Gordon Allport e psicologia della personalità
Gordon Allport è stato uno psicologo americano passato alla storia per aver gettato le basi della psicologia della personalità. La sua teoria della personalità è considerata una delle prime teorie umanistiche per la sua concezione dell’essere umano come entità autonoma con libero arbitrio. Allport sosteneva che le persone non sono motivate unicamente dagli istinti e dagli impulsi e tanto meno dominate dal passato.
Il suo lavoro, scritto in forma didattica, risulta piuttosto divertente, interessante e attraente per il pubblico generale. Indubbiamente, si tratta di un autore che merita di essere letto non solo dagli esperti, ma anche da chiunque desideri dissetare la propria sete di conoscenza in campo psicologico.
Oltre alla teoria della personalità, Gordon Allport ha dato un contributo importante alla psicologia con ulteriori studi nei campi della motivazione, del pregiudizio e della religione. Ci ha quindi lasciato un’eredità molto ampia e ciò contribuisce a fare di lui una figura davvero interessante nel campo della psicologia. In questo articolo vi riveliamo alcune particolarità e contributi di questo celebre psicologo.
Gli esordi di Gordon Allport
Gordon Allport nacque nel 1897, nello stato dell’Indiana (Stati Uniti d’America), ma la sua famiglia si trasferì nello stato dell’Ohio quando era ancora molto giovane. Suo padre era medico ed esercitava la professione in casa. Gordon e i suoi fratelli vissero dunque in contatto con il mondo della medicina fin dall’infanzia. Questa vicinanza alla medicina stimolò in lui l’interesse per gli studi in questo settore, specialmente per la psicologia.
Tuttavia, i suoi primi passi nella vita accademica non furono legati alla medicina o alla psicologia. Difatti, Allport si laureò in Economia e Filosofia, sebbene avesse sempre mostrato un grande interesse per la psicologia sociale. Visse una vita piuttosto tranquilla e confortevole, senza troppe sorprese.
Dopo i primi studi accademici, si formò come psicologo ad Harvard e, terminata la formazione, intraprese un viaggio in Europa, in particolare, a Vienna. Questo viaggio fu uno degli eventi più significativi della sua vita, poiché portò all’incontro con Sigmund Freud, sebbene da questo incontro non sembra essere scaturita una grande ammirazione verso il padre della psicoanalisi, quanto piuttosto il contrario. Gordon Allport, come molti altri psicologi che facevano parte della scuola umanista, considerava le teorie di Freud piuttosto limitanti.
Il lavoro di Gordon Allport
Al suo ritorno dall’Europa, iniziò a lavorare come professore di psicologia all’Università di Harvard, dove rimase fino alla sua morte. Durante quegli anni, fece parte di numerosi comitati e avviò corsi molto innovativi per il tempo. Fu redattore del Journal of Abnormal and Social Psychology, membro della facoltà e, nel 1939, fu eletto presidente della American Psychological Association.
Pubblicò diversi libri in cui è raccolta la sua ricerca principale. Tra questi, spicca Becoming: Basic Considerations for a Psychology of Personality, una delle opere più riconosciute e acclamate di Allport. Inoltre, ricevette numerosi premi in vita, quale riconoscimento del suo lavoro e dei contributi nel campo della psicologia. L’American Psychological Association gli conferì il Distinguished Scientific Contribution Award, un premio molto ambito nella professione.
Gordon Allport pose una certa enfasi sulle motivazioni e sui pensieri coscienti degli individui, suscitando un grande interesse sullo sviluppo della personalità. Cercò di trovare un equilibrio tra le correnti principali del momento. Il comportamentismo risultava incompleto, superficiale; mentre la psicoanalisi troppo complessa. Dopo l’incontro con Freud, l’interesse a sviluppare la propria teoria si rafforzò maggiormente.
Contributi alla psicologia
Gordon Allport è noto per essere stato influente in diverse aree della psicologia, e la sua teoria dei tratti è forse quella più conosciuta. Questa teoria stabilisce che ogni essere umano possiede centinaia di tratti. Classificò quindi 4.500 parole che definiscono una persona e le raggruppò in tre livelli:
- Tratto cardinale: è la caratteristica dominante di una persona ed è ciò che plasma l’identità, le emozioni e il comportamento dell’individuo.
- Caratteristica centrale: sono le caratteristiche principali, sebbene non dominanti. Sono inerenti alla maggior parte delle persone e pongono le basi della personalità e delle azioni.
- Caratteristica secondaria: sono caratteristiche private, particolari per ogni individuo. Spesso, vengono divulgate solo confidenzialmente e in determinate condizioni.
L’eredità di Gordon Allport
Oltre alla teoria dei tratti, identificò genotipi e fenotipi; in altre parole, le condizioni interne ed esterne che motivano il comportamento di una persona. Nella sua opera Personality: A psychological interpretation (1937) definisce la personalità come: “l’organizzazione dinamica all’interno dell’individuo dei sistemi psicofisici che determinano il loro adattamento all’ambiente”.
Inoltre, evidenziò che questa personalità è diversa in ogni individuo. Fu interessato anche alla natura della volontà, alla motivazione e alla determinazione dell’essere umano. Sottolineò sia l’importanza dell’apprendimento, che i comportamenti e i pensieri di un individuo, in quanto prodotto di un’intera storia di vita. In altre parole, ciò che un individuo pensa in un dato momento è il frutto del suo passato, ma anche del suo presente.
Gordon Allport promosse il “movimento interdisciplinare” dell’Università di Harvard, dove nacque il dipartimento di scienze sociali guidato da Talcott Parsons. Oltre ai suoi contributi, fu anche critico verso la psicoanalisi di Freud e il comportamentismo radicale. A sua volta, sviluppò il concetto di proprium, cioè la parte della personalità che sembra svolgere un ruolo intimo e centrale nella persona.
Affrontò anche altri temi come il pregiudizio e la religione. Allport condusse un’analisi approfondita sulla questione del pregiudizio, esemplificando e approfondendo la discriminazione sofferta dagli ebrei e dagli afro-americani. Tutte queste riflessioni si trovano in uno dei suoi lavori più noti: La natura del pregiudizio.
Alla fine, dopo una vita dedicata allo studio, Allport morì il 9 ottobre del 1967. Dopo la sua morte, lasciò un’eredità inequivocabile nel campo della psicologia. Considerato uno dei pionieri della psicologia umanistica, Allport è senza dubbio un’importante figura del XX secolo.
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