Intelligenza collettiva: di cosa si tratta?

Quando entriamo in contatto con menti intelligenti, anche la nostra intelligenza viene potenziata.
Intelligenza collettiva: di cosa si tratta?
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

I momenti più illuminanti della storia dell’umanità ci insegnano che gli individui che chiamiamo “geni” non sono quasi mai figure isolate e nate dal nulla. Queste menti privilegiate sono spesso circondate da uomini e donne altrettanto dotati intellettualmente. Da questi presupposti matura il concetto di intelligenza collettiva.

La storia della scienza è un chiaro esempio di intelligenza collettiva. I progressi di alcuni sarebbero impossibili senza quelli di altri. La scienza è da sempre una concatenazione di scoperte e conoscenze, in cui ogni collegamento fornisce gli elementi necessari per continuare. Senza Copernico non ci sarebbe stato Newton, e senza di lui, non ci sarebbe stato Einstein.

“L’intelligenza militare è composta da due termini contraddittori.”

-Groucho Marx-

Accade lo stesso in tutti gli altri campi. È questo il motivo per cui si hanno le cosiddette “età dell’oro” in un ambito o nell’altro. Si tratta di periodi in cui le scoperte e le conoscenze di menti diverse producono simultaneamente enormi progressi o sviluppi. Ciò accade anche in nuclei più piccoli come ambienti di lavoro, famiglie o gruppi di amici.

L’intelligenza, un fenomeno collettivo

Quando entriamo in contatto con menti intelligenti, anche la nostra intelligenza viene potenziata. Nessuno riesce a sviluppare la piena intelligenza nel totale isolamento. La capacità di intravedere e trovare delle soluzioni subisce l’influenza di chi abbiamo intorno. In un certo senso, essi stimolano o deprimono il nostro intelletto.

Menti connesse

Le idee volano in alto quando vengono condivise. La razionalità e la sensibilità delle persone le aiuta a crescere e a spiccare il volo. L’intelligenza degli altri ci rende più intelligenti e viceversa. In questo ambito anche il contesto è determinante.

Tale realtà ha diverse conseguenze. La prima, e più importante, è la consapevolezza che i legami con gli altri non riguardano solo la vita emotiva, ma anche il nostro livello di intelligenza. E viceversa. Anche noi contribuiamo a rendere gli altri più o meno intelligenti.

Anche la stupidità è un fenomeno collettivo

Siamo individui, ma siamo anche comunità. Entrambi i fatti sono registrati nella nostra essenza. La società attuale, tuttavia, enfatizza più il senso di individualità che di comunità. Uno degli ideali promossi, di fatto, è il raggiungimento del risultato personale: fare qualcosa che ci distingua dagli altri e che ci permetta di lasciare il segno nella storia.

La parte egoista del nostro essere, che tutti abbiamo, non è esattamente la più intelligente. Veniamo al mondo egoisti. Il bambino non può fare altro che vivere in funzione di se stesso e di tutto ciò che soddisfa i propri bisogni. Il permanere dell’egoismo in età adulta, dunque, ci mantiene nei territori più primitivi del  nostro ‘essere.

Persone connesse

Ci sono interessi che promuovono la stupidità collettiva. Buona parte di questa stupidità consiste nel credere che il proprio compito al mondo sia quello di vivere nell’esaltazione dell’Io, a ogni costo. Di conseguenza, si dimentica o sottovaluta il potere del gruppo; si vede la società come un tutto disgiunto, composto da individui che competono tra loro; si crede che lo scopo principale sia imporsi.

Intelligenza collettiva e collaborativa

Jean Piaget affermò che una delle caratteristiche morali di chi ha sviluppato l’intelligenza ai massimi livelli è la ricerca di soluzioni collaborative. Ciò presuppone aver compreso di essere interdipendenti e che qualunque bene individuale è irrilevante se non ne traggono beneficio anche gli altri.

I risultati individuali producono una soddisfazione invidiosa e passeggera. C’è una grande dose di aggressività latente nel desiderio di rendere inferiori gli altri, di esaltare se stessi. Riguarda sempre sentimenti di inferiorità e insicurezze. Si vuole essere al di sopra degli altri per ribadire il proprio valore, le proprie capacità. Tuttavia, tale convinzione sbiadisce tanto velocemente quanto emerge.

I grandi geni della storia non si sono mai rifiutati né rifiutano di imparare dagli altri. Al contrario, coloro che hanno fatto passi da gigante sono sempre partiti dai contributi altrui per edificare le proprie idee. E sono sempre stati incoraggiati ad andare avanti dal desiderio di risolvere problemi universali, non personali. Questo è un importante sintomo di intelligenza.

Intelligenza collettiva

Sebbene la scienza sia il più grande paradigma dell’intelligenza collettiva e collaborativa, la stessa logica può essere applicata alla quotidianità. Come? Comprendendo che facciamo tutti parte della stessa avventura, ovvero capire e trovare soluzioni, così da vivere in modo pieno e felice.


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