Il donepezil nel trattamento dell'Alzheimer

L'Alzheimer è una patologia sempre più diffusa a seguito dell'aumento della popolazione anziana. Oggi vogliamo parlarvi di uno dei farmaci più spesso prescritti nel tentativo di migliorare o di preservare la qualità di vita dei pazienti.
Il donepezil nel trattamento dell'Alzheimer
Sara Viruega

Scritto e verificato la farmacista Sara Viruega.

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2023

Il donepezil è un farmaco utilizzato nel trattamento sintomatico del morbo di Alzheimer. Approvato in Italia alla fine degli anni ’90, è reperibile sul mercato sotto il nome commerciale di Aricept o di Yasnal.

Non si tratta di un trattamento curativo, poiché a oggi l’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa irreversibile: non ha cura. Il donepezil è un aiuto nel trattamento della sintomatologia di questa patologia e ha lo scopo di migliorare la qualità di vita del paziente.

Meccanismo d’azione

Il donepezil è un inibitore specifico e reversibile dell’acetilcolinesterasi. Questo enzima ha il compito di scomporre l’acetilcolina. Di conseguenza, la sua inibizione aumenta i livelli di questo neurotrasmettitore in diverse aree del cervello, o per meglio dire ne rallenta il processo di distruzione.

L’acetilcolina incide sulla memoria e su altre funzioni cognitive. Nei confronti del morbo di Alzheimer, si è osservato fino al 95% di riduzione dell’azione colinergica. Ecco il perché dell’uso di questi inibitori di acetilcolinesterasi nel trattamento della demenza. La loro missione è rallentare il decorso della malattia.

L’acetilcolina è il neurotrasmettitore maggiormente presente nel nostro organismo. Si trova nel sistema nervoso centrale e nel sistema nervoso periferico. Cosa significa? Che l’aumento dei livelli di acetilcolina nel cervello migliora i sintomi della demenza. Ma l’aumento a livello periferico provoca effetti secondari di tipo colinergico.

Formula chimica del donepezil.

Il morbo di Alzheimer

L’Alzheimer è una patologia neurodegenerativa che causa la distruzione totale delle cellule nervose del cervello. Queste cellule sono i cosiddetti neuroni colinergici. Diverse aree del cervello iniziano, così, ad atrofizzarsi.

Questo processo di distruzione ha inizio a causa dello sviluppo di placche di amiloidi. Tali placche sono depositi che si formano intorno ai neuroni, ovvero le cellule del cervello. Sono composte da una proteina chiamata beta-amiloide. Nel caso dell’Alzheimer, questa proteina è difettosa, motivo per cui si scatena la morte neuronale.

Uno dei primi sintomi è il deficit della memoria. Con l’avanzare della malattia, iniziano a deteriorarsi le funzioni cognitive e comportamentali, fino a quando non si sviluppa una vera e propria demenza e, infine, sopraggiunge la morte.

Uso del donepezil nel trattamento del morbo di Alzheimer

Il donepezil è indicato nel trattamento sintomatico del morbo di Alzheimer, da lieve a moderatamente grave.

Diversi studi hanno dimostrato la sua efficacia nel miglioramento delle funzioni cognitive. E anche delle funzioni complessive dei pazienti con Alzheimer.

Il trattamento deve essere sempre prescritto e supervisionato da uno specialista. La somministrazione avviene per via orale ed è pari a una dose al giorno. Va assunto la sera, prima di andare a dormire.

Si inizia con un dosaggio di 5 mg al giorno per almeno un mese. Quindi, a seguito di valutazione medica, può essere preso in considerazione un incremento fino a 10 mg al giorno, anche in un’unica soluzione. Più aumenta il dosaggio, maggiore sarà l’effetto terapeutico, ma aumenteranno anche il numero e l’intensità degli effetti secondari.

Il trattamento a base di Donepezil può essere mantenuto in presenza di benefici terapeutici. Andrà eseguita periodicamente una valutazione clinica, e in assenza di miglioramenti verrà presa in considerazione la sospensione del trattamento.

Secondo alcuni studi, il donepezil ha dimostrato la stessa efficacia clinica di altri inibitori dell’acetilcolinesterasi. Altri farmaci di questo gruppo spesso impiegati sono la rivastigmina e la galantamina. E anche la memantina, che ha però un meccanismo d’azione diverso. Tuttavia, il donepezil è ancora il principio attivo più spesso prescritto.

È altresì oggetto di studio la terapia combinata di diversi farmaci. Potrebbe trattarsi di un’alternativa al trattamento della demenza associata al morbo di Alzheimer.

Il rischio di insorgenza di effetti indesiderati aumenta combinando due inibitori dell’acetilcolinesterasi. Tuttavia, la combinazione di donepezil e memantina sembra dare risultati migliori. Sono necessari ulteriori approfondimenti.

Paziente con demenza.

Effetti secondari del donepezil

Gli effetti secondari più importanti nel trattamento con donepezil sono:

  • Diarrea.
  • Nausea.
  • Anoressia.
  • Stanchezza.
  • Insonnia.
  • Crampi muscolari.
  • Mal di testa.

Talvolta i suddetti effetti indesiderati portano alla sospensione del trattamento. Succede spesso con reazioni avverse di natura gastrointestinale (ad esempio, nel caso di nausea e diarrea).

In generale, gli effetti secondari dipendono dal dosaggio. Il donepezil è ben tollerato a un dosaggio pari a 5 mg al giorno, ma si registrano maggiori complicazioni con dosaggi da 10 mg. È dunque importante verificare con frequenza la sua efficacia e adattare le dosi a seconda del paziente e delle sue condizioni di salute.


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