La disania: perché non riesco ad alzarmi?

Chi soffre di disania ha la sensazione che il corpo lo inviti a dormire ancora sebbene dovrebbe sentirsi già riposato.
La disania: perché non riesco ad alzarmi?
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 12 febbraio, 2023

Alcune mattine viviamo il suono della sveglia come una vera e propria tortura. Alzarci ci sembra impossibile e ci ripetiamo “ancora dieci minuti”, trascorrono appena 1, 2, 3 secondi… e di nuovo suona la sveglia, un vero e proprio rumore che non vorremmo dover sentire mai più. La disania, anche conosciuta come clinomania, può essere alla base di tale dinamica.

Proprio la disania, di fatto, potrebbe essere il motivo per cui a volte vorremmo rimanere a letto tutto il giorno. Ebbene sì, talvolta non ci sentiamo motivati a iniziare la giornata nonostante la sveglia suoni per ricordarci che è il momento di alzarci e compiere il nostro dovere.

Sarà capitato a tutti, almeno una volta, di provare una certa difficoltà ad alzarsi dal letto, ma non sempre si tratta di disania. Continuate a leggere per scoprire questo disturbo, come riconoscerlo e combatterlo.

A volte abbiamo la sensazione che la fatica e il sonno si stiano impossessando di noi a tal punto da sentirci incapaci di alzarci e di iniziare la nostra giornata.

Cos’è la disania?

“Disania” è un termine poco conosciuto che indica la difficoltà ad alzarsi al mattino. Non è di per sé indice di un disturbo, ma lo diventa quando è accompagnata da altri sintomi. In genere, di fatto, tale difficoltà è la conseguenza di diversi disturbi di natura fisica o emotiva.

A quali disturbi è associata la disania?

Donna che spegne la sveglia.

La disania può essere associata a un disturbo del sonno. Può essere dovuta a insonnia o ad alterazioni del ciclo sonno-veglia. In particolare, può colpire le persone che devono rispettare precisi turni al lavoro o che hanno molte preoccupazioni, al punto da alterare e ostacolare i momenti dedicati al riposo.

Ma la disania può essere associata anche a disturbi della sfera affettiva. Può essere il prodotto dell’ansia derivata dall’eccessiva preoccupazione per il futuro.

E, come suggerisce lo psichiatra Mark Salter, esperto del Royal College of Psychiatrics: “si tratta di un comportamento che a volte insorge nelle persone affette da un disturbo di depressione maggiore”. Si tratta, di fatto, del sintomo più spesso associato a questa condizione, insieme ai disturbi del sonno.

Come possiamo riconoscere la disania?

La disania non è la semplice difficoltà ad alzarsi dal letto che si verifica di tanto in tanto. Si parla di clinomania se tale situazione si presenta regolarmente e, oltretutto, è accompagnata dai seguenti sintomi:

  • Bisogno di tornare a letto subito dopo averlo abbandonato.
  • Forte preoccupazione al pensiero di doversi alzare.
  • Continua sensazione di fatica o stanchezza.
  • Malumore.
  • Irritabilità.
  • Assenza di desiderio sessuale.
  • Non sentirsi in grado di fare qualcosa.
  • Sentirsi sotto pressione.

Oltre a ciò, la persona avverte un forte malessere perché questa “stanchezza” si ripercuote su ogni aspetto della vita quotidiana, come il contesto familiare, sociale, lavorativo  e di coppia.

È bene chiarire, tuttavia, che la disania non è una malattia, bensì un sintomo. Può dunque essere associata a un preciso disturbo, ma non rappresentare una patologia a sé stante.

Come combatterla?

Per combattere la disania, prima di tutto dobbiamo capire se ne siamo affetti. A tale scopo, è molto importante tenere conto del fattore tempo.

Potremmo porci la seguente domanda: “la mia mancanza di motivazione al momento di alzarmi è sporadica oppure è una situazione che si presenta spesso?”. Andranno sempre attenzionati, inoltre, alcuni sintomi tipici.

Uomo che odia la sveglia.

Se si presenta insieme ad altri sintomi, la disania può indicare la presenza di una malattia. Come anticipato, quelli più comuni sono i disturbi dell’umore o del sonno. Dunque, per affrontarli possiamo:

  • Rivolgerci a uno specialista che possa aiutarci a capire cosa sta succedendo e guidarci verso una possibile soluzione. Lo psicologo, lo psichiatra o il medico di base possono essere le figure professionali più adatte, in quanto esperti di queste dinamiche.
  • Conoscenza di sé per capire l’origine del problema. Ciò significa osservare non solo i cambiamenti fisici, ma anche emotivi.
  • Rivedere le proprie abitudini per migliorare l’igiene del sonno. Cosa facciamo prima di addormentarci? Abbiamo fissato orari ben precisi? Facciamo attività fisica per prevenire la sedentarietà?
  • Regolare il sonno. Noi stessi, più di chiunque altro, sappiamo di quanto tempo abbiamo bisogno per dormire bene. Stiamo esagerando?
  • Vivere il qui e ora. A quale scopo preoccuparsi del passato se non possiamo fare più nulla o perché fermarci a pensare a cosa potrebbe succedere domani se non è ancora arrivato? Vivere il presente calma l’ansia e la depressione.
  • Fare attività fisica aumenta i livelli di endorfine, meravigliosi ormoni che intensificano la sensazione di benessere.

Alzarsi non è assolutamente un compito facile quando lo stress si impadronisce di noi. Eppure, possiamo gestirlo e tirare fuori il meglio di noi per stare meglio. Ma non esageriamo!

Di tanto in tanto va bene sentirsi affaticati e stanchi, e voler dormire tante ore. Succede semplicemente perché abbiamo bisogno di staccare la spina.

Quando però questo desidero si fa sempre più insistente ed è accompagnato da un grave malessere, meglio non trascurare la situazione e cercare di capire cosa succede. A questo scopo, possiamo cercare aiuto o pianificare una strategia per stare meglio.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.