Il cagnolino curioso: racconto del destino

Il cagnolino curioso: racconto del destino
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2023

La storia del cagnolino curioso ha inizio nel bel mezzo di un bosco. Lì, nascosta tra la vegetazione, vi era una casetta abbandonata, la cui soglia sembrava che nessuno avesse varcato per anni. Un cagnolino che passava di lì non ebbe il coraggio di avvicinarsi ed entrare per paura di trovare qualcosa di sconosciuto.

Tuttavia, in lui restò una punta di curiosità che lo spinse a tornare il giorno seguente avvicinandosi un po’ di più alla casetta, ma sempre senza trovare il coraggio di entrare. D’un tratto il sole cominciò a scaldare e le temperature si fecero insopportabili, e il cagnolino si rese conto di aver bisogno di un posto in cui ripararsi dai potenti raggi.

Dopo qualche attimo di esitazione, decise di entrare. Il luogo era completamente disabitato. “Ciao!” disse il cagnolino, ma non ricevette risposta. Vide in un angolo una scala e decise di avvicinarsi e, non vedendo nessuno, salì con grande cautela. Fu allora che la storia del cagnolino curioso cambiò totalmente.

 “Il guadagno della vita risiede in quello che riceviamo, ma il senso della vita risiede in quello che diamo”.

-John Maxwell-

Il cagnolino curioso: un racconto inaspettato

Quando arrivò in cima alle scale, il cagnolino si trovò davanti un grande salone. Entrando, con stupore, trovò qualcosa che non si aspettava: il salone era abitato da centinaia di cagnolini come lui, tutti con uno sguardo incuriosito.

Cane con la zampa alzata

Il cagnolino curioso fu invaso dalla felicità. I suoi simili sembravano molto amichevoli, quindi decise di alzare la zampa in segno di saluto. Tutti gli risposero all’istante. Il cagnolino abbaiò, in segno di amicizia. Gli altri abbaiarono in coro. “Che posto bellissimo!” pensò il cagnolino, “tornerò presto!”.

Passarono i giorni e questa volta arrivò nei pressi della casa un altro cagnolino. Questo era diverso, più timoroso e diffidente. All’iniziò si comportò come il precedente: vide la casa e non osò avvicinarsi. Tanta era la sua paura, che decise di mantenere le distanze.

Stesso posto, incontro diverso

Il secondo cagnolino notò che nei dintorni della casa era pieno di luoghi piacevoli in cui stare. Ogni volta che tornava, quindi, si manteneva a debita distanza dall’abitazione abbandonata. Un giorno, tuttavia, venne giù un acquazzone torrenziale che non gli diede alternativa: doveva entrare.

Cane sotto la pioggia

Come il primo cane, entrò passando per un buco che scavò. Una volta dentro, scrutò l’interno con cautela. In un angolo, vide le scale ma non si avvicinò. Il tempo passò e cominciò a sentire freddo, e allora pensò che forse al piano di sopra sarebbe stato un po’ più caldo. Fu così che s fece coraggio e salì le scale.

Una volta in cima, affacciò il muso ed ebbe l’impressione che il posto fosse disabitato. Entrando, però, si rese conto che in realtà era abitato da centinaia di cagnolini come lui. Si mise subito sull’attenti, pronto ad attaccare. Gli altri cagnolini fecero lo stesso. Lui abbaiò aggressivamente, e gli altri risposero allo stesso modo. Non appena poté, scappò in fretta, “Non tornerò mai più” disse tra sé e sé, “che posto spaventoso!”.

Se ne andò così velocemente che non notò un vecchio cartello appeso nell’appartamento che sembrava essere un avviso. Riportava una scritta che diceva: Casa degli specchi. Né il primo cagnolino né il secondo si erano accorti che non avevano visto altro che il riflesso della loro stessa immagine.

Cosa ci insegna la storia del cagnolino curioso

La storia del cagnolino curioso ci mostra una realtà che troppo spesso passa inosservata. Quello che vediamo negli altri è in sostanza un riflesso di noi stessi. Riceviamo dagli altri qualcosa di simile a quello che diamo loro. Chi si rapporta con il mondo in maniera amorevole, riceve amorevolezza. Chi lo fa in modo aggressivo, viene ripagato con la stessa moneta.

Noi esseri umani veniamo al mondo con un grande senso di socievolezza innato in noi. Siamo nati per stare in gruppo. Fa parte della nostra costituzione biologica e culturale. Possiamo essere più egoisti di altri, ma il gruppo è una costante permanente nell’orizzonte di ogni essere umano. Per questo, le altre persone sono un riferimento inevitabile, e finiscono per avere la stessa funzione della “casa degli specchi. Quello che vediamo in loro è strettamente relazionato con il modo in cui vediamo noi stessi, proprio come accade al nostro cagnolino curioso.

Quando abbiamo difficoltà ad approcciarci con il mondo, dovremmo mettere in discussione noi stessi prima di tutto. È il mondo che sbaglia? O forse siamo noi a non emanare abbastanza positività nel nostro rapporto con gli altri? La storia del cagnolino curioso ci induce a porci proprio questa domanda.


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