Il più grande esperimento di intelligenza mai realizzato

Questo esperimento di intelligenza conferma, ancora una volta, che svolgere regolarmente attività fisica offre incredibili benefici al nostro cervello.
Il più grande esperimento di intelligenza mai realizzato
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 20 marzo, 2023

Nel gennaio del 2020, in collaborazione con il Dott. Adam Hampshire dell’Imperial College di Londra, la BBC ha avviato quello che può essere considerato il più grande esperimento di intelligenza mai realizzato. Ciò che lo differenzia da tanti altri test è l’altissimo riscontro numerico dato dalle oltre 250.000 persone coinvolte.

Come segnala lo stesso Adam Hampshire, “è l’equivalente di un test durato 125.000 ore o 14 anni”. Sono già disponibili i primi risultati del più grande esperimento di intelligenza mai realizzato; ma tranquilli, non è finito ed è ancora possibile partecipare.

“La maggior parte degli uomini ha una capacità intellettuale molto superiore all’uso che fanno della stessa.”

-José Ortega y Gasset-

Viene chiesto ai partecipanti di accedere a una piattaforma e rispondere ad alcune domande, per poi completare una prova. Non si tratta di un test del QI, bensì di un esame globale riguardante vari aspetti legati alla cognizione e all’intelligenza emotiva.

Mente con processi neuronali in vista.

Il più grande esperimento di intelligenza al mondo

Come già segnalato, fin’ora hanno partecipato oltre 250.000 persone, la maggior parte di origine inglese (il che potrebbe rivelarsi un dato non del tutto rappresentativo), ma di genere ed età variabili.

La prima parte di questo esperimento sull’intelligenza umana prevede diverse domande sullo stile di vita della persona. Lo scopo di questa sezione è raccogliere informazioni su aspetti quali l’alimentazione, l’uso della tecnologia e le abitudini dei partecipanti.

Nella seconda fase, bisogna realizzare una serie di esercizi legati a diverse abilità cognitive, come la risoluzione dei problemi, la memoria, il ragionamento spaziale, ecc.

Si svolgono poi una serie di prove mirate a ottenere informazioni sull’intelligenza emotiva dei partecipanti. Infine, si incrociano i risultati di entrambe le fasi per trarre le dovute conclusioni.

La risoluzione di problemi e l’età

I dati ottenuti finora confermano alcune premesse già note sull’intelligenza, per esempio che l’età non è un fattore determinante; se da una parte esistono abilità cognitive più evidenti a determinate età, queste non necessariamente spariscono o si affievoliscono con il passare degli anni.

Si evince inoltre che l’abilità di problem solving raggiunge l’apice nel decennio che va dai 20 ai 30 anni. A partire da questo momento, inizia un leggero declino, legato strettamente a problemi cognitivi nello svolgimento di prove in tempi reali.

I risultati non parlano della capacità di risoluzione di problemi per prove prolungate nel tempo. L’esperimento, insieme ad altri studi realizzati in precedenza, prova che più avanza l’età più il cervello rallenta le sue funzioni.

Ragazzo giovane riflette appoggiato al muro.

Dati innovativi

Uno dei dati innovativi di questo esperimento è che il ragionamento verbale migliora con l’età. Lo studio ha sfatato la credenza secondo cui l’apice del ragionamento verbale si raggiunga intorno ai 60 anni e che poi inizi a decrescere, dimostrando invece che continua a migliorare fino a dopo gli 80 anni.

Un altro dato interessante riguarda la memoria. Secondo il più grande esperimento di intelligenza, i punteggi migliori in questo ambito sono stati ottenuti dai giocatori assidui di videogiochi. In particolare, questo segmento ha rivelato una miglior memoria spaziale. Un dato molto interessante se si considera che i videogiochi sono da sempre ritenuti inutili, se non degradanti, da un punto di vista cognitivo.

L’esperimento ha dimostrato inoltre che le persone che usano spesso i social network godono in generale di una peggiore salute mentale. Molti di questi hanno mostrato sintomi di ansia e depressione, forse dovute ai continui confronti con gli altri sul web e al costante giudizio sui social.

Lo studio conferma, infine, che lo stile di vita ha un peso enorme sull’intelligenza di una persona. Nello specifico, il cervello sembra lavorare meglio quando si fa sport. Oltre a ciò, mantenersi mentalmente attivi e imparare una lingua, a qualsiasi età, sono due antidoti contro l’invecchiamento cerebrale.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Andere, E. M. (2020). ¡ Aprender!: Emociones, inteligencia y creatividad. Siglo XXI Editores México.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.