Lavoratori zombie: come riconoscerli
I lavoratori zombie possono esistere in qualsiasi contesto professionale. E, sicuramente, più di una volta ne avrete visti alcuni. Sembrano sempre molto occupati, ma in realtà non fanno altro che delegare responsabilità agli altri. Sono inefficienti, improduttivi, ma sanno come ottenere la fiducia dei capi per creare ambienti tossici e infruttuosi in cui sopravvivono alla perfezione.
All’interno della vasta terminologia che fa riferimento al mondo del lavoro, dobbiamo aggiungere il concetto di working dead, appunto, i lavoratori zombie. Qualcuno di voi, erroneamente, potrebbe pensare che ci riferiamo a quei dipendenti mal pagati che lavorano un gran numero di ore, svolgendo un lavoro anonimo, automatizzato, scarsamente motivante e del tutto privo di riconoscimento professionale.
Tuttavia, c’è una netta differenza tra i lavoratori sfruttati e quelli che semplicemente vanno a spasso nell’azienda fingendo di fare qualcosa: la produttività. Alcune persone pensano che la bassa performance sia basata soprattutto sul basso impegno dei lavoratori zombie. Al contrario, coloro che hanno analizzato questo comportamento pongono un’altra domanda. Perché le aziende continuano ad accettare questi profili nelle loro strutture?
Prima di tutto, va detto che non ci riferiamo solo ai funzionari della pubblica amministrazione. Parliamo anche di tutti i lavoratori zombie che si stabiliscono in uffici, società, università, fabbriche e in qualsiasi tipo di azienda in cui riescono, nonostante tutto, a sopravvivere. Come? Quali strategie utilizzano? In questo articolo vi sveleremo tutto ciò che bisogna sapere sui lavoratori zombie.
Il lavoratore zombie è sfaticato e ha poche abilità, ma riesce a sopravvivere in qualsiasi contesto lavorativo perché sa come conquistare la fiducia dei manager. Non attira mai particolarmente l’attenzione, nonostante abbia la capacità di intossicare l’ambiente e distruggere lo spirito di gruppo interno all’azienda.
Come riconoscere i lavoratori zombie
Nel 2004 è stata condotta una ricerca dalla compagnia americana Gallup per valutare l’impegno di varie società negli Stati Uniti e in Europa. I risultati hanno rivelato qualcosa che gli esperti avevano già definito una crisi culturale e imprenditoriale.
Quasi il 64% dei dipendenti afferma di non impegnarsi al massimo nel proprio lavoro o per raggiungere gli obiettivi della società di cui è dipendente. L’unico obiettivo è realizzare la propria giornata lavorativa e ricevere lo stipendio. Secondo loro, ciò è dovuto al basso riconoscimento del loro valore e alla cattiva relazione con i dirigenti di livello medio o superiore.
Del restante 36%, il 15% è costituito dai cosiddetti lavoratori zombie. Le aziende sanno della loro presenza e, anche se molti li considerano “mele marce” (elementi dell’organizzazione che trasmettono bassa produttività), la sensazione generale è che la loro presenza sia quasi inevitabile.
Kevin Daum, noto scrittore, specialista del mondo degli affari ed editorialista di Smart Business Magazine, definisce i lavoratori zombie come un fenomeno pericoloso e di cui bisognerebbe occuparsi di più. Le aziende non si rendono conto che i lavoratori zombie interferiscono negativamente a livello di efficienza e produttività, compromettendo l’ambiente di lavoro.
5 caratteristiche dei lavoratori zombie
- Escono sempre prima degli altri. Ci riescono sempre, non hanno ancora terminato la giornata lavorativa, ma spengono il PC e si preparano a uscire con tranquillità e allegria. Ancor di più, si mostrano orgogliosi di questo atteggiamento come se si trattasse di un comportamento normale e accettabile.
- Amano il gossip. Questa è forse una delle loro principali motivazioni per andare a lavorare: conoscere i pettegolezzi, ingrandirli e diffonderli.
- Sono messaggeri di brutte notizie. I lavoratori zombie riescono ad arrivare prima alle notizie con una componente negativa: tagli, problemi, sanzioni…
- Non rispettano mai gli orari. Hanno sempre problemi di tempo, arrivano sempre in ritardo, hanno bisogno di pause più lunghe del solito e non esitano a uscire prima.
- Non hanno alcuna aspirazione. Pur mostrando una qualche minima abilità o competenza, i lavoratori zombie hanno come unico obiettivo passare il tempo. Delegano, rifiutano e creano disagi ai colleghi di lavoro, minando internamente l’armonia dell’ufficio.
Perché le aziende accettano questi dipendenti?
La presenza dei lavoratori zombie riguarda qualsiasi ambito professionale, del settore pubblico e privato. Qual è la ragione di questa permissività verso una figura che, spesso, può anche diventare un cattivo esempio per gli altri? Innanzitutto va notato che non tutte le aziende consentono questo atteggiamento. A lungo termine, i lavoratori zombie possono danneggiare enormemente l’immagine e la produttività dell’ufficio o della società intera.
Tuttavia, inspiegabilmente, questi profili proliferano a tutti i livelli. La causa di ciò può essere ricondotta a due elementi principali, che vi presentiamo di seguito:
Le società non sempre dispongono di sistemi per valutare e identificare le prestazioni lavorative di ogni dipendente. E non sempre i manager li richiedono o li considerano attendibili. L’abilità di molti lavoratori zombie sta proprio nel riuscire a dare un’immagine amichevole, divertente e allegra che può far passare in secondo piano i veri problemi.
Il secondo aspetto è un po’ più preoccupante. Può succedere che i lavoratori zombie resistano all’interno di un ufficio semplicemente perché anche il manager è uno di loro. Molte persone sostengono la funzionalità e non l’innovazione; preferiscono persone docili che non causano problemi, che si limitano a “essere”, che non protestano, che non contribuiscono con idee, che non apportano cambiamenti.
I lavoratori zombie coesisteranno con quelli “vivi” finché le politiche del lavoro non cambieranno e non vi sarà un reale impegno per l’efficienza e un reale apprezzamento delle capacità di ogni professionista.
Nel frattempo, il consiglio che possiamo darvi è di stare alla larga da questi lavoratori: anche senza mordervi, il loro modo di comportarsi potrebbe finire col contagiarvi.