano non è necessario. È creato da noi stessi, purché la mente non osservi in maniera viva la propria vita.

Donna si copre il volto piangendo

Tutti i problemi sono illusioni mentali. Non esistono problemi, solo situazioni, contingenze che devono essere affrontate o sulle quali non bisogna intervenire. E accettate, come sfumatura di un momento, finché non cambiano o vengono curate, in qualche modo. Non possiamo fermare i pensieri, ma possiamo dare essi la giusta importanza.

Vivendo la vita, acquisiremo l’esperienza fondamentale per evolvere. E come si fa a capire se una esperienza è quella giusta? Sarà sempre quella giusta, perché sarà quella che dovremo vivere in quel momento.

“La mia esperienza mi dice che molte delle cose che pensavo sarebbero andate male poi, alla fine, sono finite meglio di quanto previsto.”

-Mary Doria Russell-


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  • Moix Queraltó, J. (2006). Las metáforas en la psicología cognitivo-conductual. Papeles del psicólogo27(2).

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