Il modello Big Five della personalità

Sebbene il modello Big five sia ampiamente utilizzato in psicologia, occorre essere prudenti. La personalità è un costrutto difficile da quantificare.
Il modello Big Five della personalità
Alejandro Sanfeliciano

Scritto e verificato lo psicologo Alejandro Sanfeliciano.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

Il modello Big Five, o OCEAN, è uno dei più famosi nello studio della personalità. Viene utilizzato in molti ambiti, ma in che cosa consiste esattamente?

Secondo questa teoria, la personalità può essere divisa in cinque tratti indipendenti: apertura mentale, coscienziosità, estroversione, empatia e nevroticismo. Conoscere gli elementi che compongono queste dimensioni ci permette di avvicinarci alla nostra personalità.

Per capire meglio il modello Big Five, è importante tenere conto di due aspetti. Innanzitutto, sapere a cosa si riferiscono questi tratti della personalità e come vengono descritti; in secondo luogo, conoscere le critiche che ha ricevuto.

Il modello Big Five

Apertura mentale (Openness)

Questo tratto valuta fino a che punto l’individuo si sforza nella ricerca attiva di nuove esperienze e apprezza le attività fuori dalla routine. In altre parole, misura la tolleranza e il desiderio di esplorare situazioni non familiari.

Un punteggio alto in questo aspetto ci indica una persona curiosa, con interessi variegati, creativa, originale, fantasiosa e non convenzionale. In contrapposizione, il punteggio basso contrassegna le persone convenzionali, pragmatiche, realiste o con pochi interessi.

Coscienziosità o scrupolosità (Conscientiousness )

Valuta il grado di organizzazione, persistenza e motivazione nel raggiungimento degli obiettivi. Divide le persone in due opposti: chi si preoccupa di ottenere un risultato ottimale e perfetto, e chi non si preoccupa del risultato.

Un punteggio alto è tipico delle personalità organizzate, formali, lavoratrici, puntuali, ordinate, ambiziose e perseveranti. Chi ottiene un punteggio basso è tipicamente una persona priva di obiettivi, informale, pigra, incurante, indisciplinata e con poca volontà.

Estroversione (Extraversion)

Mediante questo tratto si valuta la disposizione dell’individuo alle interazioni personali. Vale a dire, il livello di attività e stimolazione che raggiungiamo quando entriamo in contatto con gli altri. È, allo stesso tempo, intimamente collegato con il grado di piacere provato attraverso le relazioni sociali.

Un punteggio elevato ci indica che ci troviamo di fronte a una persona socievole, loquace, aperta agli altri, ottimista, amante del divertimento e affettuosa. Un punteggio basso, al contrario, è tipico delle persone riservate, sobrie, non euforiche, tranquille.

Gruppo di amici seduti sul prato

Empatia (Agreeableness)

Questo tratto è utile per conoscere la qualità dell’orientamento interpersonale. L’empatia si presenta lungo un continuum che spazia dalla compassione fino all’antagonismo nei pensieri, sentimenti e comportamenti. Cioè, indica fino a che punto l’individuo è capace di mettersi nei panni dell’altro e di agire in accordo alle proprie emozioni e preoccupazioni.

Chi ottiene un buon punteggio in questa dimensione è compassionevole, affabile, fiducioso, gentile, non rancoroso, credulone o franco. L’opposto è occupato dalle persone ciniche, rudi, sospettose, competitive, vendicative, spietate, irritabili o manipolatrici.

Nevroticismo (Neuroticism)

Attraverso il nevroticismo si cerca di valutare il binomio equilibrio emotivo-instabilità emotiva. Questa dimensione identifica le persone che tendono al malessere psicologico, alle idee irreali, a un’eccessiva ruminazione o ansia e a strategie di affrontamento disadattive.

Un punteggio alto in quanto al nevroticismo è tipico delle persone preoccupate, nervose, emotive, insicure o ipocondriache. Un punteggio basso indica, quindi, una personalità rilassata, non emotiva, sicura, resiliente, con alta autostima e soddisfazione di sé.

Il modello Big Five e critiche

Sebbene il modello OCEAN sia ampiamente utilizzato in psicologia, occorre essere prudenti. La personalità è un costrutto difficile da quantificare. Il modello Big Five non è pertanto esente da qualche difetto.

Il primo è che i tratti della personalità vengono misurati attraverso il self-report. L’autovalutazione è un questionario in cui il soggetto fornisce le risposte in modo diretto. Questo porta più facilmente a mentire e a rispondere in base alla desiderabilità sociale.

Un’altra possibile fonte di errore è la presenza di pregiudizi nel soggetto che si sta autogiudicando. Dagli studi di psicologia sociale sappiamo che sono molti i pregiudizi che possono portarci a valutare noi stessi in modo molto generoso. Il modello Big five, in breve, è affidato all’autovalutazione, quindi le risposte tendono a essere poco obiettive.

Forse, però, il maggiore difetto di questo modello è il fatto di basarsi sullo studio della personalità come tratto a sé. Si tratta di un approccio  internalista che dimentica la possibile interazione dell’individuo con l’ambiente. Questo lo rende uno schema rigido, in cui la personalità è considerata stabile in tutte le situazioni. La psicologia, invece, suggerisce che la personalità è un insieme instabile, creata attraverso forti interazioni tra l’individuo e il contesto.

In conclusione

Nonostante i suoi limiti, il modello Big Five è di sicura utilità in contesti stabili. Può perfino nascondere altri impieghi come la valutazione del concetto che una persona ha di sé. Si tratta, in definitiva, di un modello interessante la cui affidabilità è avallata da dati statistici. Sempre da utilizzare con cautela.


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