I tratti psicologici del fascista secondo Eco

I tratti psicologici del fascista non sono presenti soltanto in chi si definisce radicale, ma anche in un numero infinito di persone e comunità che difendono apparentemente altri valori, ma si comportano in modo totalitario.
I tratti psicologici del fascista secondo Eco
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Umberto Eco è stato uno dei pensatori che ha maggiormente approfondito diversi fenomeni culturali, tra cui in che modo il potere modella la mente delle società. Una delle sue riflessioni si orientò a stabilire i tratti psicologici del fascista, in base alla numerosa letteratura al riguardo.

L’argomento è in realtà molto importante perché oggigiorno ci sono persone e settori che difendono valori apparentemente ragionevoli, ma che infondo ostentano i tratti psicologici del fascista. Questi sono molto nocivi per la popolazione e le società, poiché promuovono relazioni sociali disuguali e perverse.

Eco condusse un’analisi accurata e giunse alla conclusione che il fascismo era in realtà un atteggiamento piuttosto ipocrita e inconsistente, che entrava nelle menti delle persone in modo astuto. Umberto Eco notò che esistono 13 tratti psicologici del fascista. Ne parleremo qui di seguito.

“L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme, ogni giorno, in ogni parte del mondo.”

-Umberto Eco-

I tre culti del fascismo

Secondo Umberto Eco, esistono tre forme di culto presenti nei tratti psicologici del fascista. Il primo è il culto della tradizione, il quale è accompagnato da riferimenti alle conoscenze arcaiche. Invocano il recupero delle conoscenze o postulati che sono già stati superati. È quanto successo, ad esempio, con alcuni approcci New Age che parlano di alchimia in senso arcaico.

Il secondo culto praticato dai fascisti è il culto dell’eroismo e della morteEsaltano le azioni audaci e inculcano l’idea che la morte è una cosa da poco rispetto alle gesta eroiche.Tendono a giustificare la morte piuttosto che a dare senso alla vita.

I fascisti, dunque, venerano l’azione per l’azione, motivo per cui favoriscono l’idea che riflettere è una perdita di tempo. Dal loro punto di vista, gli intellettuali sono dei codardi, gli artisti anche, a meno che con le loro opere non promuovano quella chiamata all’azione.

Comizio fascista

Rifiuti ed esclusioni

I fascisti rifiutano i valori sociali consolidatisi con l’Era moderna e l’Illuminismo. Ritengono che le cose sono bianche o nere, pertanto non bisogna discuterle né risolverle con senso critico. Quello che è, è. Punto. Non c’è niente di cui discutere.

Da quanto detto finora, il fascismo rifiuta anche il pensiero critico. Il disaccordo è tradimento e tutti quelli che pensano in modo diverso sono dissidenti che devono essere messi a tacere. Uno dei tratti psicologici del fascista sarebbe l’intolleranza verso il diverso.

Questo tratto indica anche paura delle differenze. Il diverso è il nemico. Nutrono quella paura del nemico, attribuendogli caratteristiche esagerate e che lo inquadrano nella parte del male, dell’inumano, o del subumano. Chi non pensa come loro non può neanche definirsi “persona”. Sono inoltre invidiosi dei traguardi o delle virtù di chi non fa parte del loro gruppo. Vi sembra esagerato? Non è forse quello che fanno alcuni tifosi di calcio?

Paure e apologie

Un altro dei tratti psicologici più evidenti del fascista è il nazionalismo e la xenofobiaQuesta forma di apologia e rifiuto non solo si manifesta in relazione al paese di origine, ma anche dinanzi all’identità di un determinato gruppo o settore. Sottolineano fin troppo il lato positivo della loro cerchia e rifiutano pregiudizialmente l’estraneo.

Il fascismo è inoltre elitario. Disprezza i poveri o gli emarginati, chi considera esseri di seconda classe. Anche la ricchezza, a loro parere, definisce il valore di un essere umano. Vengono condannate tutte le forme di debolezza, alla pari di ogni manifestazione che possa essere interpretata come segno di vulnerabilità.

I fascisti si servono dunque della questione di genere per fare solide discriminazioni. Nell’antichità predominava il maschilismo, ma al giorno d’oggi quell’intolleranza si nota anche in certi settori del movimento femminista e del movimento LGBT.

Altri tratti psicologici del fascista

Umberto Eco richiama l’attenzione sul fatto che il destinatario principale delle idee fasciste è la classe media. Si tratta di un settore socioeconomico dinamico, la cui posizione non è completamente definita, per questo è più resistente alla manipolazione.

Un altro dei tratti tipici del fascismo è l’esaltazione della guerra. Sono anti-pacifisti, anche se così non si dichiarano. Credono che il modo migliore per risolvere le controversie sia la strada della violenza, “arrivare al punto”, “risolvere una volta per tutte”.

Soldati in guerra

Infine, esiste un ulteriore tratto dei fascisti che è estremamente delicato e interessante. Riguarda ciò che Umberto Eco definisce “neolingua”. Consiste in un uso particolarmente elementare e povero della lingua, dato che solo tramite quella povertà si riesce a neutralizzare il pensiero complesso e critico.

È bene pensare a cosa o chi coincide con la descrizione dei tratti psicologici del fascista. È molto importante per tutti proteggerci da quelle linee di pensiero totalitario che hanno arrecato così tanti danni in passato e che al momento continuano a essere presenti.


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  • Bornhauser, N., & Lorca, D. (2019). Notas para una caracterización del fascismo. Ideas y valores, 68(169), 61-81.

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