Horror psicologici: i migliori titoli

Il genere horror psicologico mette in scena le fobie, le ansie, i tormenti e i traumi dei personaggi con l'intento di produrre un'esperienza intensa nello spettatore. In questo articolo proponiamo i migliori, a nostro avviso.
Horror psicologici: i migliori titoli
Cristina Roda Rivera

Scritto e verificato la psicologa Cristina Roda Rivera.

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

L’horror psicologico è un sottogenere della narrativa horror che sfrutta la vulnerabilità emotiva per produrre disagio e paura nello spettatore. Negli horror psicologici i protagonisti vengono spesso indotti a mettere in discussione la realtà in ambienti claustrofobici o insoliti.

D’altro canto, gli spettatori vengono trascinati nelle profondità più recondite delle loro paure; obiettivo che richiede una grande precisione tecnica. Gli horror psicologici che vi proponiamo in questo articolo, non trattano necessariamente di psicologia; benché ci diano l’impressione di vivere “un’esperienza psicologica”. Piuttosto, mettono in scena le fobie, le ansie e le angosce dei personaggi.

Shining di Stanley Kubrick, il primo dei migliori horror psicologici

Probabilmente il migliore tra gli horror psicologici. Una famiglia, un hotel e una tragedia avvenuta in passato, sono gli elementi principali di questa pellicola iconica diretta da Stanley Kubrick. Il solo rievocare l’immagine delle gemelle o il nome “Johnny” sono in grado di farci rivivere l’atmosfera delirante del film. Per superare il blocco dello scrittore e terminare il suo libro, Jack Torrance (Jack Nicholson) decide di accettare il lavoro di custode invernale dell’isolato Overlook Hotel in Colorado.

Si trasferisce nell’hotel insieme alla moglie Wendy (Shelley Duvall) e al figlio Danny (Danny Lloyd). Mentre Jack è bloccato nella stesura del libro, il figlio Danny sperimenta visioni sempre più vivide e inquietanti che ruotano intorno a eventi accaduti in passato nello stesso albergo.

His House di Remi Weekes

Questo film è una gemma nascosta del catalogo Netflix. Il debutto terrorizzante del regista Remi Weeks dona nuova vitalità al sottogenere delle case stregate. His House parla dello sradicamento di una coppia di rifugiati e dei fenomeni paranormali che affrontano nella loro nuova casa.

Bol (Sope Dirisu) e sua moglie Rial (Wunmi Mosaku) sono una coppia di rifugiati in fuga dal Sudan devastato dalle lotte armate. I due cercano di integrarsi in un deprimente quartiere inglese, ma il processo di adattamento non ha successo.

L’isolamento sociale e istituzionale va di pari passo con l’inizio di alcuni strani fenomeni all’interno della casa. La coppia affronterà questi eventi come una sorta di catarsi infernale per continuare a vivere.

The Ring di Gore Verbinski

Un film che è diventato subito un successo, incassando oltre 128 milioni di dollari (contro un budget di produzione di 48 milioni di dollari). Il trascorrere del tempo non ha fatto che migliorare il suo status tra i migliori horror psicologici, dimostrando che le storie horror adolescenziali non sono incompatibili con la qualità.

La trama di The Ring è incentrata su una videocassetta, contenente immagini da incubo, che provoca la morte di chi la guarda. La giornalista Rachel Keller (Naomi Watts), inizialmente scettica riguardo la storia, inizia a cambiare idea quando quattro adolescenti muoiono misteriosamente una settimana dopo aver visto lo stesso nastro.

Travolta dalla curiosità investigativa, Rachel guarda finalmente il video. Ma il vero incubo inizia quando il figlio trova il nastro nascosto e lo guarda. Inizia il conto alla rovescia per qualcosa che non è mai stato uno scherzo.

Climax di Gaspar Noé, il più stravagante tra gli horror psicologici

Questo film è forse il più eccentrico della lista (e ciò la dice lunga), ed è perfettamente in linea con lo stile di Gaspar Noé. Climax può risultare ridicolo e pretenzioso per alcuni; ferocemente disturbante per altri.

Il terrore psicologico coglie lo spettatore quando capisce che non c’è niente di più strano di una notte di droga che sfugge al controllo di persone che hanno soffrono di disturbi psicologici. Le incredibili coreografie guidate dalla ballerina (anche nella vita reale) Sofia Boutella sono intervallate da dialoghi surreali e situazioni estreme.

Climax racconta la storia di un party organizzato da una compagnia di ballo, in cui qualcuno mescola una grande quantità di droghe nelle bevande. L’euforia iniziale si trasforma ben presto in una strana esperienza collettiva. I protagonisti cercano di sopravvivere alla notte e scoprire il responsabile. L’incubo dell’effetto di veglia indotto dalla droga incombe su gran parte del film.

Rosemary’s Baby di Roman Polanski, un mito tra gli horror psicologici

Rosemary’s Baby è uno degli horror psicologici più acclamati di sempre. Il film ha anche definitivo verso la celebrità di Mia Farrow che incarna alla perfezione la paranoia che aleggia nella pellicola.

Waifish Rosemary Woodhouse (Mia Farrow) e suo marito Guy (John Cassavetes) si trasferiscono in un nuovo appartamento in uno stabile di New York. Qui, fanno la conoscenza dei loro strani vicini.

Rimasta incinta, Rosemary inizia a isolarsi e teme che le persone intorno a lei, compreso il marito, intendano sottrargli il bambino per utilizzarlo in qualche rituale di una setta malefica. Il suo stato d’animo si fa sempre più confuso e ansioso, giacché la paura sempre crescente assedia ormai la gravidanza.La giovane donna arriva a credere che suo figlio non sia un essere di questo mondo e ha strani presagi.

Mindsommar di Ari Aster

Mindsommar ha trovato forti oppositori tra i critici cinematografici, i quali sostengono che più che con l’horror psicologico, il film gioca con effetti e simboli di per sé privi di spessore. Altri ancora, invece, lo acclamano come una meraviglia della cinematografia di Ari Aster, che insieme a Hereditary ha lasciato un segno nel cinema horror.

Il carico di simbolismo, l’incredibile fotografia e la memorabile performance di Florence Pugh rendono Mindsommar un titolo imperdibile del suo genere. Il film inizia con una tragedia familiare che coinvolge la protagonista Dani (Florence Pugh) e che è legata ai problemi psicologici della sorella. Dopo la disgrazia, il fidanzato e i gli amici vengono invitati al Midsommar, un festival estivo che si tiene ogni 90 anni in un remoto villaggio della Svezia.

Il festival si trasforma in un evento inquietante in piena luce. Ma a scatenare la paura non è un serial killer, gli alieni o qualche essere soprannaturale. L’aspetto più terrificante di Mindsommar è legato al concetto di “altro da noi”. Di persone che abbiamo intorno che per i loro rituali diventano insopportabilmente “estranee”.

Goodnight Mommy di Veronika Franz e Severin Fiala

Oscuro e spaventoso, Goodnight Mommy è il film perfetto per gli appassionati di horror psicologici e di storie estreme. È una lucida esplorazione della stabilità mentale, per mezzo di un linguaggio cinematografico impeccabile. La visione della regista è stata magistralmente riprodotta dal direttore della fotografia, per cui, il film resiste a qualsiasi “oscillazione” nella sceneggiatura.

Due fratelli gemelli che fanno tutto sempre insieme, da raccattare scarafaggi a dar da mangiare ai gatti randagi, vivono il ritorno a casa della madre dopo un intervento di chirurgia estetica al viso.

Il viso avvolto nelle bende e il comportamento distaccato della donna, porta i gemelli a sospettare della sua vera identità. Da quel momento, mentre la donna cerca di riprendersi dall’intervento, iniziano a verificarsi una serie di eventi oscuri.


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