La verità fa male una volta, le bugie fanno male sempre

La verità fa male una volta, le bugie fanno male sempre
Raquel Aldana

Scritto e verificato la psicologa Raquel Aldana.

Ultimo aggiornamento: 14 dicembre, 2021

La verità fa male una volta, ma le bugie fanno male ogni volta che le ricordiamo. Ci intrappolano, sequestrano le nostre emozioni, ci fanno mettere in dubbio la verità e rendono artificiale tutto quello che abbiamo vissuto e provato.

Quando ci mentono, possiamo arrivare a sentire che non valiamo più nulla, perché lo shock di una certezza che si rivela falsa o incoerente ci disorienta, al punto da provocarci un trauma con noi stessi o con la nostra realtà.

Anche le bugie dette per non far soffrire, alla fine fanno male. Anzi, fanno molto più male di qualsiasi sentimento, pensiero o emozione che sarebbe stato provocato da ciò che hanno cercato di nasconderci o mascherare.

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Una relazione basata sulla bugia è destinata al fallimento

Bisogna sapere che qualsiasi relazione che non abbia la sincerità come solida base prima o poi farà la fine di un castello di carta, fragile e delicato, che potrebbe distruggersi e crollare con un nonnulla.

Perché la menzogna apre le porte a moltissimi tipi di tradimento, che ci faranno mettere in dubbio i nostri sentimenti. Attenzione: per mentire non è necessario dire bugie, basta agire in modo falso o comportarsi con ipocrisia.

La bugia si presenta come un elogio di se stessa, perché solo così avrà senso. Chi mente si fa i complimenti da solo per essere riuscito a costruire una falsa credenza e per essere riuscito ad essere abbastanza furbo da portarla a termine.

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Dimmi la verità: decido io se mi fa male o no

Il dolore emotivo generato dalla bugia quando non riusciamo a giustificarla è profondo e immenso. Soffriamo e piangiamo per situazioni che avremmo potuto evitare e che qualcun altro ha peggiorato, spesso con l’obiettivo di proteggerci, armato di buone intenzioni.

Eppure, sia il dolore provocato da una verità sia quello generato da una bugia ci insegnano qualcosa. Grazie alla sofferenza, riusciremo a migliorare la nostra capacità decisionale, di analisi e di autodeterminazione emotiva e cognitiva.

In altre parole, troveremo una strada alternativa per uscire dal tunnel, perché impareremo qualcosa in più sulla realtà che ci circonda e su qual è il modo migliore di farci strada in essa.

La menzogna molto spesso è uno strumento impiegato da chi vuole proteggerci dai pericoli della verità. In questo modo, però, si genera ancora più sofferenza, perché le bugie pronunciate per evitare il dolore sono in realtà le peggiori. Sono quelle più intricate, che spazzano via tutto quello che c’è di positivo nella relazione.

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Imparate a proteggervi dalle bugie

Dobbiamo riuscire a filtrare sia quello che diciamo sia quello che ascoltiamo, non credere a tutto quello che ci viene detto e pensare in modo critico. Non bisogna dimenticare che ci sarà sempre chi cercherà di venderci una macchina pur sapendo che il motore non funziona.

Per capire qualcosa in più sui criteri che dobbiamo seguire quando arriva il momento di valutare quello che diciamo o ci viene detto, ecco una parabola socratica sui filtri che devono essere presenti nelle nostre conversazioni.

Il giovale discepolo di un saggio filosofo arriva a casa e gli dice:

– Maestro, un amico mi ha parlato male di te…

– Aspetta! – lo interrompe il filosofo – Hai fatto passare quello che mi vuoi raccontare per i tre filtri?

– I tre filtri? – chiede il discepolo.

– Sì. Il primo è il filtro della verità: sei sicuro che ciò che vuoi dirmi è assolutamente certo?

– No. L’ho sentito dire ad alcuni vicini di casa.

– L’hai almeno fatto passare per il secondo filtro? È il filtro della bontà. Ciò che vuoi dirmi, fa del bene a qualcuno?

– No, in realtà no. Al contrario…

– Capisco. L’ultimo è il filtro della necessità: è necessario farmi sapere ciò che t’inquieta così tanto?

– A dire il vero, no.

– Allora,
– dice il saggio sorridendo, –
se non è vero né buono né necessario, seppelliamolo nel dimenticatoio.

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Non dobbiamo dimenticare che nessuno è più propenso a credere a una bugia delle persone per cui quella bugia corrisponde ai loro desideri. Per questo, per poter ricevere la verità, bisogna essere in grado di contenerla. Abbiamo bisogno di un recipiente che ne sia all’altezza.

Allo stesso modo, quando qualcuno racconta una bugia, dovrebbe sapere che è necessaria una certa intelligenza per riuscire a sostenerla, così come è necessaria una certa forza per dire la verità.

Le vittime della bugia, una volta superato il trauma, diventano spesso molto più lucide e abili nel decifrare la fragilità e la debolezza dei ragionamenti che un tempo hanno rappresentato la causa della loro sofferenza. Diciamo che, grazie all’esperienza, diventiamo più audaci, e riusciamo a fiutare il pericolo e a comprenderlo meglio.

Questo accade perché ci rendiamo conto che quello che non riusciamo a immaginare né comprendere ci distrugge. Perché la bugia ci rende disperati per trovare una spiegazione logica e per scoprire ogni singolo particolare di quello che è stato coperto con la manipolazione e l’inganno.

L’esperienza ci aiuterà a crescere e a potenziare abilità imprescindibili, rendendo sia le nostre emozioni sia il nostro ragionamento molto più intelligenti.


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