La rabbia nell'elaborazione del lutto

Perdere qualcuno a volte equivale a rimanere intrappolati in un sentimento di rabbia costante, un'ira che non si placa. Non riusciamo ad accettare quanto accaduto. La rabbia è un'emozione comune nel processo di elaborazione del lutto.
La rabbia nell'elaborazione del lutto
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 10 ottobre, 2022

La rabbia nell’elaborazione del lutto è una fase del tutto naturale. Tuttavia, ci sono persone che vi rimangono bloccate, che collassano emotivamente e rimangono intrappolate nel sentimento di rabbia legato alla perdita. Non è facile gestire questo groviglio di emozioni, in cui alla rabbia e all’incapacità di comprendere quanto accaduto, si unisce lo sconforto.

William Shakespeare diceva che piangere rende meno profondo il dolore, ma quando non si riesce a dare spazio allo sfogo emotivo, esso si trasforma in una pietra che cade di peso nelle profondità di un pozzo chiamato sconforto. Tra le fasi del lutto definite da Elisabeth Kübler-Ross, è molto probabile che la seconda, caratterizzata da rabbia e frustrazione, sia la più problematica.

Questa fase descrive il momento in cui si diventa pienamente consapevoli della morte della persona amata, ma invece di accettarla, ci si ribella. La mente inizia a cercare i colpevoli, e i sentimenti di ingiustizia, risentimento e rabbia cominciano a radicarsi in profondità.

Le emozioni si trasformano in una sorta di vento furioso che agita costantemente i panni stesi su una corda, scuotendoli, deformandoli, tentando di strapparli dalla corda stessa. Si vorrebbe mantenere il controllo, ma non si è capaci. La rabbia nell’elaborazione del lutto può diventare furia, e trasformarci in persone diverse.

«Il dolore represso soffoca e brucia dentro, ed è costretto a moltiplicare la sua forza.»

-Ovidio-

Ragazza che grida

La rabbia nell’elaborazione del lutto: come si manifesta?

La rabbia nel processo di elaborazione del lutto nasce come reazione alla perdita. Non bisogna dimenticare che tale emozione è anche un impulso istintivo che porta a reagire agli stimoli che il cervello interpreta come minacce. Cosa c’è di più sconvolgente di perdere una persona importante? L’impronta del dolore è tremenda e tale è la risposta.

Sperimentare questa realtà è del tutto normale. Inoltre, lo studio condotto dal Dr. George A Bonanno, della Columbia University, indicano che in realtà non esistono lutti “normativi”. Nonostante le fasi stabilite dal Dottoressa Kübler-Ross, ogni persona elabora e affronta il lutto in modo del tutto personale.

Quando non si riesce a far fronte alla situazione, per esempio, si parla di lutto ritardato o congelato, si trascina per anni una perdita irrisolta e in molti casi porta alla depressione. Vediamo, tuttavia, come si manifesta la rabbia nel processo di elaborazione del lutto.

L’ossessione per l’accaduto e le domande senza risposta

Di fronte a una perdita è naturale porsi delle domande. Una tra le più frequenti è quella in cui, come in un lamento carico di rabbia, ci chiediamo perché proprio quella persona e non un’altra. Perché è successo proprio a mio padre che era ancora così giovane? Era così buono e amava così tanto la vita, perché se n’è andato?

Queste idee si trasformano in punti fissi e ossessivi nella mente della persona intrappolata nel lutto. L’ossessione per quanto accaduto, la ricerca di spiegazioni e persino di colpevoli è comune e alimenta la rabbia.

L’ipersensibilità

La rabbia nell’elaborazione del lutto spesso rende la persona ipersensibile. All’improvviso, qualsiasi stimolo inatteso, notizia o evento improvviso la affligge intensamente. Tutto è esageratamente negativo, qualsiasi cosa la coinvolge in maniera incontrollata e persino devastante.

Cambiamenti  nella personalità e nel carattere

È bene sapere che la rabbia possiede un enorme potere trasformatore. Ci cambia, ci rende diversi e non ci piacciamo. Ci fa perdere la motivazione, ciò che prima ci appassionava smette di interessarci, scompaiono la pazienza, l’interesse, smettiamo di relazionarci con gli altri. Analogamente l’empatia viene meno, perché la sofferenza ci costringe a concentrarci solo su noi stessi.

Uomo triste con mani sulla fronte

Apatia, dolore fisico, depressione lieve

La rabbia nell’elaborazione del lutto si traduce anche in diversi disturbi psicosomatici. In tali situazioni compaiono mal di stomaco, affaticamento fisico e mentale, mal di testa, insonnia o una maggiore predisposizione a soffrire di infezioni. D’altro canto, è anche frequente mostrare segnali di depressione che, se non curati, possono peggiorare nel tempo.

Come viene trattata la rabbia nel processo di elaborazione del lutto

Uno dei maggiori pericoli nello sperimentare a lungo la rabbia è che a volte può portare ad adottare comportamenti pericolosi quanto dannosi per la salute. C’è chi ricorre al bere, al gioco o a qualsiasi comportamento che gli consenta di “dimenticare” il dolore della perdita. Si tratta indubbiamente di situazioni molto complesse.

In presenza di questo tipo di realtà, è bene avere chiaro il fatto che la terapia psicologica non solo è raccomandata, ma è in realtà l’unico modo per riprendere il controllo della propria vita e permettersi di cambiare pagina. In tal senso, le strategie più usate sono quelle che seguono.

La rabbia nell’elaborazione del lutto: aspetti su cui lavorare

  • Valutazione preventiva dello stato di salute del soggetto. Prima di iniziare la terapia, è bene sottoporsi a una visita medica per conoscere il proprio stato di salute e la presenza o meno di altre patologie.
  • È necessario, inoltre, un forte impegno da parte della persona che intende seguire la terapia psicologica.
  • Per lavorare sulla rabbia, si consiglia di ricorrere alla ristrutturazione cognitiva per individuare i pensieri limitanti e irrazionali. Favorirà la canalizzazione e lo sfogo emotivo, oltre a fornire tutte le risorse per calmare il disagio emotivo.
Donna che cammina scalza

Va osservato che la terapia varia notevolmente in funzione delle esigenze della persona. È un processo che richiede tempo e la creazione di una solida alleanza tra il paziente e lo psicologo. Tuttavia, il tasso di successo è molto alto, rendendo pertanto possibile superare questa dolorosa situazione.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.



Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.