La mancanza di tempo: una nuova forma di povertà

La povertà di tempo esiste. Gli orari lavorativi e il modo in cui si articola la società provocano una carenza endemica in termini di qualità della vita, ore libere e connessione con le persone che amiamo.
La mancanza di tempo: una nuova forma di povertà
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

La mancanza di tempo genera una graduale ed evidente sofferenza psicologica. Siamo come il coniglio bianco di Alice nel Paese delle Meraviglie che corre con l’orologio mentre continua a ripetere “è tardi, è tardi, non aspettano che me, in ritardo sono già”. La sensazione di non avere abbastanza ore a disposizione è una costante per la maggior parte di noi.

Vivere soggetti agli obblighi, alla morsa della routine e a quei compiti che si estendono all’infinito, all’indescrivibile, ostacola il nostro benessere e la nostra crescita personale. A volte siamo talmente concentrati su una determinata realtà da non notare le porte aperte e le opportunità che si aprono attorno a noi. Il tempo non è oro, è vita e alla fine la perdiamo in molti modi.

Perdiamo la salute per la limitazione endemica di riposo, soddisfazione e benessere psicologico che si ottengono dal tempo libero. Perdiamo parte della nostra vita perché gli anni a volte passano in un lampo e, con essi, i sogni che non si potranno più avverare, le esperienze che non vivremo in prima persona. Ma la cosa più importante è che perdiamo momenti ed esperienze da poter condividere con le persone che amiamo.

Donna che guarda l'orologio.

La mancanza di tempo è una nuova forma di povertà

Avremo sentito dire tutti che non esiste la mancanza di tempo, bensì di interesse. A volte può anche succedere questo. Tuttavia, negli ultimi anni abbiamo assistito a uno scenario tanto complesso quanto problematico su cui è il caso di soffermarci. In primo luogo, viviamo in una società per la quale essere “occupato” significa essere “produttivo”.

Sin da piccoli facciamo nostra l’idea che occupare la nostra giornata con diversi compiti ci nobiliti. Facciamo sempre più cose, parliamo spesso di noi e badiamo a non oziare, perché chi si concede il lusso di riposare lo fa perché forse elude le proprie responsabilità. Tutte queste idee hanno minato per anni la nostra salute fisica e psicologica.

A ciò si è aggiunto negli ultimi tempi un ulteriore fattore: le condizioni di lavoro sono più complesse, un esempio di ciò è il telelavoroQuesta modalità di lavoro, che manca ancora di una adeguata regolamentazione, ci assoggetta (mediamente) a una situazione di elevato sovraccarico in cui gli orari sono diluiti e possono allungarsi oltre il tempo stipulato.

Se aggiungiamo le responsabilità familiari e domestiche, la mancanza di tempo non è un fatto soltanto evidente, ma anche opprimente.

Il senso di colpa

Trascorriamo gran parte delle nostre ore di veglia a lavorare. Oltre all’orario di lavoro, approfittiamo del tempo restante per gli obblighi ineludibili come fare la spesa, seguire i figli o assolvere ad altri compiti indispensabili. Alla fine, ci restano solo la stanchezza e l’urgente bisogno di andare a letto e riposare.

Quando questa dinamica si ripete giorno dopo giorno fa inevitabilmente capolino il senso di colpaLa colpevolezza perché non seguiamo i nostri compiti come vorremmo, perché non abbiamo più tempo per la coppia, per gli amici, i bambini, gli animali domestici. E così, proiettiamo questo sentimento anche su noi stessi.

Ci lamentiamo della mancanza di tempo per fare quello che ci piace, quello che ci distingue. Rimandiamo le uscite, i viaggi, i corsi che non faremo mai, i libri che si accumulano e che non arriveremo a leggere. Il tutto mina l’autostima e indebolisce l’animo.

I social network e la vita che vorremmo avere

La mancanza di tempo e la sua relazione con la sofferenza psicologica si intensificano con l’uso delle tecnologie. Pur essendo quasi sempre occupati e con in mano la lista dei compiti da portare a termine, troviamo sempre un momento per dare un’occhiata ai nostri social network.

Questi universi virtuali di solito sono la vetrina della felicità, di luoghi che desidereremmo visitare, esperienze da provare, cose da scoprire, gente da conoscere. Queste finestre virtuali possono motivarci in certi momenti,  ma anche farci sprofondare. Perché quella realtà non è la nostra realtà, perché i nostri obblighi non sempre ci permettono quei viaggi, quelle esperienze.

La mancanza di tempo e la povertà personale

Possiamo avere un lavoro eccellente, disporre di un buono stipendio e nonostante questo essere poveri. Perché la carenza di tempo è un altro tipo di miseria emotiva, personale e psicologica profondamente radicato nella società attuale. Riflettiamoci, non ci serve a nulla un buon conto bancario se non abbiamo il tempo di divertirci, riposare, instaurare relazioni.

Non avere tempo ci ruba la felicità e anche la vita. A tal proposito, in lingua giapponese esiste una parola, karoshi, per indicar le persone che muoiono a causa dell’eccesso di lavoro. Ma attenzione, non tutti muoiono a causa del burnout o di infarti cardiaci o cerebrali. Molte di queste perdite si devono a un suicidio.

Uomo disperato.

Come cominciare a trovare il tempo per godersi la vita?

La mancanza di tempo ha un costo per la salute mentale e questo richiede dei cambiamenti. La complessità di ciò risiede nel fatto che non tutto dipende da noi. Il modo in cui si articolano la società e i nostri orari non sempre ci consente di conciliare la sfera lavorativa con quella personale, la sfera professionale con quella familiare e ciò che è obbligatorio con quello che è desiderabile.

Il lavoro di ricerca condotto dalla Dottoressa Therese Macan dell’Università del Missouri ci fa notare che in questi contesti nemmeno le strategie di gestione del tempo si rivelano sempre utili. Ci possono liberare un po’ dalla tensione, ma l’esaurimento da lavoro, per esempio, continuerà a essere presente.

Di conseguenza è chiaro che serve una profonda riformulazione del nostro stile di vita. In ogni caso, e nella misura del possibile, anche noi possiamo riflettere su alcuni aspetti:

  • Distinguere le cose urgenti da quelle importanti.
  • Trovare il modo di organizzare la giornata quando ci alziamo, cercando di mettere in agenda i tempi da dedicare al relax e al riposo. È essenziale ritagliarci una o due ore per fare quello che ci piace.
  • Imparare a delegare le responsabilità.
  • Cercare uno spazio di tempo durante la settimana da dedicare alla famiglia e agli amici.

Per concludere, non dimentichiamo di riflettere ancora una volta su questa idea: la mancanza di tempo è anch’essa una forma di povertà emotiva ed esistenziale che ci priva della vita poco per volta.


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  • Macan, T. H. (1994). Time Management: Test of a Process Model. Journal of Applied Psychology79(3), 381–391. https://doi.org/10.1037/0021-9010.79.3.381
  • Rimmer AbiHow do I improve my time management skills? 

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