La teoria di risposta all'item (IRT)

La base fondamentale della teoria di risposta all'item è che qualsiasi strumento di misura dovrebbe essere in linea con un'idea.
La teoria di risposta all'item (IRT)
Paula Villasante

Scritto e verificato la psicologa Paula Villasante.

Ultimo aggiornamento: 12 gennaio, 2023

La valutazione tramite test è una delle parti più importanti dell’analisi psicologica. Questa viene spesso condizionata dai risultati degli esami somministrati al paziente. La teoria di risposta all’item (IRT) è una delle teorie di misurazione del test che appare come complemento alla teoria del test classico (TCT).

Come è stato già ampiamente dimostrato, entrambe queste due teorie sono in grado di valutare lo stesso test. Viene stabilita una rilevanza o un punteggio per ciascuno così da personalizzare i risultati, inquadrando in maniera più oggettiva la valutazione da parte dello specialista. È interessante notare che la teoria di risposta all’item è un eccellente strumento, meglio calibrato. Tuttavia, ha un costo molto più elevato, dal momento che rende necessaria la partecipazione di più professionisti specializzati.

L’obiettivo di queste due teorie è però lo stesso. Si tratta di riuscire a definire dei profili, accurati, personalizzati e, soprattutto, limitando al limite le possibilità di errore. Questo perché la psicometria richiede una certa affidabilità e validità per tutti i test.

Tenete presente che un test sarà più affidabile se è in grado di replicare meglio i risultati quando si valutano due soggetti – o lo stesso soggetto in diverse situazioni – restituendo al ricercatore un dato univoco. La validità di qualsiasi prova si riferisce al grado in cui l’evidenza empirica e la teoria si riflettono nell’interpretazione dei punteggi dei test.

Ragazza svolge test secondo teoria di risposta all'item

La teoria di risposta all’item va oltre

Senza trascurare quanto di buono fatto finora, l’approccio classico alla teoria dei test presenta alcuni limiti. Manca, infatti, un impulso in termini di costruzione e miglioramento della valutazione del test.

Nella TCT, le misurazioni variano a seconda dello strumento utilizzato. Quindi, uno psicologo che valuta l’intelligenza di tre persone, si vedrà obbligato a elaborare un test diverso per ognuno. Così facendo, i risultati non potranno essere confrontati. Ma come mai?

Questo succede perché ogni test possiede e adotta una propria scala. Per poter confrontare, ad esempio, l’intelligenza di un gruppo di persone che sono state valutate con test di intelligenza diversi, sarebbe necessario trasformare i punteggi ottenuti in altre scale. Al contrario, la teoria di risposta all’item consente di confrontare i risultati ottenuti utilizzando diversi strumenti sulla stessa scala.

Un altro limite dell’approccio classico è la mancanza di invarianza delle proprietà dei test rispetto alle persone utilizzate per stimarla. Ma l’approccio IRT riesce finalmente a migliorare e superare questo aspetto.

Principi fondamentali della teoria di risposta all’item

Al fine di risolvere queste limitazioni, la IRT deve partire da principi più forti e più restrittivi rispetto a quelle della teoria classica. Vediamo questo aspetto nel dettaglio:

Primo principio

La IRT stabilisce che qualsiasi strumento di misura dovrebbe essere in linea con un’idea. Ciò significa che esiste una relazione funzionale tra i valori della variabile che misurano gli oggetti e la probabilità di farli corrispondere. Questa funzione si chiama Item Characteristic Curve (ICC).

Sembra che la teoria di risposta all’item proponga un’idea nuova riguardo alla TCT. Ciò si basa sul fatto che, ad esempio, agli elementi più complicati di un test di intelligenza, rispondono solamente le persone più intelligenti. Al contrario, una prova alla portata della totalità degli esaminati non avrebbe un sufficiente potere discriminatorio, in base al grado di intelligenza.

Secondo principio

La maggior parte dei modelli della TCT presuppongono che gli elementi appartenono a una singola dimensione, ovvero sono monodimensionali. Bisognerà quindi assicurarsi che i dati siano conformi a questa unidimensionalità.

Ciò presuppone una restrizione importante. Infatti, molti degli strumenti che gli psicologi gestiscono non sono in grado di raccogliere dati di una singola dimensione.

Esempio di teoria di risposta all'item

Terzo principio

L’ultimo principio della teoria di risposta all’item è l’indipendenza locale. Ciò significa che  gli item dei test devono essere indipendenti l’uno dall’altro. In altre parole, la risposta a uno di essi non può essere condizionata dalla risposta data ad altri item.

Tuttavia, se l’unidimensionalità viene soddisfatta, lo sarà anche l’indipendenza locale (non esiste alcuna interdipendenza degli elementi né una varianza condivisa che non sia correlata alla dimensione misurata). Quindi, a volte entrambi i principi possono sostenersi a vicenda.

Negli ultimi anni sono stati fatti numerosi progressi nel campo della psicometria e dell’interpretazione dei test. Un altro passo in questa direzione, dando sempre più spazio ai test che seguono i principi della IRT, permetterà di migliorare notevolmente l’acquisizione e la valutazione dei dati in ambito psicometrico.


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