Le encefaline: neurotrasmettitori del dolore

I peptidi oppioidi devono il loro nome al fatto che si legano agli stessi recettori a cui si legano gli oppiacei. Ma anche al fatto che condividono alcune proprietà farmacologiche con la morfina, anch'essa un oppiaceo.
Le encefaline: neurotrasmettitori del dolore
Paula Villasante

Scritto e verificato la psicologa Paula Villasante.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Per oltre tre decenni è stato studiato il ruolo delle encefaline nella percezione del dolore. Si tratta di ormoni che fungono da neurotrasmettitori, permettendo così che i neuroni comunichino tra di loro.

L’encefalina è un ormone che viene prodotto in determinate aree dell’encefalo e nella ghiandola pituitaria (o ipofisi). Essa viene secreta per raggiungere diverse aree dell’organismo, come l’apparato gastrointestinale o il midollo surrenale.

La scoperta degli oppiacei endogeni e il riconoscimento della loro importanza nella funzione cerebrale, nell’omeostasi e nella regolazione neuroendocrina è stata una delle grandi scoperte della biologia moderna.

Aver individuato questo tipo di ormoni, come le encefaline, nella sostanza grigia periacqueduttale e nel midollo spinale rappresenta un punto a supporto dell’idea che questi sistemi potrebbero avere un ruolo attivo nella trasmissione delle informazioni sensoriali associate al dolore.

Cervello illuminato con rete neurale

In che modo si sviluppano le encefaline?

Conosciamo i peptidi oppioidi perché si legano agli stessi recettori a cui si legano gli oppiacei. Ma anche perché condividono alcune proprietà farmacologiche con la morfina, anch’essa un oppiaceo.

Le encefaline si distribuiscono lungo tutto l’encefalo, ma la maggiore capacità di fissaggio ha luogo nelle terminazioni nervose del cervello medio e del talamo, in cui si riuniscono i fasci conduttori della sensazione di dolore.

Si trovano anche nell’amigdala, che ha a che fare con la sensazione di benessere del metabolismo, con il meccanismo di azione e con i principali effetti delle encefaline e delle endorfine sull’organismo.

La sequenza di amminoacidi delle encefaline è riscontrabile nei peptidi più lunghi, estratti dall’ipofisi. Oltre che nei peptidi maggiori, le endorfine sono state individuate anche nelle cellule nervose. Di conseguenza, le endorfine sono da 12 a 100 volte più attive delle encefaline.

Meccanismo di azione delle encefaline

La scienza ci dice che le encefaline inibiscono a livello presinaptico e postsinaptico le due fibre afferenti al dolore, quelle di tipo C e di tipo A. Come nel caso degli oppiacei, inibiscono l’attività neuronale perché riducono la permeabilità del sodio.

Inoltre, le encefaline provocano cambiamenti a lungo termine sul metabolismo cellulare. Fanno ciò provocando:

  • Variazioni nella disattivazione o attivazione di determinati geni nel nucleo cellulare
  • Alterazioni nel numero di inibitori o eccitanti.

Effetti delle encefaline sul sistema nervoso centrale

Le encefaline hanno diversi effetti sul sistema nervoso centrale. Vediamo, dunque, quali sono:

  • Analgesia.
  • Euforia.
  • Miosi.
  • Depressione del riflesso della tosse.
  • Nausea e vomito.
  • Tremori (in quantità elevate).
Donna con tremore alla mano

Gli effetti sul sistema cardiovascolare

Le encefaline non hanno solo un ruolo nel cervello, ma anche nel sistema cardiovascolare, all’interno del quale provocano bradicardia:

  • Liberano istamina (morfina).
  • Dilatano le arteriole e le vene (ipotensione ortostatica).

La frequenza e l’intensità di stimolazione dei punti agopunturali hanno a che fare con questi effetti sul sistema nervoso centrale e sul sistema cardiovascolare. Ad esempio (3):

  • Stimoli a bassa frequenza e ad alta intensità (tra i 2 e gli 8 Hz) provocano il rilascio di endorfine a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi e delle encefaline nell’encefalo e nel midollo spinale.

Tali stimoli hanno un’azione sistemica e vengono utilizzati per trattare malattie croniche. Inoltre, hanno un effetto a livello locale, possibile grazie all’apertura degli sfinteri precapillari, che migliorano il microcircolo locale, determinando la riduzione delle sostanze alogene locali (bradichinina e serotonina) con aumento del metabolismo dei tessuti.

  • Stimoli ad alta frequenza e a bassa intensità tra i 100 e i 200 Hz sono responsabili del rilascio di encefaline nel mesencefalo e all’interno del midollo spinale. In presenza di stimoli che vanno oltre i 500 Hz si libera dinorfina. Questi stimoli hanno un’azione segmentaria e vengono applicati in malattie acute.

Sembra che le encefaline siano strettamente relazionate con il dolore: provocano analgesia, ovvero, calmano il dolore. Si tratta di un effetto sedativo simile a quello della morfina. Una grande scoperta per le malattie associate al dolore.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Miller, R. J., & Pickel, V. M. (1980). The distribution and functions of the enkephalins. Journal of Histochemistry & Cytochemistry, 28(8), 903-917.
  • Reichlin, S. (1989). Neuroendocrinología. Wilson, J. y Williams, D. Endocrinología (7ma. ed),(pp: 770-74). Buenos Aires: Editorial Médica Panamericana.
  • MULTIMED. Revista Médica. Retrieved from http://www.multimedgrm.sld.cu/articulos/2003/v7-2/12.html
  • Matamoros-Trejo, G., & Asai Camacho, M. (2013). Variación estacional de péptidos opioides en el cerebro de la rata albina.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.