James, pioniere della psicologia scientifica

Filosofo, pensatore, medico, fisiologo, metafisico... William James è considerato il padre della psicologia moderna, nonché una figura di grande rilievo e interesse in quasi tutte le discipline del sapere.
James, pioniere della psicologia scientifica
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

William James è stato molto più che un importante filosofo della fine del XIX secolo. Prima del suo arrivo, la società americana associava la psicologia a mere pratiche di divinazione o alla lettura del pensiero. Grazie al suo apporto e al laboratorio di psicologia sperimentale che ha fondato ad Harvard, questo campo ha ottenuto lo status di disciplina scientifica facendo di W. James uno dei grandi pionieri in tale ambito.

Tuttora in molti considerano James il primo filosofo americano e il padre della psicologia moderna. I suoi numerosi lavori abbracciano diverse discipline, dall’epistemologia all’educazione, alla metafisica, alla religione, al misticismo, all’anatomia e, naturalmente, la psicologia.

William James arrivò a eccellere e a essere tra i leader in questo ambito del sapere in modo singolare e alquanto significativo. Per buona parte della sua giovinezza soffrì di svariati disturbi, strane malattie e limitazioni fisiche quali la parziale sordità. Tali condizioni e sofferenze lo portarono in un determinato momento della sua vita a considerare persino il suicidio.

Questo stato di sconforto gli permise di capire che i suoi disturbi erano malattie della mente, nonché dell’anima. Per tale ragione, iniziò a indagare tra le diverse aree del sapere per cercare delle risposte, che alla fine trovò in due discipline: la filosofia e la psicologia.

«Il più profondo principio della natura umana è il disperato bisogno di essere apprezzati.»

-W. James-

Ritratto di William James.

William James: educazione eclettica e forte ambizione personale

James nacque nel 1842 da una famiglia benestante, caratterizzata da interessi artistici, scientifici e intellettuali. I suoi genitori frequentavano l’élite culturale del tempo e desideravano dare ai figli un’educazione il più eclettica e cosmopolita possibile.

Trascorse buona parte della sua infanzia in viaggio per il mondo con la famiglia. In un primo momento, mostrò una certa predisposizione per la pittura, ma crescendo sarà affascinato dalla scienza. Così, nel 1861 inizia gli studi di medicina all’università di Harvard.

A quel tempo, suo fratello Henry James, iniziava ad affermarsi in campo letterario, mentre la sorella Alice faceva altrettanto in campo storico. William decise di rimandare i suoi studi di medicina e di unirsi a una spedizione scientifica in Amazzonia con il naturalista Louis Agassiz.

Il viaggio durò quasi due anni e si rivelò un ottimo periodo di riflessione personale: la medicina non sarebbe diventata il suo unico campo di studio. La sua mente, la sua innata curiosità per il cervello e il comportamento umano chiedevano molto di più. Bramava approfondire più aree possibili del sapere.

W. James da giovane.

Lo studio scientifico della mente umana

William James trascorse tutta la sua carriera accademica ad Harvard. Divenne prima professore di fisiologia, poi di anatomia, di psicologia e infine di filosofia. Il suo lavoro più importante venne pubblicato nel 1890, subito dopo l’apertura del primo laboratorio di psicologia sperimentale nella stessa università.

L’opera è Principi di Psicologia (un libro di oltre 1.100 pagine) in cui affronta le principali aree di tale scienza, come la memoria, l’immaginazione, il ragionamento, le emozioni, le abitudini e la consapevolezza di sé. Tutti gli argomenti trattati nel libro sono stati affrontati con un approccio filosofico.

Questa visione alquanto pragmatica della psicologia come scienza rese William James uno dei precursori del funzionalismo. Tale approccio darà più tardi origine al comportamentismo.

«Tutti i nostri sforzi di spiegare i pensieri come prodotti di entità più profonde sono del tutto metafisici. Per tale ragione, rifiuto le teorie associativiste, ma anche quelle spirituali per definire ciò che è per me la psicologia. Il mio punto di vista è strettamente positivista, pertanto sono tentato di affermare di essere originale.»

La coscienza secondo William James

William James voleva approfondire e descrivere lo studio della coscienza per mezzo della fisiologia sperimentale. Fece ciò insieme ad altri esperti, come Henry Pickering Bowditch e James Jackson Putnam. Il tutto con uno scopo ben preciso: individuarla in un’area del cervello.

  • Dopo una serie di esami e analisi, giunse alla conclusione che la coscienza è in realtà un processo. È l’idea che abbiamo di noi stessi; è la somma immensa di territori che includono tutto il vissuto e il percepito, il nostro passato e anche il nostro potenziale futuro.
  • La coscienza per W. James è definita come un insieme di immagini, pensieri e sensazioni, transitori o permanenti, nella nostra mente.
  • La psicologia, pertanto, potrebbe analizzare tale processo, ovvero il flusso di pensieri, in modo tale da delimitare quell’idea piuttosto astratta che dà forma all’Io.
Illustrazione volto e colori.

Lo studio delle emozioni

L’interesse insito in James nel capire il comportamento umano, non poteva che portarlo nel corso della sua carriera a concentrare la sua curiosità scientifica sul terreno delle emozioni.

Lo fece insieme a Carl Lange, medico danese esperto di fisiologia. Insieme enunciarono la ben nota teoria delle emozioni di James-Lange. Essa afferma che l’emozione è la percezione mentale delle condizioni fisiologiche derivate da un determinato stimolo.

Per esempio, se vediamo un serpente accanto a noi, non proviamo paura al pensiero che possa attaccarci. Sono il corpo e la coscienza a generare una determinata risposta fisiologica. Tale risposta è ciò che in ultima analisi provoca l’emozione. Secondo tale teoria, sarebbero la fuga e la risposta fisica a scatenare la sensazione di ansia e paura. L’aspetto mentale dell’emozione non è che un mero schiavo dei nostri processi fisiologici.

L’eredità di W. James: filosofo e pioniere della psicologia

William James morì di insufficienza cardiaca nella sua casa nel New Hampshire il 26 agosto 1910. Aveva 68 anni e ha lasciato un patrimonio immenso, vario e affascinante per la psicologia.

Fondò la scuola filosofica del pragmatismo e della psicologia funzionale. Introdusse inoltre l’empirismo nei suoi studi scientifici. Infine, è stato uno dei primi psicologi ad approfondire lo studio e la comprensione del cervello.

Il suo pensiero ha posto le basi di quelle discipline psicologiche tutt’ora in evoluzione. E ha aperto la strada ad altrettanto importanti studiosi, appassionati e assetati di conoscenza, come lo stesso William.


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