Iperosmia: definizione e cause

Iperosmia: definizione e cause
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 20 ottobre, 2022

Riuscite a immaginare come sarebbe sentire l’odore del sudore o del letame con molta più intensità del normale? Un vero e proprio supplizio, che dite? Beh, questo è quello che quotidianamente soffrono le persone affette da iperosmia: un disturbo caratterizzato da una esagerata capacità di percepire gli odori che le altre persone magari neanche riescono a rilevare.

Coloro che soffrono di iperosmia possono, ad esempio, notare l’aroma di un giglio o di un gelsomino sommerso da una montagna di spazzatura o riconoscere l’odore di una persona da molto lontano. Non significa che siano dei segugi o che abbiano capacità sovrumane; semplicemente hanno sviluppato un’ipersensibilità e un’acutezza olfattiva singolari.

Iperosmia: dote o disturbo

Questa acutezza olfattiva ha molti vantaggi, ma anche tante conseguenze spiacevoli per coloro che ne godono e, allo stesso tempo, ne soffrono. Alcuni la considerano una benedizione, mentre per altri è una fonte di sofferenza inesauribile. Vediamo qualche esempio.

Ragazza che annusa un fiore

Se ci troviamo sul pianerottolo delle scale di casa nostra e ci arriva l’odore di uno stufato o di un dolce invitante che sta preparando uno dei nostri vicini, la cosa più comune è che ci venga un appetito vorace. Che fame! Che voglia di unirci alla sua tavola! D’altra parte, se abbiamo qualcosa di buono da mangiare in casa o una certa confidenza con il vicino, si tratta solo di un vantaggio. Tuttavia, se ciò che annusiamo in modo così intenso e continuativo è poco invitante o se non possiamo soddisfare la necessità che risveglia (nell’esempio precedente la fame), la cosa cambia .

Se ci stiamo rilassando tranquillamente in salotto, dopo una dura giornata di lavoro e ci arrivano aromi di ogni genere senza che si possa far niente per evitarlo: il lucido da scarpe che usa quello del primo piano, un deodorante per ambienti dal bagno, la lacca della vicina del quinto pianto o l’olio dello spezzatino rosolato. Così, senza sosta: tutti i giorni e a qualsiasi ora. L’unica cosa di cui ci verrebbe voglia sarebbe vivere con una molletta fissata al naso.

Quando si presenta l’iperosmia?

Questa patologia si presenta nella stessa misura, sebbene nell’estremo opposto, di altri due tipi di disturbi percettivi relazionati all’olfatto: l’iposmia, la diminuzione della sensibilità olfattiva, e l’anosmia, o assenza totale della capacità olfattiva.

Delle tre, l’iperosmia è la meno comune ed è questo che ha fatto sì che restasse una patologia poco studiata. È proprio la sua poca incidenza sulla popolazione a non aver permesso che si conoscessero con maggiore sicurezza le cause che la generano. Tuttavia, sappiamo che vi sono determinate diagnosi o fattori di rischio ai quali viene associata, come la menopausa, la malattia di Addison, l’ipertiroidismo o le alterazioni neuronali per consumo di anfetamine o sindrome di astinenza.

In alcuni casi, questa condizione compare solo per un determinato periodo di tempo e scompare da sola. Solo in casi estremi persiste per tutta la vita.

Gioca a favore o contro?

Per un profumista o un sommelier essere affetto da iperosmia è un vero e proprio vantaggio. È il caso del protagonista del romanzo Il profumo di Patrick Süskind e del relativo adattamento cinematografico intitolato Profumo – Storia di un assassino. Nel suo caso, questa iperpercezione gli permetteva di essere uno dei migliori nella sua professione. Per il resto delle persone, invece, può essere una vera agonia.

Sommelier che annusa il vino

Questo disturbo causa problemi molto gravi in diversi contesti sociali, per il grado di rifiuto o fastidio che presuppongono certi odori. Ad esempio, iniziare a considerare il proprio piatto preferito come qualcosa di ripugnante o il proprio profumo personale come insopportabile. Le persone affette a iperosmia possono persino arrivare a perdere i sensi se si trovano in spazi molto ristretti o affollati, come la metro o l’autobus.

Come scompare l’iperosmia?

Non potendone determinare con certezza l’origine, le cure o i trattamenti dell’iperosmia, si hanno anche dei risultati contraddittori. Per esempio, sono state utilizzate alcune sostanze antipsicotiche antagoniste della dopamina per trattare questo disturbo. Inibendo questi neurotrasmettitori, si limita la quantità di odori che arriva al bulbo olfattivo.

Grazie ad alcune testimonianze di persone che ne soffrono, sappiamo che fumare contribuisce a diminuire la loro capacità olfattiva. Ma attenzione! Questa affermazione va presa con le pinze, perché se vi è qualcosa che gode di prove scientifiche sufficienti è che fumare non migliora la salute. Semmai il contrario.

Per questo una delle prime cose che deve capire chi soffre di questa patologia e chi circonda la persona è evitare o allontanare gli odori forti che possono risultare davvero insopportabili. Questi di solito sono rappresentati da alimenti come il pesce, la carne, alcune salse o il caffè. In mancanza di un trattamento farmacologico, non resta altro che regolare l’esposizione.

L’iperosmia durante la gravidanza

Una buona percentuale di persone affette in modo “passeggero” da iperosmia è rappresentata da donne in gravidanza. All’inizio e alla fine della gestazione presentano un’ipersensibilità olfattiva dovuta, principalmente, all’aumento della concentrazione di estrogeni e progesterone nel loro sangue.

Questo fa sì che la donna abbia un olfatto più acuto, che odori che prima le piacevano adesso possano risultarle fastidiosi e che possa persino arrivare a vomitare con maggiore frequenza avvertendo odori che le risultano davvero ripugnanti. In alcune donne quest’alterazione diminuisce o scompare dopo il primo trimestre. In altre, si mantiene per tutto il periodo di gestazione e scompare in maniera graduale dopo il parto.

Donna incinta con iperosmia

È possibile che questa alterazione fisiologica sia stata ereditata dai nostri antenati affinché la madre potesse riconoscere l’odore del suo bambino al momento della nascita .

Altri curiosi disturbi percettivi relazionati all’olfatto

La disosmia è un disturbo neurologico che provoca un’alterazione dell’olfatto. Può manifestarsi come anosmia (citata precedentemente), parosmia o fantosmia.

  • La parosmia allude a un peggioramento della funzione olfattiva, che provoca l’incapacità del cervello di identificare correttamente l’odore naturale o intrinseco di qualcosa in particolare. Ad esempio, una persona trova sgradevole l’aroma di una rosa, che solitamente è un odore gradevole.
  • La fantosmia è una specie di allucinazione olfattiva per la quale le persone sentono degli odori che invece non esistono o che non ci sono. Questo fetore fantasma fa credere ai pazienti che vi sia odore di gas e che, pertanto, si trovino in una situazione di rischio. Parliamo di una suggestione molto forte dell’odore.

Il solo odore del fritto, per quanto calorico possa essere, non ci toglie l’appetito. È necessario un approfondimento maggiore su questi disturbi e, in particolare, sull’iperosmia. Per poterne ridurre l’impatto sulle vite di chi ne soffre, riveste vitale importanza poter delineare perché e il come si presenta.


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  • Delegido, C., & José, M. (2016). Revisión bibliográfica de los diferentes tipos de tratamientos en el abordaje de los trastornos olfativos.
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