Fragilità emotiva: comprendere e rafforzare l'Io

Fragilità emotiva: comprendere e rafforzare l'Io
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

La fragilità emotiva non ha nulla a che vedere con la sensibilità emotiva. Mentre potremmo definire quest’ultima come una qualità eccezionale dell’essere umano, la fragilità risponde soprattutto alla mancanza di strumenti per gestire i nostri stati interiori più complessi, oltre che alla chiara difficoltà di affrontare gli ostacoli più semplici della vita quotidiana.

Prima di tutto, chiariamo la differenza tra questi due termini con un fatto importante. Spesso c’è chi riesce a normalizzare la propria fragilità emotiva giustificandola con la spiegazione che è il suo modo di essere, il suo modo di intendere e di vivere la vita. “Sono una persona sensibile e non posso farci nulla” dicono di solito come meccanismo di autodifesa.

“La fragilità emotiva causa spesso stati debilitanti caratterizzati da ansia, stress, depressione…”

Dobbiamo capire che quando un comportamento genera solo sofferenza, insicurezza e una totale incapacità di controllo sul nostro essere, le scuse non sono valide, non quando ciò che si ottiene è infelicità. Così, mentre le persone sensibili hanno una visione più ampia della loro realtà e un modo per connettersi meglio con i loro bisogni e il loro ambiente, le persone caratterizzate dalla fragilità emotiva hanno prospettive emotive più limitate.

Questo tratto, inoltre, è spesso un indicatore di alcuni problemi di fondo: disturbi depressivi, ansia, cattiva gestione emotiva, ecc. Vale quindi la pena di approfondire ulteriormente questa dimensione.

Volto di donna con crepe

Fragilità emotiva: cause e caratteristiche

L’American College Health Association ha pubblicato alcuni anni fa un interessante documento sulla fragilità emotiva. Ha evidenziato un fatto indubbiamente preoccupante: i giovani sono sempre più esposti alla depressione, allo stress, alla dipendenza emotiva e, peggio ancora, ai tentativi di suicidio. Ciò si deve a una chiara fragilità emotiva e alla mancanza di risorse per affrontare le difficoltà più comuni.

La maggior parte di queste dimensioni psicologiche hanno le loro origini negli stili di genitorialità. Le famiglie degli ultimi decenni sanno bene che la società richiede sempre più capacità di sviluppo. Questo ha portato i genitori a intensificare gli sforzi per rendere completa l’istruzione dei loro figli fin da piccoli.

Cercano di mettere a loro disposizione le migliori risorse per guidarli verso il successo, a volte costringendoli a eccellere e spesso ricordando loro quanto sono speciali o sono obbligati a esserlo. Tutto questo è comprensibile, ma questo approccio non tiene in considerazione diversi dettagli.

Uno dei più importanti è che sono protetti dal fallimento, così molti di loro non sono in grado di tollerare la frustrazione, per quanto piccola possa essere. Questi bambini difficilmente imparano a decidere in modo autonomo, si sentono insicuri e sono molto goffi nel gestire le proprie emozioni. A poco a poco, si rendono conto che agli occhi degli altri non sono “così speciali” e che non hanno le competenze, le risorse e le strategie necessarie per reagire ai problemi più comuni.

Vediamo ora quali sono le caratteristiche delle persone con fragilità emotiva.

Ragazza triste seduta sull'erba

Come capisco se sono emotivamente fragile?

Oltre a quelle descritte, alcune delle caratteristiche che ritroviamo nelle persone con fragilità emotiva sono:

  • Incapacità di gestire e comprendere emozioni come tristezza, rabbia, delusione… La loro reazione è spesso sovradimensionata.
  • Continuo senso di vuoto.
  • Sentirsi sopraffatti dai problemi più semplici, dai disaccordi, da qualsiasi circostanza che non sia ciò che ci si aspetta o si vuole.
  • Incapacità di gestire la frustrazione.
  • Difficoltà nel prendere il controllo della propria vita, sentendo che tutto è al di fuori del proprio controllo.
  • Problemi costanti nelle relazioni sociali e la percezione che tutti intorno a loro li deludano o li tradiscano.
  • Bassa energia, apatia, costante malinconia.
  • Mancanza di sicurezza in quasi ogni compito, sensazione di inefficienza e di scarsa autostima.
  • Quando le cose non sono come si aspettano, vogliono o desiderano, possono reagire con rabbia o violenza.

La nostra salute emotiva dipende in molti casi dal modo in cui siamo stati educati e dalla qualità di queste prime interazioni. Tuttavia, una genitorialità scadente o un’istruzione inefficace non ci determinano. Siamo sempre in tempo per superare la fragilità emotiva.

Strategie per essere più forti e crescere come persone emotivamente forti

Per capire il processo grazie al quale possiamo diventare persone emotivamente forti, possiamo visualizzare, ad esempio, una tazza di porcellana. Sappiamo che è delicata, possiamo anche vedere le crepe di qualche rottura già trattata. Ma questa tazza di porcellana è tutt’altro che fragile, è un pezzo meravigliosamente unico nella sua forma, nel suo materiale e nelle sue piccole imperfezioni.

Volto nell'acqua circondato da foglie

Possiamo permetterci il diritto di essere sensibili, ma mai fragili. Non attraverseremo mai quella linea dove lasciare che tutto il nostro essere sia frammentato lasciando sfuggire la nostra identità, i nostri valori e la nostra bellezza interiore. Ma come possiamo riuscirci? Come possiamo sbarazzarci di quelle fragilità che limitano la nostra felicità?

  • Il primo passo è prendere coscienza delle nostre debolezze emotive, di quelle lacune che ci limitano e causano disagio. Un grande aiuto in questo senso ci viene offerto dall’arteterapia, un ottimo modo per esplorare i pensieri, le emozioni e i nodi attraverso colori, tele e disegni.
  • Il secondo passo è farsi carico ci un senso di responsabilità nei nostri confronti. Le persone fragili si sentono vittime del loro ambiente, della società, delle persone che le circondano. Reagiscono soltanto, come una palla che viene colpita contro un muro e rimbalza avanti e indietro. Invece di reagire, dobbiamo agire assumendo il controllo e definendo un reale e coraggioso senso di responsabilità.
  • Un tale senso di responsabilità a sua volta ci impone di mettere da parte le nostre esperienze passate e di cambiare il presente. Ogni cambiamento è accompagnato da un senso di paura, ma se riusciamo ad aggirare queste pietre lungo il sentiero, giorno dopo giorno ci sentiremo più sicuri, padroni di noi stessi.

È chiaro che questo processo non è semplice, a volte richiede l’aiuto di un bravo psicologo. Di fronte a questa difficoltà intrinseca, ricordiamoci che siamo sempre in tempo per crescere emotivamente. Modelliamo la nostra tazza di porcellana per renderla unica, forte e bella.


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