Il mito di Asclepio, dio della medicina

Il mito di Asclepio descrive una divinità fortemente venerata in Grecia. Questo dio aveva la saggezza di Chirone, ma i poteri di guarigione di Apollo. Il suo bastone è diventate il simbolo universale della medicina.
Il mito di Asclepio, dio della medicina
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Il mito di Asclepio, o Esculapio per i romani, ci narra non solo la storia del dio della medicina, ma anche di un’intera famiglia dedicata alle arti curative. Sebbene quasi tutti gli dei avessero un certo potere curativo, Asclepio padroneggiò al meglio questa conoscenza, al punto da riuscire a resuscitare i morti.

Si ritiene che il mito di Asclepio sia basato sulla leggenda di un uomo egizio di nome Imhotep. Questi visse circa 2000 anni prima che il mito del dio greco prendesse forma. Imhotep fu uno studioso, oggi considerato il padre della medicina moderna, e il primo a esercitare questa professione in quanto tale.

Imhotep è anche l’autore di un ampio ricettario farmacologico e, per quanto se ne sappia, fu il primo essere umano a descrivere i casi clinici da una prospettiva razionale e non magica.

Usò gli oppiacei come anestetici e a lui si devono le prime descrizioni anatomiche conosciute. Si ritiene che il mito di Asclepio sia stato ispirato da questo personaggio della vita reale.

“La medicina è l’arte di combattere la morte per donare agli uomini condizioni migliori e ritardare la loro dipartita.”

-Noel Clarasó-

Tempio greco

L’origine del mito di Asclepio

Come era solito tra gli antichi Greci, esistono diverse versioni del mito di Asclepio. Il più noto indica che questo personaggio era il figlio del dio Apollo, dio del sole e delle arti, e di una mortale di nome Coronide.

Coronide è descritta come una donna di grande bellezza. Era talmente bella che rubò il cuore del dio Apollo, che cadde ai suoi piedi appena la vide. Il mito narra che si unirono vicino a un lago e che, a tale scopo, il dio dovette assumere le sembianze di cigno. Da questa unione, Coronide rimase incinta.

In seguito Apollo dovette tornare a Delfi, ma ordinò a un corvo bianco di prendersi cura della donna mentre era via. Approfittando dell’assenza del dio, Coronide divenne l’amante di un guerriero di nome Ischis. Il corvo se ne accorse e volò rapidamente per avvertire il suo padrone.

Sulla strada, incontrò un cornacchia che lo avvertì che non era una buona idea portare cattive notizie, ma il corvo la ignorò. Apollo rimase costernato. In preda alla rabbia, imprecò contro l’uccello e lo condannò per sempre ad avere le piume nere. Da allora, il corvo viene considerato un uccello di cattivo auspicio.

Asclepio, un ragazzo brillante

Il mito di Asclepio racconta che Apollo si recò nel luogo in cui si trovava Coronide e, furioso, scagliò una delle sue frecce contro di lei, trafiggendole il petto. Vedendola morire,  il dio si pentì e cercò di rianimarla, ma era troppo tardi. Quindi la portò alla pira funebre.

Non appena il corpo di Coronide fu consumato dal fuoco, Apollo decise di rimuovere il figlio dal suo grembo. Apollo decise di affidare a Chirone, il centauro guaritore, l’educazione di Asclepio.

Il ragazzo crebbe sotto la guida di un insegnante che conosceva a fondo le arti curative. Sin da tenera età, pertanto, acquisì familiarità con le piante medicinali e le tecniche di trattamento. Asclepio apprese le abilità curative in modo così efficace da riuscire a resuscitare i morti.

Ciò suscitò l’ira di Zeus, che pensava che fosse pericoloso invertire la condizione dei mortali. Quindi, servendosi di un Ciclope, lanciò un fulmine e uccise Asclepio.

Statua di Zeus


Un dio venerato

Infuriato per l’omicidio del figlio, Apollo uccise il Ciclope che aveva eseguito gli ordini di Zeus. Quindi, usando i suoi poteri, convinse Asclepio a raggiungere l’Olimpo e diventare un dio. Da allora, molti mortali iniziarono ad adorarlo e a chiedere i suoi favori in caso di malattia.

La morte di Asclepio permise che si sviluppassero grandi virtù nella famiglia che aveva lasciato sulla Terra. Sua moglie, Epione, acquisì il potere di calmare il dolore. Sua figlia, Igea, divenne il simbolo della prevenzione della salute.

Panacea, un’altra delle sue figlie, divenne sinonimo di cura. Telesforo divenne il dio della convalescenza e Macaone e Podalirio divennero i protettori di medici e chirurghi.

Ippocrate era discendente di Asclepio. Il bastone di questo dio, un serpente che circonda con il suo corpo una verga, è diventato il simbolo universale della medicina.


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  • Morales-Puebla, J. M., Fernandez, M. A. A., & Delgado, A. D. (2011). Asclepio. El Dios griego de la medicina. Apuntes de Ciencia, (3), 53-57.


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