Il sorriso del neonato: cosa esprime?

Il sorriso del neonato: cosa esprime?
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

La maggior parte dei gesti o dei suoni prodotti da un bebè in genere stimolano un forte senso di tenerezza. Ma c’è un gesto particolarmente irresistibile: il sorriso del neonato. Vedere un essere ancora così piccolo scoppiare in una risata risveglia il nostro lato più tenero ed è altamente contagioso.

Ma che significato ha il sorriso del neonato? A seconda dell’età e della circostanza che lo ha prodotto, può trasmettere un messaggio diverso. Si verifica qualcosa di simile al pianto: in mancanza delle parole, sorridere serve come mezzo per comunicare intenzioni e necessità.

Il neonato piange perché ha fame, gas intestinali, febbre, sonno, il pannolino da cambiare… vale la pena, però, capire anche cosa esprime il sorriso di un bambino.

Il sorriso del neonato nelle prime settimane è un atto riflesso

Secondo numerosi studi, nelle prime settimane di vita il sorriso del neonato è un atto riflesso. Sorge in modo involontario e automatico, perché così è scritto nei nostri geni. Il muscolo responsabile di questo gesto è il risorio, presente soltanto negli esseri umani.

Questo significa che il piccolo sorride anche senza la presenza di uno stimolo divertente. Sarà sufficiente sentire un suono piacevole, vedere qualcosa che luccica o il viso della madre. Uno sguardo pieno d’amore è già un buon motivo per sorridere.

Con il passare delle settimane, diventa una risposta a uno stimolo preciso e il mezzo per esprimere più sfumature emotive. Vediamo insieme l’evoluzione del sorriso con il passare dei mesi.

Il sorriso di un neonato

A due mesi esprime benessere

Due o tre mesi dopo la nascita, il sorriso comincia a essere espressione di benessere. Il bambino lo abbozza quando è soddisfatto o semplicemente se tutte le sue necessità primarie vengono soddisfatte. È il segnale più puro di armonia e felicità. Così, se il vostro bimbo sorride, potete stare tranquilli: la vita gli sorride.

È una risposta flessibile, indotta da più di una circostanza. Ad esempio, sorride perché ha preso il latte e si sente sazio oppure dopo un bagnetto caldo, perché si sente pulito e profumato. La mattina, al risveglio, se ha dormito bene sarà felice se lo prendete in braccio per giocare con lui.

Dal quarto mese comincia a essere consapevole

Verso i primi cento giorni di vita e fino al sesto mese circa, si produce il cosiddetto “sorriso cosciente”, selettivo e anticipatorio. Si tratta, cioè, di una risposta a uno stimolo esterno che genera piacere o riconoscimento. È segno che il bambino si sta abituando a una routine di cure e attenzioni quotidiane.

Lo stimolo può essere la voce della mamma, una canzone, una persona sorridente che gli si avvicina al volto. Bisogna ricordare che a questo punto il bambino sa distinguere tra un viso familiare e uno estraneo. Questo è il motivo per cui, in genere, non è molto espansivo con gli sconosciuti e riserva il sorriso per lo più solo ai familiari. 

Supponiamo che al bambino sia piaciuto qualcosa e sorrida. In questa fase, se l’adulto ripete il gesto, il bambino farà un nuovo sorriso, trasformandolo, a poco a poco, in una risata sonora e gioiosa. Solitamente il primo gesto in grado di stimolare la risata del bimbo è la famosa “pernacchietta” sulla pancia oppure il gioco del cucù, in cui l’adulto nasconde il viso tra le mani e ne sbuca fuori improvvisamente.

Dopo il quarto mese di vita, oltre alla risata cosciente, compare anche il gesto contrario: è il momento in cui il bambino comincia a esprimersi attraverso il pianto per manifestare il suo disagio.

A 6 mesi mostra diversi tipi di sorriso

Dopo i primi sei mesi, il bambino sa già utilizzare diversi tipi di sorriso a seconda di cosa vuole esprimere: allegria, approvazione, divertimento… A mano a mano che il piccolo cresce, le sue percezioni e sensazioni sono sempre più precise; la varietà di sorrisi che sfoggia è la dimostrazione della ricchezza emotiva che comincia ad acquisire. Grazie a questa evoluzione, sentiremo gli scoppi di ilarità che tanto ci piacciono e ci contagiano.

Acquistando la capacità di far ridere gli altri mediante i vocalizzi, la ripetizione delle sillabe, il linguaggio del corpo, il bambino rafforza le sue abilità sociali e comincia a voler essere al centro dell’attenzione e a prendere parte a ogni gioco.

Bambino sorride mentre gioca

Dal 9 mese in poi il sorriso del neonato è pienamente cosciente

Verso l’anno di età il sorriso del bambino è così evoluto da essere usato in modo volontario come risposta cosciente a stimoli precisi. È un sorriso completamente “sociale”, utilizzato per esprimere felicità, sorpresa o divertimento, ma anche da non utilizzare in caso di paura, angoscia o rabbia.

Quando il piccolo sorride, è importante che l’adulto risponda in modo affettuoso e gradevole: con un altro sorriso, una carezza, un abbraccio, una coccola. Si tratta del modo migliore per consolidare il legame affettivo e l’attaccamento sicuro.


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