Glenn Close e il discorso femminista

"La società si aspetta che siamo allevatrici, madri e compagne perfette. Ma noi donne abbiamo bisogno di più, abbiamo il diritto di lottare per i nostri sogni...". Il discorso di Glenn Close ai Golden Globes rimane indimenticabile.
Glenn Close e il discorso femminista
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

“Quando mia madre compì 80 anni, mi disse che aveva la sensazione di non aver ottenuto nulla nella vita”. È stata una delle frasi emozionanti e clamorose che Glenn Close ha condiviso con il pubblico nel gennaio 2019, quando ha vinto il suo Golden Globe per il film The Wife – Vivere nell’ombra. Nel suo discorso ha fatto una profonda riflessione sulla maternità e sulla necessità di realizzare i propri sogni.

Potremmo dire che questa attrice è, oggi, una delle più ammirate dal grande pubblico. Non è un’attrice semplice, i suoi ruoli, le donne che ha interpretato non lo sono. È la signora dai mille volti.

Ad esempio, ha generato un misto di assoluto terrore e fascino nel suo ruolo in Attrazione fatale. Quel desiderio di uccidere Michael Douglas, un uomo sposato con cui aveva una relazione e che in seguito l’ha lasciata, fa ora parte della storia del cinema.

È stata anche indimenticabile ne Il mondo secondo Garp, uno dei suoi primi ruoli in cui ha interpretato una femminista dalle forti convinzioni. Ci è piaciuta molto in Albert Nobbs, vestendo i panni di un uomo. Memorabili anche le sue interpretazioni come Crudelia de Mon o i suoi ruoli in Il Grane Freddo (1983) o Il Migliore (1985).

Dramma, commedie, avventure, fantascienza o thriller, Glenn Close assume qualsiasi personaggio con la passione e l’eccellenza di una grande artista.

Ognuno dei suoi ruoli vive della profondità delle sue emozioni, e nasce da quell’angolo privilegiato che appartiene solo alle grandi attrici. Inoltre, spiccano i suoi messaggi, come quello che ci ha dato la notte del 7 gennaio 2019.

“Ogni forma d’arte nasce da una sensazione di profonda indignazione”.

-Glenn Close-

The Wife - Vivere nell'ombra.

The Wife – Vivere nell’ombra, la donna nascosta dietro l’uomo

The Wife – Vivere nell’ombra inizia presentandoci un personaggio vivace dal potenziale enorme. Il personaggio di Glenn Close nella sua giovinezza è il ritratto di una donna ambiziosa e di talento che vive sulla costa orientale degli Stati Uniti e che aspira a diventare una scrittrice.

Tuttavia, a un certo punto, compaiono il conflitto, la contraddizione e anche l’inizio di una catastrofe personale. Si innamora di un giovane, anche lui aspirante scrittore. Quando le mostra il suo primo manoscritto e chiede il suo parere, lei glielo offre con sincerità: non va bene.

La reazione di lui è violenta e inaspettata. In questo film, a differenza di altri nel curriculum di Glenn Close, nessuno cerca di assassinarla; tuttavia, il suo personaggio sarà continuamente ignorato, sminuito e sottovalutato.

Non solo da suo marito, ma anche dalla società stessa. Joan Castleman diventa gradualmente l’ombra del marito, quella figura calda e discreta che segue l’illustre scrittore Joseph Castleman (interpretato da Jonathan Pryce).

Nessuno pronuncia bene il suo nome, ma in ogni caso non ce n’è bisogno: lei è, semplicemente, ‘la brava moglie’. Una figura accessoria al fianco di un candidato per il Premio Nobel per la letteratura.

Glenn Close ai Golden Globes.

Glenn Close e il suo discorso femminista

Ci sono voluti circa 14 anni per realizzare il film The Wife – Vivere nell’ombra, ma Glenn Close ha impiegato solo pochi minuti per convincere il pubblico a immedesimarsi nel personaggio e la sua storia personale.

Quando ha ricevuto il Golden Globe e dopo aver reso gli opportuni ringraziamenti, ha ricordato sua madre e ci ha regalato le seguenti parole:

Adesso sto pensando a mia madre. Ha dedicato e ha sacrificato tutta la sua vita per mio padre, e ricordo quello che mi disse quando aveva 80 anni: “Mi sento come se non avessi ottenuto nulla nella mia vita”. Penso che provare questo, in quel momento e a quell’età, non sia giusto. Sento che quello che ho imparato attraverso tutta la mia esperienza e con quella di mia madre è che noi donne siamo nutrici. Questo è ciò che ci si aspetta da noi. Accudiamo i nostri figli, accudiamo i nostri mariti, i nostri partner… E tutto questo va bene, ci rende felici, ma dobbiamo trovare qualcos’altro, e quel qualcos’altro è soddisfazione personale. Quindi ricordate, dobbiamo seguire i nostri sogni. Dobbiamo dire: “Posso farlo, deve essermi permesso di farlo e lo farò”.

Glenn Close.

Rivendicare gli spazi

Il discorso di Glenn Close presenta altri spunti di riflessione. Spesso dimentichiamo che “madre” è più di un semplice termine o un’etichetta; la condizione di donna, di persona che desidera avverare i propri sogni, resta comunque lì. Latente, ma zittita.

In qualche modo, le donne dimenticano di essere ben più che corpi, pelle e un cuore che nutre e offre affetto. Madri, mogli, compagne, ecc. sono soprattutto persone che continuano a rivendicare il proprio spazio di sviluppo, creazione, autonomia e realizzazione personale.

Le madri hanno il diritto, come chiunque altro, di continuare ad avanzare al di là della propria famiglia. Raggiungere il sogno, conciliarlo e realizzarlo è una sfida, non c’è dubbio, ma come sottolinea Glenn Close nel suo discorso, è nostro obbligo lottare per i nostri sogni e farli diventare realtà.

Nulla è triste come realizzare di non aver ottenuto nulla nella propria esistenza. Nello specifico, che al di là dell’ambiente familiare si è invisibili, spettri di potenziali nascosti e sprecati o voci messe a tacere come la stessa Joan Castleman, il personaggio di The Wife – Vivere nell’ombra.. 

Lavoriamo sui nostri obiettivi, uomini o donne, proviamo a raggiungere le mete sognate per sentire, quando verrà il giorno, che la nostra vita è valsa la pena.


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