Imparare a essere forti per essere felici

I periodi complicati sono utili perché ci aiutano a diventare più forti. Essere forti non implica però alzare mura o filo spinato, bensì ricordare che anche da queste fasi della vita si può imparare a essere felici.
Imparare a essere forti per essere felici
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Prima o poi, arriva un momento nella vita in cui dobbiamo imparare a essere forti. La vita è capace di insegnarci diversi modi per costruire la nostra forza interiore. Una volta concluso questo percorso di apprendimento, saremo in grado di spronarci, di darci forza e di affrontare qualsiasi avversità. Alle volte, dimentichiamo un aspetto fondamentale: il tempo non è solo un’occasione per raggiungere i nostri obiettivi, ma anche per imparare a essere felici.

“Cerca la felicità qui, non altrove. E fallo oggi, non domani”. Queste parole del poeta Walt Whitman non potrebbero essere più giuste. Eppure, per chi ha appena affrontato un periodo particolarmente complicato, applicare questi consigli non è sempre facile.

Non lo è, in primo luogo, perché quando si vivono dei momenti difficili, ci costa molta fatica rivolgere lo sguardo sul presente. Inoltre, camminiamo per il mondo in posizione difensiva, facendo attenzione che nulla di quanto successo possa colpirci di nuovo. Guardiamo al nostro passato, ricordando quanto accaduto e cercando di imparare da esso in modo da essere preparati per ciò che potrebbe succedere in futuro.

Se avete dovuto affrontare un momento negativo, complesso o traumatico, non forzatevi a essere forti, ma cercate piuttosto di essere flessibili. La tentazione di porvi sulla difensiva può essere molto forte, insieme a quella di proteggervi in modo che nessuno possa ferirvi come è capitato in passato.

«Colui che vince un altro è potente; colui che vince se stesso è superiore.»
-Lao Tse-

Foglia con cuore e come imparare a essere forti

Imparare a essere forti per poi imparare a essere felici

La vita quotidiana ci fornisce numerose occasioni per imparare; così come fanno le nostre relazioni, ciò che leggiamo e qualunque cosa scopriamo ogni secondo della nostra vita. Eppure, c’è un aspetto che vale la pena di approfondire: le persone che hanno attraversato un momento difficile non sempre riescono a darsi nuove occasioni per essere felici. Un po’ come se preferissero uscire di casa tutti i giorni con un ombrello, anche quando non minaccia di piovere.

Diceva Antistene, filosofo greco e fondatore della scuola cinica, che uno dei nostri propositi deve essere quello di rendere la nostra anima una fortezza inespugnabile. Ma a cosa serve trasformarci in un muro impenetrabile? La luce non potrà mai attraversarlo, gli interni resteranno sempre al bui e, cosa peggiore, il suo ingresso inaccessibile a tutti.

Chi insiste nel voler sviluppare una personalità forte a tutti i costi finisce spesso col vivere sulla difensiva per paura di essere nuovamente ferito. Ma non è questa la strategia migliore. La felicità, infatti, non va d’accordo con la paura né con i meccanismi difensivi.

Uomo che riflette al tramonto

Imparare a essere forti e felici scoprendo le proprie priorità

Da quando Martin Seligman ha posto le basi della psicologia positiva negli anni 90, gli approcci in questo campo sono cambiati. Sono state tantissime le pubblicazioni su come essere felici, sotto la spinta di sedicenti guru e scrittori che promettono di fornire il segreto della felicità e della realizzazione personale.

Ma chi ha superato un periodo complicato e traumatico non sempre riesce a ottenere da questi libri l’aiuto sperato. Esperti sull’argomento, come gli psicologi Jerome Wakefield dell’Università di New York, e Allan Horwitz dell’Università Rutgers, hanno scritto un libro intitolato La perdita della tristezza. Un testo che racconta alcuni interessanti aspetti sul questo argomento.

Un esempio è che al giorno d’oggi diamo eccessiva priorità al raggiungimento della felicità, qualsiasi sia il suo prezzo. Insistiamo talmente tanto in questo proposito da mettere da parte, secondo gli esperti, tutto il nostro repertorio di emozioni come angoscia, paura e tristezza. Emozioni che chi ha dovuto affrontare un momento delicato ha accumulato in eccesso. Come possiamo imparare a essere forti e, dunque, felici? Cosa possono fare queste persone per raggiungere il proprio benessere personale?

Consapevolmente o inconsapevolmente, queste persone sono in possesso di un importante vantaggio. Chi non ha affrontato momenti complicati, infatti, tende spesso a idealizzare il concetto di felicità con l’idea di una famiglia perfetta, del lavoro dei sogni o del viaggio di una vita. Chi ha imparato a essere forte, riesce a dare importanza a cose più semplici, ma fondamentali, come la calma, l’equilibrio, l’affetto delle persone care e il benessere personale.

Sono queste dimensioni, in definitiva, che costituiscono le basi per la felicità autentica.

Donna che pensa sul molo

Il segreto del benessere è la combinazione di diversi fattori

La vita vi ha reso forti, ma ora dovete imparare a essere felici. Avete dovuto affrontare tormente e momenti di profonda difficoltà che vi permettono ora di guardarvi e sapervi riconoscere in quanto persone determinate.

Eppure, a questa consapevolezza interiore dovete aggiungere altre capacità come essere flessibili, recettivi, saper accettare il cambiamento e sapervi guardare intorno per apprezzare chi cammina al vostro fianco.

Nel bel mezzo di questo sentiero si trova una chiave che vi permetterà di lavorare sulla vostra felicità. Forse la chiave più importante di tutte, di cui ci parlò ai tempi Viktor E. Frankl nel suo celebre libro L’uomo in cerca di senso. Ci riferiamo alla capacità di saper dare uno scopo alla propria vita.

Dare essa un significato, una forza intrinseca che motiva e che possa accendere il nostro entusiasmo e i nostri sogni. Un motore interiore che ci spinga ogni mattina a tentare di dare il meglio, a raggiungere i nostri obiettivi e a mettere da parte ciò che non è significativo. È su questo che siamo chiamati tutti a lavorare.


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