La scala di Hamilton per valutare l'ansia

La scala di Hamilton ci svela un aspetto importante: non tutti viviamo l'ansia allo stesso modo. Questo stato è plasmato da stati fisici e da un ampio ventaglio di sintomi psicosomatici.
La scala di Hamilton per valutare l'ansia
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2022

La scala di Hamilton è uno di test psicologici più spesso utilizzati per valutare i livelli di ansia di una persona. Non è dunque uno strumento diagnostico, quanto piuttosto uno strumento utile ed efficace per valutare lo stato del paziente, i suoi sintomi psicosomatici, le sue paure e i suoi processi cognitivi.

Un aspetto interessante attira l’attenzione su questa scala: è stata ideata nel 1959 da Max R Hambilton ed è ancora oggi una delle più impiegate. Se c’era una cosa che questo professore di psichiatria -in seguito presidente della British Psychological Society- aveva ben chiaro è che non tutti gli stati di ansia sono uguali.

Non aveva intenzione di creare un altro strumento per la diagnosi di questo disturbo, bensì di definire una risorsa altamente sofisticata con cui valutare il livello di gravità dell’ansia di una persona; oltre a ciò, lo strumento aveva lo scopo di distinguere tra ansia psichica e somatica, così da definire la capacità di controllo dell’individuo su questa realtà così devastante.

Nel 1969 il dottor Hamilton decise di spingersi oltre e migliorare la scala. Così, tra le unità di misura dell’ansia somatica distinse tra i marcatori somatici muscolari e i segni somatici sensoriali. Tale livello di ricercatezza nell’elaborazione di un test più preciso possibile ci permette di intuire un indizio piuttosto chiaro: ognuno di noi vive l’ansia in un modo tutto suo.

Non ci sono due realtà simili, per cui le stesse strategie terapeutiche non hanno il medesimo effetto su tutti. Strumenti come quello che stiamo per descrivere permettono di personalizzare il più possibile i trattamenti in base alle esigenze di ogni paziente.

Scala di Hamilton

Lo scopo della Scala di Hamilton

La scala di Hamilton è uno strumento di valutazione clinica utilizzato per misurare i livelli di ansia di una persona. È utile sia nei bambini che negli adulti. Al tempo stesso, può essere usato sia dai medici sia dagli psichiatri, tenendo a mente che non determina la diagnosi di un disturbo specifico (sebbene possa essere utile a questo scopo).

Ma ciò rappresenta anche uno svantaggio, in quanto è a accessibile a tutti; di fatto chiunque può reperire questo strumento o persino eseguire il test online. Capita spesso, quindi, che molte persone si rivolgano al proprio medico curante già con la diagnosi tra le mani: “soffro di ansia grave”.

Si tratta senz’altro di una pratica sconsigliata, in quanto tale test deve essere eseguito da professionisti specializzati, come qualunque altro esame di valutazione clinica. In questo caso specifico, inoltre, vi è un item aggiuntivo, sulla base del quale lo specialista dovrà valutare in quale condizione il paziente ha eseguito il test.

È dunque di primaria importanza essere rigorosi su questo aspetto, perché come rivelano studi come quello condotto dagli psichiatri Katherine Shear e Vander Bilt il colloquio è determinante per formulare una corretta diagnosi.

Donna dallo psicologo

Item di cui tiene conto la scala di Hamilton

Questo strumento è composto da 14 item. Ogni domanda prevede cinque opzioni di risposta, che vanno da non presente a molto grave. Un punteggio di 17 o meno indica ansia lieve; un punteggio che oscilla tra 18 e 24 punti indica già uno stato di ansia moderato. Infine, con un punteggio tra 24 e 30 si indica uno stato di ansia grave. Vediamo in dettaglio i 14 item che compongono il test:

  • Mente ansiosa: preoccupazioni continue, angoscia quando si pensa o quando si immaginano determinate cose, tendenza a preoccuparsi in anticipo.
  • Tensione: tremore, voglia di piangere, sensazione di stato di allerta, etc.
  • Paure: di rimanere solo, del buio, che succeda qualcosa di inatteso, etc.
  • Insonnia
  • Problemi cognitivi: difficoltà a prendere una decisione, a concentrarsi, a fare una riflessione, disturbi della memoria.
  • Umore: sconforto, alzarsi con una sensazione di pessimismo e con la sensazione che sarà una brutta giornata, irritabilità, cattivo umore.
  • Sintomi somatici muscolari: bruxismo, tremori, tensione muscolare, dolore muscolare, voce tremante, etc.

Altri item:

  • Somatico sensoriale: tinnitus, vista offuscata, brividi di freddo o vampate di caldo, sensazione di fragilità.
  • Respiratori: sensazione di mancanza di aria, pressione, senso di soffocamento.
  • Sintomi gastrointestinali: problemi di deglutizione, di digestione, stitichezza o diarrea, etc.
  • Genitourinari: minzione frequente, assenza di libido.
  • Sintomi a sé stanti: bocca secca, pallore, sudorazione, pelle d’oca, etc.
  • Valutazione del professionista: a questo punto lo specialista procede con una valutazione dello stato di salute generale del paziente.
Scala di Hamilton

Conclusioni

Non resta che sottolineare un aspetto fondamentale: la scala di Hamilton è una risorsa facilmente accessibile, ne siamo consapevoli. Possiamo anche eseguirlo da solo se lo vogliamo. Tuttavia sono lo psichiatra o lo psicologo le uniche figure davvero idonee a fare una valutazione e a elaborare una diagnosi.

Successivamente, sulla base del risultato ottenuto, si opterà per una strategia piuttosto che per un’altra. Lo scopo del medico Hamilton negli anni ’60 era ottenere un quadro affidabile e il più possibile corrispondente alla realtà dei livelli di ansia della persona. Solo in questo modo si potrà agire nel migliore dei modi.

E in questi casi, valutare aspetti come il tono di voce del paziente, la sua postura, la capacità di capire chiaramente o meno le domande, sono tutti strumenti per una corretta valutazione.


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  • Hamilton, M. (1959). Escala de Clasificación de Ansiedad de Hamilton (HAM-A). Br Journal of Medicine Psychol32, 50-55. https://doi.org/10.1145/363332.363339
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