Il pensiero critico, un untile strumento cognitivo
In un mondo sempre più frettoloso, iperconnesso e dominato da informazioni costanti, la pazienza rischia di estinguersi. Non abbiamo quasi il tempo di esitare; la predilezione per il pensiero critico e la volontà di vedere la realtà da un punto di vista più ponderato restano in secondo piano.
Riteniamo subito per vere questioni che confermano le nostre convinzioni originali, il che aumenta il costo dell’autocritica. Riflettere sulle idee che includiamo nei nostri schemi mentali è l’ancora di salvezza per una realtà sempre più diffusa e complessa.
Grazie a questo processo metacognitivo, possiamo distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, ciò che è importante da ciò che è inconsistente. Occorre formare un cervello curioso, capace di separare il fatto scientifico dall’opinione del guru. Ma ammettiamolo, nessuno ci ha insegnato a sviluppare questa abilità.
Da bambini, ad esempio, ci guidano ad acquisire capacità di lettura, ma non a reperire risorse con cui rilevare la manipolazione nella parola stampata. Intorno ai 12 anni, inoltre, il bambino in genere ha il suo primo cellulare e non sempre gli adulti gli dicono cosa aspettarsi. Non lo preparano su come l’universo digitale può distorcere l’autostima e l’identità.
Acquisire un approccio critico, essere prudenti nel dare per scontate certe idee e, al contrario, inclini a valutare le informazioni che giungono è un pilastro indiscutibile. E se ci mettessimo alla prova per scoprire se godiamo di un buon pensiero critico o meno?
Non sono infastidito dal fatto che tu mi abbia mentito, sono infastidito perché d’ora in poi non posso più crederti.-Friedrich Nietzsche-
Strategie per valutare il pensiero critico
Tutti abbiamo la capacità di pensare e ragionare, e la maggior parte crede di farlo meravigliosamente. Se dovessimo chiedere a qualcuno per strada se ha un buon pensiero critico, risponderebbe di sì.
Tendiamo ad affidarci troppo sulle nostre risorse e facoltà cognitive per non lasciarci manipolare. Eppure, gran parte della popolazione sviluppa quello che conosciamo come pensiero pseudo-critico. In altre parole, hanno estrema fiducia nelle loro opinioni e le difendono come verità assolute.
Non ammettono approcci opposti, semplificano la realtà, non sanno fornire argomentazioni quando vengono contraddetti e finiscono, il più delle volte, per adottare una condotta infantile quando perdono la pazienza.
La buona notizia è che “pensare bene” (essere più critici, riflessivi, curiosi e liberi da pregiudizi cognitivi ) è un’abilità che tutti possiamo imparare.
A tale scopo, è interessante verificare prima di tutto se abbiamo un buon pensiero critico. Analizziamo, quindi, le seguenti abitudini e siamo onesti con noi stessi nell’ammettere se le svolgiamo o meno.
1. Rendersi conto che a volte le proprie idee o convinzioni non sono accurate e correggerle
Trascorriamo diversi anni dando per scontate certe realtà finché, all’improvviso, troviamo informazioni che le contraddicono. Avere un buon pensiero critico è anche rendersi conto che le nostre idee sono distorte e disattivarle, correggerle, ripulirle. Per quanto possa sembrare sorprendente, non lo facciamo tutti.
C’è chi considera un sacrilegio rivedere le proprie idee. Ne sarebbe della immagine di sé e del concetto di sé, quindi ricorrerà a tutti i tipi di trucchi psicologici per dare veridicità alle sue idee originali.
2. Preoccuparsi di “pensare meglio”
“Pensa a come pensi”, sembra uno scioglilingua e un arduo compito. Tuttavia, l’autocoscienza del proprio pensiero consente di ragionare, decidere e agire in modo più efficace.
Solo chi è capace di chiedersi come ragiona è in grado di rilevare pregiudizi e convinzioni irrazionali. La nostra mente ospita un’intera artiglieria cognitiva che ostacola un buon pensiero critico.
Chiederci come pensiamo e come arriviamo a determinate conclusioni ci permetterà di essere cognitivamente più efficienti.
3. Apprezzare le conversazioni in cui gli altri la pensano diversamente
Siamo sufficientemente pazienti da dialogare con chi la pensa diversamente da noi? Ci sentiamo minacciati se parliamo con una persona che mostra convinzioni diverse dalle nostre?
Avere un approccio critico consente di avere conversazioni in cui sono coinvolti approcci diversi dai nostri. A volte è appagante confrontarsi con chi ci offre nuove informazioni capaci di aprire altre prospettive.
È vantaggioso godere di un corretto approccio critico, umiltà e capacità di ammettere ciò che si ignora e non si capisce. Dopotutto, è solo quando siamo troppo fiduciosi e abbiamo la pretesa di sapere tutto che cadiamo maggiormente nell’errore e nella manipolazione.
4. Essere curiosi
In un interessante studio condotto presso la McMaster University, Canada, è stata evidenziata l’importanza di trasmettere agli studenti la competenza del pensiero critico.
Il lavoro di ricerca citato definisce il pensatore critico come qualcuno con una mente aperta e imparziale, in cerca di prove di quanto sostenuto.
Una persona curiosa che vuole essere sempre ben informata, che tiene conto dei punti di vista altrui per rivedere le proprie convinzioni. Un buon pensiero critico necessita di motivazione, curiosità e costante interesse ad acquisire nuove informazioni.
5. Pensiero critico: tollerare l’ambiguità e l’incertezza
Il mondo non è bianco o nero, non tutto si basa su verità clamorose e non è sempre facile avere risposte rapide agli imprevisti. Uno sguardo critico sa e comprende che la realtà è ricca di sfumature, incerta, dunque non è facile prevedere o fornire soluzioni immediate a grandi sfide.
La mente che sa essere paziente e accetta senza disperazione la sfumatura propria del caos quotidiano, rivela saggezza e successo.
6. Un buon pensiero critico richiede di separare l’identità dal credo
C’è chi crede fermamente “io sono le mie opinioni e le mie convinzioni; le mie idee sono la mia identità”, dunque si sentirà minacciato se qualcuno la pensa in modo diverso.
Tuttavia, la persona con una mente aperta e critica non lega la sua identità alle sue convinzioni, perché sa che queste possono essere modificate e aggiornate.
Il suo unico bisogno è convalidare realtà dimostrabili e non lasciarsi manipolare. In questo modo rafforza l’immagine di sé e sta bene.
Ma questo fine richiede, ovviamente, di essere sempre critici, meticolosi, curiosi e pazienti per contrastare ogni informazione. Ciò richiede tempo, risorsa a oggi piuttosto scarsa.
Conclusioni
Mantenere un approccio critico può essere estenuante. Tuttavia, ricordiamo sempre che prendere il controllo dei propri schemi di pensiero si rivela estremamente importante per evitare di essere ingannati e manipolati.
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