Indossare una maschera per adattarsi

La quotidianità ci trasmette il messaggio secondo cui per inserirsi socialmente è necessario rispettare una serie di parametri considerati “normali”. Proprio per questo le maschere sociali possono essere alleate oppure ostacoli.
Indossare una maschera per adattarsi
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Vivere in società ci offre grandi vantaggi in quanto specie, poiché l’interazione con gli altri è essenziale per mantenere la salute fisica e psicologica. Tuttavia, per essere accettati dal gruppo, siamo costretti a inserirci nel ristretto stampo dell’apparente “normalità”. Coloro che in qualche modo differiscono sono costretti a indossare una maschera e questa strategia può essere molto dannosa.

Vi siete mai sentiti costretti a indossare una maschera, fingere di essere diversi per essere accettati in una situazione sociale? Forse quando, nel dolore dovevate sorridere ed essere molto più gentili al lavoro.

In qualche modo, le persone neurodivergenti devono ricorrere a questo camuffamento ogni giorno per adattarsi alla società. Un fenomeno che possiamo osservare nella serie L’Amore nello spettro.

Donna che si toglie la maschera.

Cos’è il mascheramento?

Il mascheramento è una strategia di coping che consiste nell’adattare la condotta a quanto ci si attede socialmente. Una sorta di camuffamento sociale con il fine di apparire socialmente competenti e adattarsi a ciò che è inteso per normalità.

Lo scopo è dunque nascondere i segni di divergenza e ad agire in modo neurotipico. Si tratta di una consuetudine che nella giusta misura può essere molto adattiva, ma che può anche limitare fortemente quando finiamo per dissolvere completamente la nostra identità.

Si intendono per neurotipiche le persone che presentano un tipico sviluppo neurologico, ovvero pensano, sentono e agiscono come la maggior parte della popolazione. Dal canto loro, le persone neurodivergenti presentano una diversa comprensione e interpretazione della realtà.

Sebbene la loro visione sia valida alla pari di quella del resto, sono spesso incomprese e per questo costrette a fingere per evitare il rifiuto.

Come si manifesta?

Facciamo alcuni esempi per capire meglio cosa si intende per indossare una maschera:

  • Sforzarsi di guardare negli occhi quando si dialoga.
  • Modulare la voce per rendere la conversazione più attraente e coinvolgente.
  • Pensare eccessivamente a quando parlare, quando interrompere il proprio e quali commenti potrebbero essere scortesi o irrispettosi.

Chi tende a indossare una maschera?

Le persone neurodivergenti sono spesso costrette a ricorrere a questo camuffamento sociale. Alla luce di ciò, soprattutto chi si trova all’interno dello spettro autistico ne fa un uso maggiore .

Le donne tendono a metterlo in pratica con maggiore frequenza e abilità; in genere sono più capaci di adattare il loro comportamento, motivo per cui la situazione passa spesso inosservata.

Allo stesso modo, chi soffre di disturbi psicologici come il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo borderline di personalità è solito indossare una maschera sociale.

Anche la popolazione generale può ricorrere a questa strategia in determinate situazioni, soprattutto coloro che hanno difficoltà o mancanza di abilità sociali.

Indossare una maschera: conseguenze e problemi associati

A prima vista la tendenza a indossare una maschera sociale può sembrare molto funzionale; di fatto svolge la sua funzione adattativa.

Consente un maggiore successo sociale e può anche impedire a persone diverse di subire atti di bullismo a scuola o al lavoro. Tuttavia, a lungo termine può avere gravi conseguenze per la salute mentale. Per esempio:

  • Dover recitare o fingere costantemente provoca logorio psicologico. Dopo periodi di interazione sociale, la persona potrebbe sentirsi esausta, sopraffatta e aver bisogno di tempo da sola per ricaricarsi.
  • Per mimetizzarsi, bisogna concentrare tutte le energie nel seguire alcune linee guida prestabilite: stabilire un contatto visivo, rispettare i turni di conversazione, scegliere con cura le parole… Tutto ciò non facilita l’attenzione riguardo al contenuto della conversazione. Ne consegue che l’esperienza non risulta profonda o significativa come potrebbe essere.
  • Quando il mascheramento viene mantenuto quotidianamente e per lungo tempo, può portare a episodi ansiosi e depressivi e persino alla dissociazione. La persona vive distaccata dai suoi veri pensieri, sentimenti e impulsi dovendoli costantemente dirigere e modificare.
  • Il problema maggiore è rappresentato dal fatto che questa strategia non allevia il disagio dell’individuo né aggiunge nulla alla sua particolare esperienza. Invalida solo la sua visione del mondo per adattarla a quella degli altri.
Uomo esausto perché è abituato a indossare una maschera.

Empatia e tolleranza per la diversità

Il modo per evitare le spiacevoli conseguenze descritte consiste semplicemente nel coltivare l’empatia. In quanto esseri sociali, dobbiamo aprirci alla diversità per capire che ci sono modi diversi di interpretare il mondo e che sono tutti validi.

È importante imparare a mettersi nei panni di un’altra persona e capire la sua prospettiva in modo da non costringerla ad adattarsi alle nostre condizioni.

Quando la differenza smetterà di essere vista come negativa o motivo di rifiuto, potremo smettere di indossare maschere e relazionarci manifestando il nostro vero Io.


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