Introspezione liberatoria, come condurla
In termini generali, l’introspezione è definita come la capacità di osservare, frequentare e connettersi con il proprio mondo interiore. Questo processo viene affrontato per aumentare il livello di consapevolezza di chi siamo e cosa vogliamo davvero. L’introspezione liberatoria ci permette di identificare gli ostacoli che si frappongono alla nostra crescita personale.
Il contesto attuale è, per la maggior parte, estremamente alienante. Ci disconnette da noi stessi e ci induce a guardare solo fuori di noi. Spesso ci impone un modo di essere e di volere che non necessariamente coincide con chi siamo davvero. Ciò porta anche a un adattamento passivo o a un costante disagio.
È importante introdurre nella propria vita uno spazio necessario per condurre un’introspezione liberatoria. Non serve tanto: disponibilità di tempo, uno spazio adeguato e soprattutto la volontà autentica di navigare all’interno del proprio mondo interiore. A seguire vi diamo alcuni suggerimenti per aiutarvi in questo processo.
“La riflessione è l’occhio dell’anima.”
-Jacques Benigne Bossuet-
Utili consigli per condurre un’introspezione liberatoria
1. Contesto adeguato
Il contesto adeguato per condurre un’introspezione liberatoria comporta la scelta del momento e del luogo adatti. Il momento è quello in cui si è liberi dagli impegni e in cui nessuno ci può disturbare.
Il luogo è uno posto dove ci si sente a proprio agio. Se disponete di un luogo appartato e silenzioso, tanto meglio. In ogni caso, l’essenziale è avere l’interesse e la volontà di condurre un’introspezione positiva.
2. L’esame del passato
Il modo migliore per avviare l’introspezione liberatoria è quello di partire da un’analisi del passato. Se quello che avete in mente è una disamina puntuale, dovrete iniziare dal passato più recente. Se invece avete intenzione di condurre un’introspezione profonda, non ci sono limiti.
Si consiglia di iniziare con domande semplici. Quali sono i miei errori ricorrenti? In quali circostanze ho raggiunto i miei obiettivi? Sono soddisfatto degli obiettivi che ho raggiunto? In quali circostanze ho sentito di aver dei difetti?
3. Identificare i vuoti
Una parte molto importante dell’introspezione liberatoria consiste nell’identificare i propri vuoti. Questi comprendono i bisogni non soddisfatti, l’assenza di risposte a domande importanti e le difficoltà nel chiarire i propri scopi in alcuni aspetti della vita.
È importante analizzare quale di queste carenze causa più dolore, insoddisfazione e angoscia. Visualizzate il quadro generale e valutate la possibilità di soluzioni specifiche da mettere in pratica. Altrimenti, concentratevi su vuoti e lacune più semplici da risolvere.
4. Definire gli ostacoli di varia natura
In questa fase dovrete usare l’autocritica in modo costruttivo. Si tratta di identificare gli ostacoli che vi impediscono di colmare le lacune e di vivere una vita più soddisfacente. Questi ostacoli possono essere mentali, emotivi o essere influenzati da fattori esterni.
L’importante è non abbattersi e mantenere un atteggiamento comprensivo verso se stessi. Non dovete giudicarvi per gli errori, ma identificare le barriere che vi impediscono di progredire.
In questo passaggio è necessario chiarire se ci sono sensi di colpa, espliciti o occulti, che vi tormentano. Oppure della rabbia irrisolta riferita a persone o situazioni. Infine, se c’è qualche paura che non riuscite a superare. Il risultato di questo esame deve essere risolutivo, affinché l’introspezione sia realmente liberatoria.
5. Riconoscere i punti di forza e fissare gli obiettivi
Il vero obiettivo di un’introspezione liberatoria è migliorarsi in uno o più aspetti della propria vita. Il passo finale è dunque riconoscere i punti di forza per avviare il cambiamento dentro di sé. Il primo di questi è l’interesse che vi ha portato a realizzare questo processo. La domanda che dovete porvi è: quali elementi della mia personalità sono i miei punti di forza? Come possono aiutarmi questi punti di forza per cambiare l’aspetto “x”?
Implicitamente, questo vi porterà a porvi delle mete, che non dovrebbero comunque essere troppe. Sarebbe preferibile avere una sola meta, con gli obiettivi secondari che essa implica. Dipende tutto da quanto vi sentite motivati. In ogni caso dovrete concludere il processo introspettivo con uno scopo legato al cambiamento.
Consigliamo di effettuare il processo di introspezione liberatoria periodicamente. La prima volta potrebbe risultarvi un po’ strano, ma con la pratica diventerà sempre più fluido. Sono spazi dedicati a se stessi che di volta in volta dobbiamo esplorare.