Il daimon: che cos'è? Come ci aiuta a crescere?

In ognuno di noi vive un "daimon", e secondo Carl Jung ascoltarlo può essere decisivo per la nostra vita. Questa voce deriva dalla nostra energia creativa che ci chiede cambiamenti e nuove sfide. Non sempre, tuttavia, abbiamo il coraggio di ascoltarla.
Il daimon: che cos'è? Come ci aiuta a crescere?
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Secondo Thomas Carlyle, una persona senza scopo è come una nave senza timone. Niente di più vero, dato che poche cose contribuiscono alla nostra felicità quanto avere degli obiettivi. Uno dei metodi migliori per trovare la propria strada nel mezzo del caos della vita è risvegliare il nostro daimon, invocarlo dal profondo del nostro essere in modo che ci consenta di crescere, di trovare la motivazione.

Si dice che Socrate sia stato posseduto da un demone che, a un certo punto, gli sussurrò quale sarebbe stata la sua vocazione. Accadde lo stesso a Goethe, che nel suo libro Poesia e verità spiegò che doveva ringraziare la sua creatura demoniaca per le imprese poetiche e scientifiche che aveva portato a termine. Quel “daimon” in realtà non era malevolo, bensì molto stimolante.

Questo concetto è radicato nella tradizione greca e definisce la più alta fonte di ispirazione e creatività. È, per dirla ancora più metaforicamente, il rifugio delle muse e di quella voce interiore che non solo ci sussurra idee, ma ci illumina. La figura che incluse questo concetto tra le basi della sua psicoterapia fu Carl Jung.

Così, nel suo libro Lo sviluppo della personalità ci rivela un dato importante. Se desideriamo scoprire la nostra vocazione siamo obbligati ad ascoltare la voce del nostro daimon, perché ognuno di noi ha un demone dentro, che dà consigli, che offre idee e prospettive verso cui indirizzare la propria attenzione.

“Quando ti fai guidare dal tuo Daemon, non cercare di pensare coscientemente. Lasciati andare, aspetta e obbedisci”.

-Rudyard Kipling-

Che cos’è il daimon?

Il daimon non è un demone, anche se nella tradizione greca veniva tradotto in questo modo. È un’entità che possiamo concepire quasi come un genio, come un essere divino che corrisponde a ciò che per gli egizi veniva chiamato Ba.

Per Aristotele, il daimon simboleggiava virtù e saggezza, l’essenza più illuminata dell’essere umano, dentro al quale si nasconde il proprio potenziale.

Il problema di questa entità è che giace nascosta. Tutti noi la portiamo dentro, nasciamo con questa presenza in fondo alla mente, che racchiude la voce della creatività, dell’intuito e della capacità di rinnovarsi. Tuttavia, la società spesso finisce per limitare il nostro daimon.

A volte l’educazione, lo stress, l’ansia, un approccio rigido alla vita e soprattutto la routine imprigionano quell’entità, quel genio di cui abbiamo così bisogno. Il Dott. James Hillman, uno dei rappresentanti più importanti della psicologia junghiana, nel suo libro Il codice dell’anima. Carattere, vocazione, destino, evidenzia un dato interessante.

Risvegliare il daimon richiede la conoscenza di se stessi. Solo quando cresciamo (come le radici di un albero) possiamo raggiungere quell’entità per sentirne la voce. Farlo ci conduce verso la felicità, da cui il termine “eudaimonia”.

Strategie per addestrare il daimon

Carl Jung ci ricorda che a volte il daimon ha bisogni che chi ci circonda non comprende. Di tanto in tanto, abbiamo idee rivoluzionarie e innovative. Questo genio interiore in genere è molto indisciplinato, può sussurrare idee a volte contraddittorie, strane e audaci.

Tuttavia, non sempre agiamo di conseguenza, spesso preferiamo zittire queste idee perché possono sembrare assurde o impossibili. Tutto ciò genera disagio.

Rollo May, psicologo e psicoterapeuta esistenzialista, ha sottolineato che vivere seguendo il daimon non è facile, ma se osiamo farlo, potremmo trarne grandi soddisfazioni. Analizziamo quindi la strategia per poter sentire la sua voce.

Imparare a conoscervi e scoprirete voi stessi

Il daimon non apprezza le persone insicure o che cambiano spesso idea. Questa voce è legata alla nostra essenza più autentica, e solo quando arriviamo a conoscerci davvero questa singolare entità arriverà a sussurrarci idee che daranno impulso alla nostra crescita.

Così, la persona che ancora si fa strada nel mondo senza aver lavorato sulla conoscenza di sé non capirà cosa le dice il suo personale “demone”. Sarebbe come parlare due lingue diverse.

Il daimon ha bisogno di disciplina

Il daimon ci chiede di tramutare i nostri mostri in muse. Che cosa significa? La creatività emerge attraverso la disciplina quotidiana, sapendo cosa si vuole, ponendosi obiettivi a lungo termine e lavorando quotidianamente con scrupolo.

Ragazza che guarda il cielo.

Dare ascolto a se stessi, al bisogno di avere una mente calma

Spesso si presume che le menti più tempestose siano le più creative. Abbiamo come esempio figure come Virginia Woolf, Vincent Van Gogh, Gustave Courbert… Ma questi artisti tormentati hanno avuto una fine tragica, mentre il daimon dona felicità. Il benessere di chi usa il proprio potenziale creativo per raggiungere una vita piena.

Bisogna dunque essere coscienti del fatto che la creatività più produttiva nasce da una mente calma e un cuore armonioso. Ricordate ciò che il regista, sceneggiatore e artista David Lynch sottolinea spesso: pratiche come la meditazione o il rilassamento sono i migliori canali per giungere all’innovazione. Emozioni come la rabbia o lo stress sono enormi fattori di disturbo.

Il daimon comunica con noi attraverso molteplici canali

Ognuno di noi deve trovare il miglior canale creativo e per riuscirci è necessario esplorare. C’è chi ha bisogno di camminare, altri trovano ispirazione nella musica, condividendo esperienze con altre persone.

Alcuni preferiscono la solitudine e molti si servono dell’arte per far fluire le idee. Possiamo anche trovare nuovi metodi per arrivare ad ascoltare la sua voce.

Apprezzare la sua presenza

Accogliere le idee suggerite dal daimon, la sua energia e la sua volontà di renderci migliori e guidarci nella conquista della felicità è sempre positivo. Dopotutto, è parte di noi e amare quest’angolo del nostro essere significa anche riconoscerci come esseri straordinari, come persone capaci di concepire i sogni più incredibili e di realizzarli.

“La felicità è vivere in armonia con il proprio daimon”.
-Aristotele-


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  • Hillman, James (1996)The Soul’s Code: In Search of Character and Calling. BALLANTINE BOOKS
  • Jung, Carl Gustav, and Jorge Navarro Pérez. 2009. La vida simbólica: escritos diversos. Madrid: Trotta.
  • Reynolds, F. C., & Piirto, J. (2005). Depth psychology and giftedness: Bringing soul to the field of talent development and giftedness. Roeper Review27(3), 164–171. https://doi.org/10.1080/02783190509554311

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