Il bilinguismo aiuta a prevenire l'Alzheimer

Studi recenti hanno dimostrato che parlare più lingue migliora la salute cerebrale. Vediamo come il bilinguismo può prevenire patologie come l'Alzheimer.
Il bilinguismo aiuta a prevenire l'Alzheimer
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Oltre a offrire molti benefici a livello sociale, psicologico e personale, il bilinguismo fa molto bene anche al cervello. La ricerca ha portato alla luce diversi dati interessanti al riguardo. Come, ad esempio, che il bilinguismo aiuta a prevenire l’Alzheimer perché essere bilingue ritarda la possibile insorgenza di patologie legate alla demenza e velocizza la guarigione da un ictus.

In particolare, sempre più studi sostengono che il bilinguismo aiuta a prevenire l’Alzheimer. In questo senso, una ricerca canadese ha rivelato che apporta modifiche alla struttura del cervello legate alla resistenza contro questa malattia e il disturbo neurocognitivo minore.

Studi precedenti avevano già mostrato risultati su questa stessa linea d’onda. In uno di questi, pubblicato sulla rivista Neurology nel 2013, si afferma che nelle persone in grado di parlare due lingue il morbo di Alzheimer si presenta con un ritardo di 4-5 anni. I ricercatori, quindi, suggeriscono che il bilinguismo può contribuire allo sviluppo di alcune aree cerebrali che controllano la funzione esecutiva e che coinvolgono processi psicologici di base, come il grado di attenzione.

Mentre tali studi hanno indicato solo delle ipotesi, un altro successivo ha utilizzato dati ottenuti tramite risonanza magnetica per esaminare le aree cerebrali associate alla memoria, notoriamente colpite proprio dalla malattia di Alzheimer e il suo precursore, il disturbo neurocognitivo minore (MCI).

Secondo gli autori, si tratta del primo studio che non solo valuta le aree cerebrali responsabili per il linguaggio e la cognizione, ma che stabilisce anche un vincolo tra queste zone e l’impatto del bilinguismo nel rallentare l’insorgenza del morbo di Alzheimer.

Uomo con pensieri che gli volano via

Il bilinguismo aiuta a prevenire l’Alzheimer

I ricercatori hanno esaminato il cervello e la funzione di memoria di 4 gruppi di persone, così formati:

  • 34 partecipanti multilingue con disturbo neurocognitivo minore (MCI).
  • 34 partecipanti monolingue con MCI.
  • 13 partecipanti multilingue con Alzheimer.
  • 13 partecipanti monolingue con Alzheimer.

È importante sottolineare che i ricercatori hanno osservato i cosiddetti lobi temporali mediali, fondamentali per la formazione della memoria, insieme alle aree frontali del cervello.

I ricercatori spiegano che, in materia di controllo cognitivo e del linguaggio, i pazienti multilingue affetti da MCI e Alzheimer  avevano una crosta più spessa. I risultati vennero in gran parte replicati nei partecipanti MCI nativi canadesi, scartando l’immigrazione come un potenziale fattore di influenza.

Come si vede, questo studio supporta l’ipotesi che parlare due lingue è un fattore protettivo per alcune aree specifiche del cervello e può aumentare lo spessore corticale e la densità della materia grigia. Questi risultati consentono di evidenziare delle differenze strutturali nel cervello dei pazienti multilingue con Alzheimer e disturbo neurocognitivo minore (MCI).

Ne risulta che parlare più di una lingua permette di migliorare la riserva cognitiva. Una sorta di cassetto in cui viene memorizzata la capacità del cervello di affrontare una nuova forma di conoscenza basata su modi alternativi di portare a termine un compito.

Il bilinguismo difende dall'Alzheimer

Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato che il bilinguismo può diventare un valido alleato dell’uomo nel contrastare (o rallentare) la comparsa di disturbi anche gravi a livello cognitivo. Ma quali sono i benefici pratici di parlare due lingue per il cervello?

Benefici del bilinguismo per il cervello

  • Il bilinguismo aiuta a prevenire l’Alzheimer. Gli adulti bilingue con il morbo di Alzheimer impiegano il doppio del tempo per sviluppare i sintomi delle loro controparti monolingue. L’età media per i primi segni di demenza negli adulti monolingue è 71,4 e per i bilingui 75,5.
  • Aiuta a concentrarsi sui compiti. Le persone bilingue mostrano una maggiore concentrazione sui loro compiti. Sono in grado di concentrarsi in modo più completo sulle informazioni pertinenti.
  • Consente di alternare le attività. I bilingui sono esperti nel passaggio tra due sistemi in scrittura e struttura, il che li rende bravi nel multitasking.
  • Migliora le capacità cognitive. Le persone bilingue mantengono il loro cervello vigile e attivo anche quando viene utilizzata una sola lingua.
  • Aumenta la densità della materia grigia. La materia grigia è responsabile dell’elaborazione del linguaggio, della memoria e dell’attenzione. Le persone bilingue hanno una materia grigia più densa.
  • Migliora la memoria. Imparare una lingua straniera comporta la memorizzazione di regole e vocabolario. Questo esercizio mentale migliora la memoria generale, facilitando la memorizzazione di elenchi e sequenze.
  • Favorisce le capacità decisionali. Le persone bilingue tendono a prendere decisioni più ragionevoli. Inoltre, sono più fiduciose riguardo alle loro scelte dopo aver pensato alla loro seconda lingua.
  • Consente una migliore conoscenza della lingua. La seconda lingua si concentra sulla grammatica e sulla struttura delle frasi, rendendo i parlanti bilingue più consapevoli della lingua in generale. Imparare una lingua straniera favorisce il lavoro di comunicatori, editori e scrittori.

Essere bilingue offre molti vantaggi che vanno oltre l’utilità pratica di saper comunicare in due lingue diverse. Il fatto che il bilinguismo possa essere una difesa naturale contro la degenerazione cognitiva è senza dubbio un aspetto molto interessante e che vale la pena prendere in considerazione, soprattutto se vi state avvicinando alla terza età.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.