La classificazione Jellinek dell'alcolismo

I modelli di consumo di alcol presentati da Jellinek ci aiutano a comprendere che non tutte le persone che bevono sono alcolisti e che non tutti quelli che chiamiamo alcolisti sono malati.
La classificazione Jellinek dell'alcolismo
Cristina Roda Rivera

Scritto e verificato la psicologa Cristina Roda Rivera.

Ultimo aggiornamento: 13 febbraio, 2023

Elvin Morton Jellinek fu un fisiologo e biostatistico americano considerato il padre degli studi scientifici sull’alcolismo. La classificazione Jellinek ha contribuito a migliorare la conoscenza di questa malattia.

Jellinek nacque a New York nel 1890. Tra il 1908 e il 1910, studiò biostatistica e fisiologia all’Università di Berlino e per due anni studiò filosofia, antropologia, filologia e teologia all’Università Joseph Fourier di Grenoble. Studiò anche linguistica, storia culturale e diverse lingue. Jellinek parlava infatti nove lingue.

Negli anni ’30, il fisiologo lavorò in un ospedale del Massachusetts, dove fu incaricato dall’Alcohol Problems Research Council di studiare l’alcolismo. Da questa ricerca nacque il suo primo libro nel 1942, Alcohol Addiction and Chronic Alcoholism.

Nel 1941 iniziò a lavorare all’Università di Yale e divenne caporedattore del Quarterly Journal of Studies on Alcohol. Più tardi, fu assunto dall’OMS come consulente sull’alcolismo nel 1952 a Ginevra. Durante questo periodo, diede importanti contributi sull’alcolismo ai comitati di esperti sulla salute mentale.

Alla fine del 1950 si ritirò dall’OMS e tornò negli Stati Uniti, dove lavorò nelle università di Toronto, Alberta e Stanford. Nel 1952 Jellinek affermò che l’alcolismo era una malattia che si evolveva progressivamente in fasi e che queste potevano essere identificate con una certa facilità.

Bottiglie di alcolici.

Il suo libro più famoso è The Disease Concept of Alcoholism (1960). In esso, Jellinek descrive vari tipi di alcolisti secondo diversi modelli di consumo. Tuttavia, non cercò di includere nella malattia alcolica il maggior numero di persone, ma piuttosto il contrario.

Affermò infatti che coloro che possono essere raggruppati nella sua classificazione sono alcolisti, ma non tutti gli alcolisti sono malati.

Così, per considerare un alcolista malato, questi deve essere incapace di astenersi all’alcol o mostrare perdita di controllo; non in tutti i casi si verificano queste circostanze.

La classificazione Jellinek

Jellinek spiegò che l’alcolismo si sviluppa generalmente in quattro fasi distinte (pre-alcolica, prodromica sintomatica, cruciale o critica, e cronica). Ciascuna di queste fasi presenta un insieme di sintomi caratteristici. Vediamo quali.

Alcolismo Alfa

Si tratta di individui che soffrono di una malattia fisica o psicologica, quindi il loro alcolismo ne è una conseguenza. Sono bevitori sintomatici che bevono per mitigare gli effetti di una malattia mentale o medica. Sarebbero principalmente persone con epilessia, schizofrenia, paranoia o molto insicure di se stesse.

Questi individui presentano una dipendenza psicologica costante al fine di neutralizzare il dolore fisico o emotivo. Inoltre, tendono ad essere indisciplinati quando bevono bevande alcoliche (non seguono le regole sociali riguardanti il momento, l’occasione, il luogo, la quantità e l’effetto della bevanda).

Non mostrano mancanza di controllo o incapacità di astenersi, né mostrano segni di un processo progressivo o disturbi dovuti alla soppressione dell’alcol. Tuttavia, possono evolvere in gamma. L’alcolismo alfa è anche conosciuto come avoidance drinking o problem drinking.

Alcolismo Beta

Le persone con alcolismo beta non presentano una vera dipendenza fisica o psicologica. La sospensione della droga non provoca quindi una sindrome di astinenza. È pur vero che presentano ripercussioni organiche dell’abitudine (alcolizzazione) e complicazioni come polineuropatie, gastriti o cirrosi epatica.

Questo tipo di alcolismo può portare all’alcolismo gamma o delta. Esso presenta un deterioramento generale della salute e una riduzione dell’aspettativa di vita.

Alcolismo Epsilon nella classificazione Jellinek

L’alcolismo Epsilon è un tipo alcolismo periodico o dipsomania. Sono persone che possono resistere a lunghi periodi di astinenza finché, inaspettatamente, si abbandonano al bere compulsivo e intenso (binge drinking).

Esso è associato a stati crepuscolari, con comportamenti semi-automatici e successiva amnesia. Può sfociare anche nella distimia epilettica o ciclotimica.

Alcolismo Gamma

Questo modello di consumo di alcol presenta le seguenti caratteristiche:

  • Tolleranza progressiva dei tessuti.
  • Adattamento del metabolismo cellulare.
  • Dipendenza fisica registrata sotto forma di segni di astinenza o mancanza di controllo.

Il tratto distintivo è la voglia di ubriacarsi. In effetti, c’è un problema di controllo quando il soggetto inizia a bere. Gli episodi in fatti non finiscono solitamente finché non insorgono problemi di salute o finanziari che impediscono di bere ulteriormente.

Nell’alcolismo gamma ci sono periodi di ubriachezza quotidiana per mesi o settimane tra i quali c’è astinenza o consumo moderato. È comune nei paesi dove si beve liquore, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Per questo motivo viene anche chiamato modello anglosassone.

Alcolismo Delta nella classificazione Jellinek

In questo tipo di alcolismo c’è tolleranza, dipendenza fisica e sindrome da astinenza. È caratterizzato da un alto volume di consumo giornaliero di alcol, ma senza intossicazione e senza compulsione a superare la quantità.

La capacità di controllare la quantità di bevande ingerite di solito non è compromessa. Ha le caratteristiche della gamma con l’aggiunta dell’incapacità di astenersi.

Questo alcolismo differisce da quello gamma in quanto non è in grado di resistere un solo giorno senza bere e senza mostrare sintomi di astinenza.

I modelli di consumo di alcol gamma e delta sono gli unici ad essere considerati malattie. Essi presentano dipendenza fisiologica, tolleranza e astinenza.

Persona che guarda bicchiere con liquore.

Modelli di consumo di alcol di Alonso Fernández

Il professore Alonso Fernández, inoltre, realizzò una classificazione in cui troviamo corrispondenza con i modelli di consumo di Jellinek.

Prima fase

  • Bevitore regolare: ingerisce molte volte al giorno quantità di alcol che comportano rischi per la salute, senza mai o quasi mai raggiungere l’ubriachezza. Non vi sono né impulso all’ubriachezza né mancanza di controllo sul consumo. È il bevitore che più spesso sviluppa la dipendenza biologica. Corrisponde ai tipi beta (anche se non sperimenta dipendenza) e delta della classificazione di Jellinek.
  • Bevitore con disturbi mentali: si tratta di persone con malattie mentali che si danno all’alcol per modificare le esperienze e le tensioni emotive che la malattia provoca in loro. Coincide con i tipi alfa ed epsilon (periodicamente) di Jellinek .
  • Alcolista: fanno parte di questo tipo gli individui con uninclinazione irresistibile verso l’alcol. Presentano un intervallo di tempo irregolare di assunzione di alcol fino al raggiungimento della completa ubriachezza. Insorgenza precoce (adolescenza, anche infanzia) con intervalli sempre più brevi. Coincide con l’alcolismo gamma nella classificazione di Jellinek.

Seconda fase

Si tratta di un bevitore cronico di alcol con conseguenze sistematiche derivanti dal consumo della sostanza. In questa fase può convergere un qualsiasi caso dei precedenti. Simile al tipo beta di Jellinek a causa delle complicazioni fisiche.

Trattamento dell’alcolismo

Esistono diversi trattamenti per l’alcolismo, poiché prevede interventi a vari livelli. L’intervento terapeutico è mirato sia alla dipendenza dall’alcol che all’astinenza. Si combinano la psicoterapia, sia a livello individuale che di gruppo, e un intervento psicofarmacologico (per esempio disulfiram o naltrexone).

I programmi di terapia si distinguono in quanto sono multidisciplinari. Il trattamento infatti viene effettuato a lungo termine per raggiungere un’astinenza soddisfacente. Per quanto possibile, si concentrano non solo sulla persona che ha un problema con l’alcol, ma anche sulla sua famiglia e sul suo partner.

Dal modello cognitivo-comportamentale, si presume che l’alcol funga da rinforzo che a sua volta dipende dal contesto storico e dalla disponibilità della sostanza. Tuttavia, questa prospettiva non cerca necessariamente l’astinenza completa per tutta la vita, a seconda della situazione.

Il trattamento psicologico si concentra sul cambiamento dei comportamenti direttamente legati al consumo di alcol. In questo modo, l’individuo è ritenuto responsabile del suo problema. Inoltre, il soggetto viene istruito sulle abilità sociali, sul coping e sulla prevenzione delle ricadute.

  • Nella prima fase, lo scopo è che la persona impari a gestire le situazioni che possono scatenare il suo desiderio di bere. Tutto ciò attraverso la formazione di abilità sociali e la preparazione al cambiamento.
  • In seguito, si lavora sulla prevenzione delle ricadute. In questa fase, si fa una distinzione tra il concetto di caduta (bere durante una sola occasione) e di ricaduta (ristabilire l’abitudine al bere). Si previene così l’effetto di violazione dell’astinenza.

Conclusioni

Il trattamento cerca di diminuire l’interesse della persona per l’alcol, mentre aumenta la sua propensione per altre attività e la gestione in situazioni complicate o con certe difficoltà.

Questo tipo di terapia concepisce un continuum dimensionale tra uso e abuso di sostanze. Così, in alcuni individui, può essere appropriato sostenere una strategia del bere controllato piuttosto che una completa astinenza.

Il trattamento non avviene in un ambiente ospedaliero, ma nel contesto di riferimento. Tuttavia, quando una persona decide di smettere di bere e ha bevuto molto, soffrirà inevitabilmente di sintomi di astinenza. Per questo motivo, può essere necessario effettuare inizialmente una disintossicazione in ospedale o su base ambulatoriale, di solito con tranquillanti.

Un aspetto importante è il sostegno del partner o della famiglia nel caso di una disintossicazione ambulatoriale, sia per i sintomi fisici che per il craving.


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