La leadership emotiva secondo Daniel Goleman

La leadership emotiva secondo Daniel Goleman
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

Saper guidare è un’abilità importante per chi lavora in gruppo. Che si tratti della direzione un’impresa o della necessità di motivare i colleghi, essere capaci di ispirare e dirigere è fondamentale per raggiungere qualunque obiettivo. Esistono molti modi per ottenere tale capacità e una delle più efficaci è la leadership emotiva.

Si tratta di un concetto introdotto da Daniel Goleman, Richard Boyatzis e Annie McKee nel libro Essere Leader –
Guidare gli altri grazie all’intelligenza emotiva. Secondo i tre autori, la leadership emotiva si divide in sei tipi, ognuno utile in una situazione specifica e sviluppabili da tutti, con il giusto impegno e coinvolgimento.

Senza dubbio la leadership emotiva non è l’unico strumento utile a dirigere un gruppo o un’equipe, ma è molto importante. Vediamo in cosa consiste, quali sono i principali vantaggi e svantaggi rispetto a un approccio più razionale.

Che cos’è la leadership emotiva?

Gli stili di leadership descritti da Goleman, Boyatzis e McKee si differenziano da quanto descritto da altri per l’enfasi data all’effetto delle emozioni. Ognuno dei sei stili ha un impatto diverso in base al modo di sentire del gruppo. Quindi, in funzione del risultato che si vuole ottenere, sarà più efficace l’uno o l’altro.

Uno dei concetti più importanti del saggio Essere Leader è che non esiste uno stile di leadership emotiva migliore di altri. Ognuno prevede una serie di vantaggi e principi che non sono sempre applicabili. È necessario, tuttavia, conoscerli tutti per poter decidere quale usare. Un buon leader deve essere capace di dominarli tutti e sei e, soprattutto, saper scegliere il più adatto alla circostanza.

Daniel Goleman autore della leadership emotiva
Daniel Goleman

I sei tipi di leadership emotiva sono:

  • Visionario
  • Coach
  • Democratico
  • Affiliativo
  • Esigente
  • Autoritario

Malgrado abbiano caratteristiche ben marcate, si basano tutti sulla capacità di capire le emozioni altrui, da cui il nome leadership emotiva. È sempre la scelta migliore utilizzare uno di questi sei stili per guidare un gruppo? Dipende dalla situazione che ci troviamo a gestire.

La leadership emotiva, vantaggi e svantaggi

Come qualunque altra competenza o approccio, la leadership emotiva ha aspetti positivi e negativi. Vediamo alcuni dei più importanti.Ci aiuterà a decidere se fare appello alle emozioni sia la scelta più adeguata o se, al contrario, sia meglio ricorrere a un approccio più basato sulla logica e meno sulla empatia.

Vantaggi

Non si può negare che dirigere un gruppo avendo a disposizione una buona dose di intelligenza emotiva offre benefici di ogni tipo. Tra i principali troviamo un ottimo equilibrio tra il raggiungimento degli obiettivi e buone relazioni all’interno del gruppo. Questo probabilmente significa dover sacrificare, in certa misura, l’efficienza dell’impresa, in cambio offrirà maggiore benessere e felicità ai dipendenti.

Un buon leader emotivo deve essere capace di valorizzare le qualità dell’equipe, di aiutare gli altri a scoprire e sviluppare talenti e competenze. Uno dei risultati sarà una maggiore motivazione del gruppo, fondamentale per il buon andamento dell’azienda.

Gruppo di lavoro

Svantaggi

Adottare la leadership emotiva, tuttavia, non è sempre ottimale. In alcune circostanze può dare corso a una serie di ripercussioni negative, tra cui:

  • Portare il leader ad agire in modo impulsivo. Un atteggiamento simile può essere svantaggioso per l’azienda e per il raggiungimento degli obiettivi nel caso in cui richiedano un orientamento più razionale.
  • Causare problemi di autocontrollo. In alcune occasioni, un leader deve prendere decisioni difficili, dure a livello emotivo. Un eccesso di empatia può rendere la gestione complicata o andare contro il processo stesso.
  • Rallentare o peggiorare i risultati. Nel caso in cui il leader debba concentrarsi solo sui risultati, come a volte accade, diventa un compito molto difficile se si preoccupa troppo delle emozioni del gruppo.
  • Provocare fluttuazioni emotive. Un eccesso di empatia o connessione con le proprie emozioni può far sì che queste influiscano troppo sullo stato d’animo del leader. Un leader, in linea di massima, deve essere un esempio di solidità e stabilità; diventa invece complicato esserlo quando si è in balia di emozioni non controllate.

In generale, adottare uno dei sei stili di leadership emotiva è vantaggioso per l’impresa o per il gruppo. Come abbiamo visto, però, occorre valutare se si tratta davvero della scelta migliore per i dipendenti e per gli obiettivi stabiliti. Come sempre, la risposta non è per nulla semplice.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.