Intelligenza artificiale e psicologia

L'intelligenza artificiale e la psicologia si trovano in un rapporto simbiotico molto produttivo. Eppure, lo sviluppo di tale simbiosi non è esente da sfide complicate, come la definizione di alcune norme che ne regolano la schiavitù sociale.
Intelligenza artificiale e psicologia
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Intelligenza artificiale e psicologia sono strettamente correlate. In questo articolo analizziamo tale legame, dandone una definizione e spiegandone le conseguenze. Accompagnateci in questo viaggio!

Iniziamo dando una definizione di entrambe le discipline. La psicologia, secondo l’Accademia della Crusca è “la scienza o lo studio della mente e della condotta di persone e animali”. L’intelligenza artificiale è “una disciplina scientifica che si occupa di elaborare programmi informatici in grado di eseguire operazioni simili a quelle eseguite dalla mente umana, come l’apprendimento o il ragionamento logico”, secondo la stessa Accademia della Crusca.

L’aspetto più triste della vita in questo momento è che la scienza raccoglie conoscenza più velocemente di quanto la società raccolga saggezza.

-Isaac Asimov-

Intelligenza artificiale e psicologia

Branche della psicologia associate all’intelligenza artificiale

La psicologia e l’intelligenza artificiale sono interconnesse. Entrambe fanno riferimento alla sfera cognitiva, al comportamento e alle emozioni. Tuttavia, sono discipline di diversa natura, ma questo non significa che non possano intersecarsi. Vediamo le branche della psicologia associate all’intelligenza artificiale:

  • Psicologia educativa. Viene presentata l’innovazione in campo pedagogico per affrontare l’apprendimento in modo diverso, ma efficace. A tale scopi, si fa uso di elementi dell’intelligenza artificiali, come sistemi di tutor intelligenti, robotica educativa e neuroeducazione.
  • Neuroscienze. L’intelligenza artificiale aiuta la ricerca in questo campo.
  • Clinica. Lo psicologo verrà sostituito dai robot?
  • Psicologia cognitiva. La sua origine è stata influenzata da paradigmi cibernetici e ha permesso una migliore comprensione delle abilità umane. Attualmente, di fatto, sono diversi i contributi dell’intelligenza artificiale per quanto riguarda la ricerca.

Per esempio, lo psicologo Ramos Franco, nel suo articolo sui falsi miti e sulle verità della psicologia cognitiva e dell’intelligenza artificiale, ci mostra le evoluzioni della psicologia in quanto scienza e il legame di quest’ultima con il contesto lavorativo interdisciplinare dell’intelligenza artificiale (scienze che, secondo l’autore, si influenzano a vicenda).

E inoltre…

  • Branca organizzativa. Una delle sfide di questa branca della psicologia è potenziare il processo di selezione per mezzo di sistemi di intelligenza artificiale.

Sono molti i campi della psicologia che possono nutrirsi di intelligenza artificiale. D’altra parte, possiamo vedere i contributi di entrambe ad altri campi della ricerca. Carlos González Tardón, laureato in psicologia, dimostra in un suo articolo in che modo intervenire in psicologia e psicoterapia con essere replicanti, offrendoci quindi informazioni sui nuovi strumenti della psicologia sperimentale.

Intelligenza artificiale e psicologia nella psicoterapia presente e futura

Oggi è già possibile notare i progressi dell’intelligenza artificiale, sfruttata per migliorare gli interventi psicoterapici. Straordinario, vero? Idee che prima trovavano spazio solo nella nostra fantasia, adesso iniziano a prendere forma nella realtà.

Da un lato, sono in fase di realizzazione progetti su robot in grado di riconoscere emozioni e che possano così rendere più facile la vita di alcune persone. Stiamo parlando dei robot assistenziali, in grado, per esempio, di accompagnare le persone affette dal morbo di Alzheimer. Ma non solo, sono in atto altri progetti per rendere più facile la vita di chi necessita di assistenza per muoversi. Incredibile!

Oltre agli androidi, vengono utilizzati sistemi di intelligenza artificiale anche in psicoterapia. Ad esempio, si lavora con la realtà virtuale su persone affette da disturbo post-traumatico da stress.

Psicologia e robotica

Questioni etiche

L’idea di poter contare su metodi rivoluzionari, che contribuiscano al nostro benessere, può sembrare meravigliosa. Tuttavia, comporta anche problemi etici che dobbiamo risolvere se vogliamo che tali metodi si integrino ulteriormente nel panorama quotidiano.

Non c’è dubbio sul fatto che il contributo della tecnologia possa migliorare la qualità della vita di molte persone. Viviamo sempre più a lungo e le famiglie sono sempre più disgregate, mentre il tempo sembra restringersi nella crescente quantità di fronti aperti su cui contiamo.

Così, ad esempio, quando installiamo un programma nel nostro computer o un’applicazione sul nostro cellulare, scegliamo il tasto “accetta” per stringere accordi a condizioni che poche volte leggiamo. Pensiamo che se la maggior parte delle persone le accetta, possiamo farlo anche noi. In questo modo, concediamo autorizzazioni su di noi che molto spesso ci sfuggono.

Il codice deontologico per rispondere alle questioni etiche

In un certo senso, deleghiamo ad altri un riesame che dovremmo fare noi stessi. D’altro canto, vediamo in che modo funzionano i social network. Bacheche di pubblicazioni di amici, circondate da pubblicità e da informazioni di tipo commerciale. Piattaforme di incontri gestiti da iniziative economiche e desiderose di conoscere i nostri gusti e i nostri interessi per monetizzare i loro prodotti.

Qualsiasi psicologo, nello svolgimento della sua professione fa leva su un codice deontologico. È consapevole dell’esistenza di alcune norme e del fatto che trasgredendole dovrà rispondere all’autorità competente. Ci riferiamo a una presa di coscienza che difficilmente una macchina può raggiungere.

Conclusioni: intelligenza artificiale e psicologia

Per riassumere, nella correlazione tra intelligenza artificiale e psicologia, forse i grandi pericoli sono: condividere dati troppo sensibili con una macchina programmata, in un linguaggio che l’utente non conosce e in assenza della dovuta consapevolezza dell’esistenza di alcune norme (codice deontologico), pensate per regolare determinati servizi, prestazioni o attività.


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  • Franco, L.A.R. (2014). Psicología cognitiva e inteligencia artificial: mitos y verdades. Avances en psicología, 22 (1), 21-27.

  • González Tardón, C.G. (2006). Interacción con Seres Simuladas. Nuevas Herramientas en Psicología Experiemental. En Una perspectiva de la inteligencia artificial en su 50 aniversario: Campus Multidisciplinar en Percepción e Inteligencia, CMPI 2006, Albacete, España, 10-14 de Julio del 2006 actas. Universidad de Castilla y la Mancha, pp. 438-449.


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