La diversità affettiva e i docenti

Ci sono bambini eterosessuali, omosessuali, bisessuali e transessuali. Per questo motivo, è fondamentale garantire in classe un'atmosfera di accettazione verso tutti gli orientamenti affettivi e sessuali.
La diversità affettiva e i docenti

Ultimo aggiornamento: 07 aprile, 2020

In seguito alla liberalizzazione sessuale e al rifiuto di idee stigmatizzate e conservatrici, la nostra società ha fatto enormi progressi in quanto a diversità affettiva e sessualità. Seppur rifiutata da alcuni, questa realtà è osservabile in svariati contesti: sul posto di lavoro, in città o negli ambienti scolastici.

Per rispondere ai bisogni di questa nuova realtà, sono molti i docenti che si chiedono in che modo sia giusto affrontare la diversità affettiva nelle aule. È qualcosa su cui bisogna lavorare?

Dalle guide alla didattica di vari enti che insegnano a gestire l’argomento dei diversi orientamenti, è possibile avvicinarsi a situazioni quotidiane in cui si fa riferimento all’omosessualità, alla bisessualità, alla transessualità e all’eterosessualità a scuola o nelle università; e il modo in cui l’accettazione dell’uno o dell’altro è importante tanto quanto insistere sulla parità tra uomo e donna, così come parlare di derivate e integrali, di rispetto, a prescindere dall’orientamento sessuale, del colore della pelle, delle origini e del genere.

Bambini curiosi

Un bambino conosce la propria identità sessuale?

I temi associati alla diversità affettiva e sessuale sono stati esclusi dai programmi scolastici da tanto tempo. Molti adulti, soprattutto genitori con informazioni insufficienti per esprimere un giudizio del genere, temono che parlando di diversità affettiva e sessuale i loro figli possano “diventare” omosessuali, transessuali o bisessuali.

Anche se alcuni genitori non ne sono consapevoli, si sa per certo che i bambini iniziano a capire chi amano a partire dai 10 anni di età. La dottoressa Asia Eaton, psicologa sociale e specializzata in Studi di Genere, rivela che nella maggior parte dei casi un giovane adulto che appartiene a una minoranza sessuale sperimenta la prima forma di attrazione sessuale verso un’altra persona intorno agli 8 o 9 anni. Altri studi hanno dimostrato che si verifica intorno agli 11 anni. La masturbazione infantile o l’esplorazione sessuale, di fatto, può iniziare a partire dai 2 anni di età.

In virtù del fatto che i bambini iniziano a porsi domande e avere risposte su ciò che a loro piace e no, è importante aggiungere al programma scolastico il tema della diversità affettiva e sessuale. Sarebbe utile non solo per i bambini che appartengono a una minoranza sessuale, bensì anche agli altri. L’informazione è uno strumento molto potente per lottare contro l’odio, la paura, le molestie e il rifiuto.

Come affrontare la diversità affettiva in aula?

La diversità affettiva è già riscontrabile a scuola, ma la maggior parte delle volte viene affrontata in modo negativo. La scuola, specchio dell’ideologia popolare, è colma di linguaggio eterosessista. Ciò si rifletto sulle battute su un personaggio storico omosessuale; o quando si utilizzano espressioni come “frocio” in contesti ludici e nessuno accenna a un rimprovero; quando tutti gli esempi di coppia o di matrimonio alludono a persone eterosessuali, etc.

Questi comportamenti, sommati all’ignoranza generale di docenti e genitori, può indurre i più piccoli ad associazioni errate, a un convivenza poco sana con i compagni LGBT, o a problemi di autostima e di accettazione dell’Io nei bambini e negli adolescenti non eterosessuali.

Nelle varie guide didattiche vengono illustrate alcune misure che un centro educativo potrebbe incrementare per stimolare la diversità affettiva e sessuale in aula. Alcune di queste sono:

  • Coinvolgere tutti gli agenti del centro in uno stesso obiettivo. I bambini imparano ascoltando e osservando, e i loro modelli possono essere il cuoco della scuola, i giardinieri, i docenti o l’infermiera.
  • Integrare la diversità affettiva nel Progetto Curriculare del centro.
  • Prevedere unità didattiche sul tema dell’omosessualità, della bisessualità, della transessualità e della fobia verso le cosiddette tendenze sessuali.
  • Incrementare l’informazione, la formazione e l’orientamento della comunità scolastica e del consiglio di istituto.
  • Prevedere del materiale informativo nelle biblioteche e anche altre opere in cui non vengano presentate solo relazioni eterosessuali.
  • Stabilire un protocollo di misure di azione attive dinnanzi a qualunque situazione di omofobia, transfobia o bifobia. Fare in modo che sia il corpo docenti che gli alunni e i genitori comprendano che non c’è spazio in aula per i comportamenti di questo tipo; così come non dovrebbe essercene fuori.

Prof, mi piacciono le ragazze, non i ragazzi

Non di rado il docente si trasforma in un punto di riferimento, non solo nel contesto scolastico, ma anche nella sfera privata del giovane. Per questo motivo, i docenti possono trovarsi nella situazione di essere i primi e gli unici a conoscenza l’identità sessuale dell’alunno.

A volte questi ultimi sentono di poter deludere i propri genitori, che potrebbero arrabbiarsi percependo che in loro c’è qualcosa di “diverso”, di “strano”, che potrebbe portarli a pensare che il docente sia l’unica persona su cui poter contare.

La diversità affettiva: alcuni consigli per i docenti

Quali consigli dare al corpo docenti se diventa il confidente dei suoi alunni? La guida didattica alla diversità sessuale ci offre alcuni consigli:

  • Ascolto attivo e accoglienza delle ansie e delle inquietudini del minore: sebbene il docente sia occupato, non può voltare le spalle dinnanzi a questa richiesta; deve anzi apprezzare il fatto che il giovane si sia confidato e dedicargli il tempo necessario. Si tratta di un argomento importante per lui o per lei e dovrebbe esserlo anche per noi.
  • Se il docente non è pronto o non sa come gestire la situazione né come rispondere al bambino, è meglio indirizzarlo/a verso qualcuno che lo sia. È un argomento che non bisogna ignorare e a cui non bisogna voltare le spalle.

La diversità affettiva: altri consigli per i docenti

  • Diventare alleati dei ragazzi: l’accettazione di un professore, figura autoritaria e che può gestire punizioni e premi, è importante perché il giovane noterà di non essere stato messo in punizione, di non essere stato tradito pur non avendo taciuto, e di avere un buon punto di partenza da cui iniziare a capire che il suo orientamento sessuale non è né una cosa cattiva né buona, semplicemente esiste.
  • Osservare il rendimento scolastico dell’alunno per cogliere dei segnali sul suo stato d’animo e sulla sua autostima.
  • I docenti, in quanto punto di riferimento, devono essere totalmente a favore della diversità affettivo-sessuale. Devono essere i primi ad approvare le emozioni dello studente e a dare una risposta opposta a quella che si aspettava, ovvero rabbia, delusione e tristezza.

Diversità affettiva e bambino triste

Conclusioni: il bisogno di cambiamento trasversale

L’integrazione della diversità affettivo-sessuale dovrebbe diffondersi in tutte le scuole. Prevedere dei laboratori per ogni ciclo educativo sul tema della diversità sessuale non è tuttavia sufficiente. Bisogna fare della scuola un centro in cui non ci sia spazio per la discriminazione, per le molestie e in cui tutti gli alunni vengano accettati per come sono.

A tale scopo, il cambiamento deve iniziare dal linguaggio usato, evitare a tutti i costi qualunque stereotipo su una categoria sessuale e trattare con naturalezza tutti questi argomenti. Oltretutto, si consiglia di mettere in pratica attività che non siano solo teoriche, ma anche formative. Tutti gli alunni dovranno prendere parte a queste attività così da sentirsi fortemente motivati.


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