Il mito di Ade, signore degli Inferi

Il mito di Ade è inseparabile dal concetto degli Inferi greci. Un luogo sotterraneo dove si recavano le anime dei defunti che "avevano potuto pagare l'ingresso". Lì, il dio Ade esercitava il suo potere con saggezza.
Il mito di Ade, signore degli Inferi
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Il mito di Ade parla del signore degli Inferi greci. Gli Inferi era un luogo simile a quello che in seguito fu chiamato “inferno”.

Tuttavia, Ade non era un dio malvagio o perverso, ma aveva il compito di ospitare le anime dei defunti, impedendo esse di tornare sulla Terra.

Ade era uno dei dodici grandi dèi dell’Olimpo, figlio di Crono , il Tempo, e Rea, la Terra. Il mito di Ade narra che fu inghiottito alla nascita dal padre, il quale temeva che uno dei suoi figli lo avrebbe detronizzato da adulto, come lui stesso aveva fatto con il padre.

Tuttavia, un altro dei suoi figli, Zeus, riuscì ad aggirare questa pratica e divenne adulto. Salvò poi i suoi fratelli, tra i quali c’era anche Ade.

Insieme a Poseidone, intrapresero una sanguinosa guerra contro i titani per il dominio del mondo. Dopo aver vinto, tirano a sorte per dividersi il creato. Zeus ricevette il cielo, Poseidone i mari e Ade gli Inferi.

“I luoghi più caldi dell’inferno sono riservati a coloro che in tempi di grande crisi morale si mantengono neutrali”.

-Dan Brown-

Gli Inferi.

Il mondo sotterraneo greco nel mito di Ade

Secondo il mito di Ade, gli Inferi erano il suo grande regno e dominio. Per i Greci, questo era un luogo sotterraneo, nebbioso e cupo, che fungeva da dimora per i morti. Una volta entrati, non potevano più farvi ritorno, tanto meno se avessero assaggiato il cibo del posto.

Gli Inferi erano divisi in diverse sezioni. I Campi Elisi erano il luogo dove dimoravano coloro che avevano avuto un’esistenza eroica o molto virtuosa. I Campi di Asfodelo servivano da dimora per le anime comuni. C’era anche il Tartaro, parte in cui vi era grande sofferenza e dove finirono i titani, eterni nemici degli dei.

L’Aldilà veniva raggiunto attraversando il fiume Acheronte. Il traghettatore incaricato della traversata si chiamava Caronte e chiedeva di essere pagato con una moneta per i suoi servizi. Per questo motivo i vivi lasciavano una moneta nelle tombe dei cari defunti.

Se il defunto non aveva nessuno che pagasse, doveva attendere sulla riva per un secolo. Dall’altra parte del fiume, si trovava il Cerbero, un cane a tre teste, guardiano degli Inferi.

Il mito di Ade

Secondo il mito di Ade, i Ciclopi, feroci creature che combatterono insieme agli dei contro i Titani, avevano forgiato un elmo per Ade e glielo avevano regalato.

Grazie all’elmo poteva diventare invisibile. Questo era anche il motivo per cui gli Inferi erano invisibili ai mortali. Ade era un dio tranquillo, che raramente interferiva con la vita degli umani.

Tuttavia, un giorno dalle profondità del suo regno scorse una giovane fanciulla. Era la più bella che avesse mai visto, se ne innamorò subito e volle sposarla. La giovane si chiamava Persefone ed era figlia di sua sorella Demetra.

Un giorno la fanciulla stava tagliando dei fiori e all’improvviso dalla terra spuntò la figura di Ade con il suo meraviglioso carro.

Ade rapì Persefone e la portò con sé negli Inferi. La madre iniziò a cercarla disperatamente e, non avendone notizie, si vendicò facendo in modo che ci fosse un inverno perenne.

Zeus, preoccupato per la situazione, riuscì a convincere Ade ad accettare di stare con la ragazza solo 4 mesi all’anno. Il resto del tempo la giovane donna sarebbe stata con la madre. Nacque così l’inverno di quattro mesi.

Zeus.
Zeus

Le avventure amorose di Ade

Il mito di Ade narra che questi non era un dio promiscuo come i suoi fratelli, ma che ebbe alcune avventure. Tra queste una relazione con la ninfa Menta, la quale viveva sulle rive di un fiume.

Persefone e sua madre Demetra si resero conto della situazione e picchiarono la ninfa finché a farla a pezzi. Pentito, Ade raccolse i resti e creò una nuova pianta: la menta.

Un’altra ninfa, Leuce, fu per lungo tempo l’amante di Ade, fino alla sua morte. Dal suo cadavere Ade creò un’altra pianta: il salice bianco.

Conclusioni

Il mito di Ade e l’esistenza degli Inferi hanno ispirato l’idea giudaico-cristiana dell’inferno. I Greci introdussero nel mito un giudizio espresso dopo la morte e determinarono il luogo in cui doveva dimorare l’anima di ogni defunto. Tale concetto è anche l’origine del giudizio dei vivi e dei morti presente nelle varie religioni.


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