Le abitudini: alcune curiosità

Capita spesso di voler acquisire nuove abitudini e abbandonarne alcune. In questo articolo parleremo di alcune curiosità sulle abitudini che, nella maggior parte dei casi, rivelano il nostro modo di pensare.
Le abitudini: alcune curiosità
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Le abitudini sono definite come pratiche che si ripetono con frequenza e, quasi sempre, automaticamente. Aiutano ad affrontare una situazione o risolvere un problema ricorrente senza dover pensare più e più volte a come farlo. In altre parole, aiutano a superare la routine, liberando il cervello che può così concentrarsi su altri dimensioni più complesse.

Le abitudini sono presenti negli esseri umani, ma anche negli animali. In molti casi sono associate a processi biologici e in altri ad aspetti culturali. Possono essere individuali, ma anche collettive. Cambiano da una società all’altra e anche a seconda del tempo.

A volte le abitudini hanno una base o un supporto ragionevole, altre volte no. Alcuni di questi costumi garantiscono il benessere, mentre altri obbediscono solo ad automatismi inconsci. Ci sono molti fatti curiosi su questo argomento, come quelli che presenteremo qui di seguito.

Donna che fa la doccia.
Tendiamo a mantenere le nostre abitudini.

Abitudini nel tempo

Tra le abitudini più strutturate spiccano quelle legate all’igiene. Oggi sembra normale lavarsi tutti i giorni, ma non è sempre stato così. Nel Medioevo si riteneva che lavarsi fosse un’usanza moralmente sporca. In altre parole, si lavavano solo coloro i quali avevano bisogno di purificare la propria anima.

Si dice addirittura che i nativi americani furono sorpresi dal fetore emanato dagli europei giunti nel continente durante la Conquista. I conquistatori erano convinti che bastasse indossare abiti raffinati o usare profumi.

Un’altra delle stranezze del Medioevo era che la defecazione era considerata un onore, motivo per cui era comune avvenisse in presenza di altre persone. In alcuni posti era persino disposta una fila di “gabinetti” in modo da poter parlare durante la defecazione.

Tuttavia, le “strane” abitudini di questo tempo non finiscono qui. Nel Medioevo era consuetudine gettare gli escrementi dalle finestre. Era consuetudine, soprattutto, in città come Parigi. Dal 1513 questa pratica iniziò a essere vietata.

Altre curiosità

Charles Duhigg è uno dei ricercatori più importanti in merito allo studio sulle abitudini. Ha sottolineato che l’abitudine prevede un ciclo composto da tre parti: segnale, routine e ricompensa. Questo ci porta a un punto essenziale: per acquisire e mantenere un’abitudine, ci deve essere una ricompensa.

Questo è il motivo per cui è così difficile acquisire abitudini che non ci risultano allettanti. Per esempio, uno dei buoni propositi per l’anno nuovo è spesso quello di perdere peso. I dati indicano che solo l’8% delle persone riesce ad adottare diete che consentono loro di raggiungere questo obiettivo.

Allo stesso modo, è noto che le abitudini più radicate coinvolgono determinati livelli di dopamina: durante la loro esecuzione si produce una sensazione di benessere.

I gangli della base sono responsabili della regolazione delle abitudini. Fino a poco tempo fa si diceva che, per acquisire una nuova abitudine bisognasse ripetere la stessa azione per 21 giorni consecutivi. Oggi sappiamo che ciò non basta. In realtà, sono necessari 66 giorni consecutivi.

Donna che si lava i denti.
L’abitudine di usare lo spazzolino dei denti non si deve a un medico né a un dentista, ma a un pubblicitario americano che lavorava per un’azienda di dentifrici.

Altri dati sulle abitudini

Anche se attualmente si ribadisce spesso l’importanza di lavarsi i denti dopo ogni pasto, questa buona abitudine non è stata diffusa da un dentista o un medico. Il primo a suggerirla fu un pubblicitario americano di nome Claude Hopkins. Ovviamente, lavorava per un’azienda di dentifrici.

Gli esperti di marketing sottolineano che le persone sono molto fedeli alle loro abitudini, che modificano solo quando vanno incontro grandi cambiamenti.

Alla luce di ciò, il cliente perfetto per il mercato è una donna incinta. La gravidanza è una fase in cui la donna acquista nuovi prodotti che spesso sostituiscono il consumo di altri abituali.

Le abitudini sono così importanti che molti degli algoritmi sviluppati hanno la funzione di raccogliere dati su di esse. Tracciano le abitudini di acquisto per capire cosa si compra, quando e come. Lo scopo è proporre offerte “casuali” di prodotti su misura. In altre parole, assicurarsi l’acquisto.


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  • González Menéndez, R. (1995). Como liberarse de los hábitos tóxicos.: Guía para conocer y vencer los hábitos provocados por el café, el tabaco y el alcohol. Revista Cubana de Medicina General Integral, 11(3), 253-284.

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