Il nostro comportamento: perché agiamo così?

Cosa motiva il nostro comportamento? Quali modelli abbiamo per interpretarlo? In che modo può aiutarci essere accurati in questa analisi? Lo vediamo in questo articolo.
Il nostro comportamento: perché agiamo così?
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

Vi siete mai chiesti perché ci comportiamo in un determinato modo? Uno degli obiettivi della psicologia, anzi una delle sue principali aspirazioni, è rispondere a questa domanda. In questo articolo proviamo a identificare e definire il cosiddetto scopo del nostro comportamento.

Per riuscirci, occorre parlare di bisogni essenziali, di motivazione e di come riprendere il controllo quando le emozioni si acuiscono e l’istinto vorrebbe assumere il comando.

Per scegliere con saggezza nella vita, bisogna ascoltare se stessi, in ogni momento della vita.”

– Abraham Maslow –

Giovane che pensa appoggiato sul muro.

I bisogni primari e le finalità del comportamento

Esistono diversi modelli o prospettive psicologiche per descrivere i nostri bisogni. Uno dei più noti è forse la piramide di Abraham Maslow. Lo psicologo americano suggeriva che per superare un gruppo di bisogni occorre prima soddisfare quelli del livello sottostante. La piramide dei bisogni di Maslow è distribuita in questo modo:

  • Bisogni fisiologici: comprendono esigenze come cibo, sonno, riposo, sesso o respirazione.
  • Sicurezza: lavoro, salute, proprietà privata, sicurezza fisica propria e della famiglia, ecc.
  • Affiliazione: amicizia, affetti, famiglia, intimità sessuale.
  • Riconoscimento: fiducia, autostima, rispetto, successo.
  • Auto-realizzazione: moralità, spontaneità, creatività, accettare i giudizi e risolvere i problemi.

Secondo questo schema, quindi, il nostro comportamento può essere motivato dai bisogni. Per esempio, se non vengono soddisfatte le necessità di sicurezza, le nostre azioni saranno rivolte verso questo obiettivo. Saremo motivati dal livello dei bisogni fisiologici.

Tutti condividiamo i bisogni fondamentali, ovvero la base della piramide. Questi bisogni spiegano il nostro modo di agire. In altre parole, la motivazione sarebbe strettamente legata allo scopo verso cui è rivolto il nostro comportamento.

La motivazione e il comportamento

Secondo il dizionario Sabatini Colletti, la motivazione è l’insieme delle forze, dei fattori, dei fenomeni interni a un individuo che concorrono a indirizzare le sue azioni, il suo comportamento.

La motivazione è una delle variabili che condiziona il nostro comportamento. È intrinseca quando ci spinge per soddisfare un piacere, estrinseca quando è legata a incentivi esterni. Esistono altri modi per classificare la motivazione:

  • Motivazione orientata al successo. È in sintonia con il bisogno di agire e di eccellere.
  • Orientata all’appartenenza. È legata al bisogno di fare parte di un gruppo, quindi di restare a contatto con gli altri.
  • Orientata al potere. Riguarda la capacità di influenzare e controllare, ma anche di essere riconosciuti.

Le fonti di motivazione sono quindi diverse; variano a seconda della nostra consapevolezza del rapporto tra i nostri bisogni e le nostre azioni. A volte questo rapporto è appreso, determinato dalla cultura o dalla famiglia.

È individuale sebbene si possano condividere alcuni scopi. Il punto è che non sempre riconosciamo i nostri bisogni; questo vuol dire che potremmo agire per soddisfare un bisogno che non abbiamo identificato in modo cosciente.

Questo ci porta spesso a sbagliare nell’individuare i vettori motivazionali che dirigono le nostre azioni; oppure li identifichiamo, ma mentiamo quando ci viene chiesto di esprimerli.

Donna a piedi nudi cammina lungo sentiero.

Come evitare di essere governati da sentimenti, abitudini e pensieri?

Quando non si è consapevoli dei propri bisogni, è più facile sentirsi persi, tagliati fuori dalla vita. È come se venissimo guidati da una forza superiore. Per esempio, se siamo governati dalla paura e dalla vergogna, mostriamo evitamento. Altre emozioni come la rabbia e la gioia ci invitano all’azione.

Questo si estende anche ai pensieri e alle abitudini. In altre parole, tradurre in azione e in modo istantaneo ciò che sentiamo e pensiamo o semplicemente seguire l’inerzia segnata dall’abitudine ci porta a non capire cosa vogliamo davvero.

Cosa possiamo fare, quindi?

Occorre lavorare con la nostra consapevolezza per evitare che lo scopo a cui si rivolge il nostro modo di agire sia dettato da questi fattori. Per riuscirci, possiamo:

  • Vivere con la testa nel presente. Ci aiuterà a essere più connessi. Da questa posizione sarà più facile trovare nuove e migliori soluzioni.
  • Meditare. Facilita la riflessione e l’analisi.
  • Domandarci “perché lo faccio o a chi è diretto il mio comportamento?”. Farci questa domanda ci porterà a prestare maggiore attenzione ai comportamenti che eseguiamo in modo automatico; quelli con cui lasciamo spesso che siano gli altri a dirigere la nostra vita.

Oltre a ciò, ci conviene essere sintonizzati con il nostro benessere, restando attenti alla nostra salute mentale, fisica e sociale. In questo modo siamo più consapevoli dei bisogni che richiedono la nostra attenzione.

Può essere utile praticare la mindfulness, tecnica che, secondo alcune ricerche, ci allontana dal pericolo di un comportamento privo di senso. Kudesia (2019) in un articolo pubblicato su Academy of Management Review , attribuisce a questa pratica una migliore gestione delle situazioni attraverso processi di trasformazione.

In sintesi, lo scopo del nostro comportamento è determinato da diversi fattori. È diverso in ognuno di noi e possiamo seguirlo nel modo più autentico diventando consapevoli del motivo per cui agiamo. Così facendo, avremo più possibilità di riprendere in mano le redini della nostra vita.


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  • Kudesia, R.S. (2019). Mindfulness as metacognitive practice. Academy of Management Review, 44 (2). 405-423.

  • Maslow, A. (2014). A theory of Human Motivation. Floyd VA:Sublime Books.


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