Mi piaccio: non ho bisogno di piacere a tutti

Crescere significa, tra le altre cose, rendersi conto che non bisogna compiacere tutti per essere felici. Basta amare e rispettare se stessi. Riflettiamo su ciò in questo articolo.
Mi piaccio: non ho bisogno di piacere a tutti
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 12 febbraio, 2023

Il mio modo di essere è autentico e non ho bisogno di fingere per piacere a tutti. Pratico da tempo il valore della dignità personale, non sono schiavo di nessuno e non ho bisogno dell’approvazione altrui per essere felice. Mi piaccio e questo è sufficiente.

Risulta fondamentale giungere alla suddetta conclusione il prima possibile nel proprio ciclo di vita. È un’idea che ogni adolescente dovrebbe adottare, e che ogni individuo dovrebbe mettere in pratica per raggiungere un adeguato equilibrio interiore e benessere emotivo.

Non sono quello che ti aspetti, accettami per quello che mi definisce, per il mio modo di essere, per il mio modo di renderti felice: costruiamo un mondo in cui né tu né io ci spingiamo a smettere di essere “io” e “te”.

Sappiamo che non è sempre facile agire così. Abbiamo la sensazione che se non piacciamo a tutti, non saremo accettati. La vita, però, non si costruisce con il bisogno di dover essere amati: basta sapersi rispettare.

Sentiamo il bisogno di essere apprezzati dalla famiglia del partner, andare d’accordo con i suoi amici e adattarci ai suoi colleghi. Ognuno di noi dovrebbe tenere in considerazione che è impossibile accontentare tutti. Ogni persona è unica, tutti abbiamo il nostro modo di essere, di vedere il mondo, di vivere la vita.

Se non ti piaccio, almeno accettami, rispettami. Molto probabilmente c’è un aspetto, o più, di me che ci unisce, molto probabilmente nonostante le nostre differenze, possiamo arricchirci a vicenda.

E se così non fosse, non succederà nulla. L’essenziale è accettare noi stessi: l’amor proprio è una relazione che dovrebbe durare una vita.

Io sono me, mi piaccio e mi accetto nel mio modo di essere: sono un dono

Donne in bicicletta.

Siamo un dono per noi stessi e nessuno può dirci il contrario. Solo noi sappiamo cosa abbiamo vissuto, gli ostacoli superati; il nostro modo di essere è la finestra che ci permette di vedere il mondo con tutta la sua intensità, in libertà e integrità.

Sono come sono, non pretendo di essere una versione di nessuno o un burattino guidato dalle corde di altre persone: ho una voce, un cuore e so cosa mi merito in questa vita per essere felice.

Il nostro modo di essere non è definito solo da tratti quali estroversione, timidezza o introversione. È un amalgama di sfumature in cui sono inscritti esperienze vitali, pensieri e apprendimento. Sono fallimenti e ferite, ma sono anche trionfi e strade percorse dalla felicità.

Le avversità insegnano e i successi guidano, ogni esperienza costruisce il nostro modo di essere; in esso si integrano anche gli stili educativi, i valori che assumiamo o quelli a cui rinunciamo, e l’essenza di ogni persona che attraversa la nostra vita.

  • Il nostro modo di essere è l’energia che spinge e che deve mettere barriere a ciò che non vogliamo nella vita, a ciò che non ci definisce.
  • Le persone che cercano di adattarsi a tutti hanno bisogno prima di ogni cosa dell’approvazione. È allora che si sentono completi, ma se ci limitiamo a cercare l’approvazione giorno per giorno, smetteremo di essere noi stessi.
  • Lo psicologo e scrittore Wayne Dyer era solito dire che il 50% delle persone che incontriamo ogni giorno probabilmente sarà contraria alle nostre opinioni. Se incontriamo qualcuno a cui non piace quello che diciamo o quello che facciamo, non dobbiamo preoccuparci: un altro 50% ci supporterà.
  • Da bambini veniamo educati al bisogno di piacere a tutti: sorridere, stringere la mano, non bisogna fare questo… Trascorriamo buona parte della nostra vita “in cerca di approvazione”, fino a quando un giorno, all’improvviso, ci rendiamo conto che accontentare tutti è impossibile.
Donna con sciarpa rossa che afferma mi piaccio.

Cercare di accontentare tutti renderà infelice

Il buddismo lo dice sin dai tempi antichi: se ci ostiniamo a piacere a tutti, troveremo solo sofferenza e infelicità.

Non ne vale la pena, non è necessario amare chi ha un cuore egoista, chi non riconosce, chi manca di nobiltà e chi semplicemente non si adatta al proprio modo di intendere il mondo.

Sono parte di tutto quello che ho trovato sulla mia strada, il mio modo di essere è la mia essenza e la mia identità. Mi ci è voluto molto tempo per arrivare dove sono e non posso permettermi di fingere di essere chi non sono solo per rendere felice gli altri.

Se ci pensiamo, niente potrebbe provocare maggiore stress e sofferenza emotiva che il tentativo di accontentare tutti. Tuttavia, sappiamo anche che “non piacere” può causare più di una critica e di un rimprovero.

  • Bisogna capire che le critiche sono più legate a chi le rivolge piuttosto che a chi la riceve. Non ci definiscono, spesso sono il riflesso della frustrazione di chi ti critica.
  • Non è sano vivere dipendendo dalle opinioni altrui, né sotto il giogo di trovare l’approvazione: si diventerà schiavi del mondo invece di essere il proprietario del proprio cuore.

La vita è diversità, e le persone hanno così tante sfumature che vale la pena di essere uniche, autentiche e mantenere sempre un’adeguata dignità. Ama te stesso per quello che sei, ama te stesso per quello che sei.

Uomo cammina con cane.

Immagini per gentile concessione di Jo Parry e Pascal Campion


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