Illusione di trasparenza: sto male e non te ne accorgi

Illusione di trasparenza: sto male e non te ne accorgi
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Molte persone soffrono di illusione di trasparenza. Pensano che le loro emozioni, la loro tristezza o disperazione siano visibili a prima vista e che siamo tutti obbligati a indovinare il loro stato d’animo, a captare subito i loro bisogni. Il fatto è che non sempre siamo un libro aperto, dunque se abbiamo davvero bisogno di qualcosa, non abbiamo altra scelta se non quella di essere assertivi.

Probabilmente conoscete tutti questo fenomeno. Di fatto, la maggior parte di noi l’ha sperimentato in prima persona in diversi modi. Ad esempio, quando parliamo in pubblico è normale pensare “di sicuro tutti vedono quanto sono nervoso/a”, quando in realtà il pubblico ha percepito solamente la nostra capacità oratoria e la nostra sicurezza.

Altre volte torniamo a casa dopo aver trascorso una bruttissima giornata, di quelle che vedono realizzarsi la legge di Murphy in tutti i suoi enunciati. Tuttavia, il partner o i familiari non sono in grado di captare nemmeno un segnale di questa terribile giornata.

Non tutti siamo trasparenti come crediamo di essere, i nostri universi interiori non sono schermi televisivi o specchi che riflettono il caos emotivo che abbiamo dentro. Tuttavia, non c’è motivo di arrabbiarsi o disperarsi per questo. Gli altri non sono obbligati a scrutare quotidianamente il nostro viso per “indovinare” se stiamo bene o male.

L’ideale sarebbe esprimere spontaneamente a voce alta “che brutta giornata ho avuto oggi!”. Ci sono persone che purtroppo si arrabbiano, si sentono sminuite se gli altri non sono in grado di leggere nella loro mente e capire cosa succede senza bisogno di esprimerlo a parole.

Uomo davanti allo specchio illusione di trasparenza

Illusione di trasparenza: guarda quanto sto soffrendo!

Carlo ed Eva questa sera festeggiano il loro anniversario. Stanno insieme da due anni e hanno prenotato un tavolo in un bel ristorante. Tuttavia, Eva si accorge che Carlo ci sta mettendo tanto a prepararsi. Preoccupata, bussa alla porta del bagno e chiede se va tutto bene. Poco dopo Carlo esce e le dice che non vuole andare fuori a cena, che non gli va.

Eva non capisce cosa stia succedendo. Con reticenza Carlo riferisce che non gli va, che non se la sente di festeggiare l’anniversario perché non crede che le cose stiano andando bene tra loro e che Eva non si accorge di nulla. Eva, sconcertata e ansiosa, gli chiede cosa c’è che non va: “Le cose al lavoro non vanno bene. Forse mi licenziano, vivo una situazione di ansia totale da due giorni e tu non ti sei accorta di nulla”. La risposta di Eva è molto semplice: “Ma perché non mi hai detto nulla?”.

Questo esempio in realtà riflette una situazione molto comune, più di quanto pensiamo. Non c’è solo un chiaro problema di comunicazione, ma anche una distorsione cognitiva molto pericolosa che ci spinge a pensare che gli altri siano in grado di indovinare i nostri stati emotivi al primo sguardo, come se avessero un radar infallibile nell’individuare i problemi.

Ragazza preoccupata che ha litigato con il fidanzato

D’altra parte, sempre basandoci sull’esempio di Carlo ed Eva, possiamo affermare che una persona si trascina dietro le sue preoccupazioni in solitudine insieme a una chiara illusione di trasparenza. Carlo ha talmente presente la sua angoscia emotiva da dare per scontato che anche Eva la percepisca, ma questo non sempre accade.

Non siamo specchi: se vogliamo o ci serve qualcosa, dobbiamo imparare a comunicarlo

Sappiamo che l’empatia, il linguaggio corporeo o la connessione che esiste con le persone che amiamo ci consentono di avvertire i bisogni o gli stati emotivi altrui senza doverli esprimerli a parole. A volte, però, questa connessione può venire meno per diversi motivi.

Una persona può leggere nell’altra un’emozione, ma non il problema sottostante. Può chiedere: “Che succede?” e sentirsi rispondere: “Nulla”. All’illusione di trasparenza spesso si aggiunge la mancanza di efficacia comunicativa e l’immaturità emotiva. Sono cavalli di Troia che si insinuano nei rapporti affettivi e che bisogna imparare a gestire con fermezza e maturità.

Coppia

Come gestire l’illusione di trasparenza?

È importante segnalare che tutti, chi più chi meno, applichiamo l’illusione di trasparenza nella vita di tutti i giorni e nei modi più disparati. Per quanto riguarda le relazioni di coppia, si tratta di una dinamica molto comune perché in qualche modo abbiamo bisogno che il partner indovini cosa ci sta accadendo, cosa ci manca, cosa ci serve.

Desideriamo un legame talmente intimo da dimenticare che l’amore non ci dona poteri psichici, mentali o soprannaturali. Non possiamo indovinare quello che pensa o sente l’altra persona. Per questo motivo, bisogna tenere conto di alcuni aspetti:

  • Non dobbiamo dare per scontato che l’altra persona sia obbligata a sapere cosa ci succede in ogni momento della giornata.
  • Una relazione affettiva sana si basa sull’assertività, sulla capacità di esprimere apertamente cosa proviamo, cosa ci serve, cosa ci dà fastidio o ci fa male.
  • Non siamo trasparenti come crediamo di essere e il partner non è sempre recettivo e in grado di intuire al volo i nostri stati emotivi come crediamo. A volte, la routine e il lavoro ci tengono occupati e non siamo così “dipendenti” dal partner, ma questo non significa che non lo amiamo o non abbiamo a cuore quello che lo riguarda.
  • Tutte le preoccupazioni vanno espresse e comunicate subito. Rimandare o posticipare significa solo aumentare il problema che, quindi, diventa difficile da risolvere.

In conclusione, dato che l’argomento trattato in questo articolo di sicuro non vi è nuovo, vi invitiamo a lavorare sulla vostra illusione di trasparenza e a ridurre il più possibile questa distorsione cognitiva per migliorare la qualità dei vostri rapporti interpersonali.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.