Le grandi epidemie della storia

Le grandi epidemie della storia ci hanno lasciato profondi insegnamenti, tra i quali che siamo esseri molto vulnerabili per natura e molto forti grazie alla nostra intelligenza. Eppure non abbiamo ancora imparato a relazionarci agli altri esseri viventi.
Le grandi epidemie della storia
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2023

La lotta tra l’uomo e i microrganismi è antica quanto la storia stessa. Intere civiltà -come forse successe ai maya- si sono estinte a causa di nemici invisibili. Tuttavia, le grandi epidemie della storia ci hanno anche dato importanti insegnamenti. Tra questi, il fatto che l’intelligenza umana è stata in grado di vincere battaglie fuori dal comune.

Sono diverse le grandi epidemie della storia che hanno lasciato molto dolore al loro passaggio, ma anche importanti conoscenze e sapere. Sono almeno cinque le pandemie che si distinguono per la loro portata nel corso della storia. Mentre un’epidemia si diffonde solo a livello locale, una pandemia raggiunge l’intero pianeta.

L’umanità lotta contro piaghe sin dai suoi inizi. Ci prendono a calci per un po’. Dopodiché contrattacchiamo.

-Scott Wilson-

L’essere umano, tuttavia, ha sempre vinto. Lo ha fatto grazie all’intelligenza e al suo prodotto di maggior successo: la scienza.

Ieri e oggi sono migliaia le persone nel mondo che lavorano quotidianamente per trovare la strada di ritorno in direzione della salute. Le grandi epidemie della storia hanno le loro vittime, ma anche i loro eroi; grandi dolori, ma anche momenti di gloria.

Virus del vaiolo

Le grandi epidemie della storia

Il Vaiolo: l’epidemia più letale

Il vaiolo è a oggi il virus più violento e più letale della storia. Al tempo stesso, è una delle uniche due malattie che l’essere umano è riuscito a sradicare del tutto. Si dice che a mali estremi, estremi rimedi ed è quanto accaduto con questa malattia, che ha causato il decesso di 300 milioni di persone.

In Europa ha sterminato intere popolazioni nel XVIII secolo. In America ha provocato il crollo demografico durante la Conquista. Si ritiene che almeno 13 milioni di Incas siano stati uccisi dall’epidemia.

Fino al XX secolo, praticamente ogni anno si registrava un’epidemia di vaiolo in qualche parte del mondo, e in quello stesso arco di tempo falciava almeno due milioni di vite.

È stato possibile sconfiggere questo virus grazie alla scienza e alla cooperazione. In piena guerra fredda, il viceministro dell’Unione Sovietica del tempo, Viktor Zhdanov, propose di condurre una guerra a livello globale. Fu approvata la sua iniziativa di offrire vaccini a tutti gli abitanti del pianeta e nel 1980 venne ufficialmente dichiarata l’estirpazione completa dal mondo del vaiolo.

L’influenza spagnola, un’altra delle grandi epidemie della storia

Una delle grandi epidemie della storia ha avuto luogo nel 1918: parliamo dell’influenza spagnola. Si trattava di una malattia particolarmente preoccupante, in quanto colpiva persone di tutte le età e persino cani e gatti. Viene considerata oggi l’epidemia più devastante della storia, visto che uccise tra i 20 e i 40 milioni di persone in un solo anno.

Si pensa che il virus abbia sferrato il suo primo attacco nel marzo 1918, in Kansas, negli Stati Uniti. In Europa giunse per mezzo delle truppe statunitensi, durante la Prima Guerra Mondiale. In quel momento, il virus aveva già subito una o due mutazioni che lo avevano reso estremamente aggressivo e letale.

Questa influenza, molto simile al COVID-19, fu causa di ondate di contagi. La seconda fu la più letale e, come sta accadendo oggi, mise a dura prova il sistema sanitario.

In realtà non si riuscì mai a trovare una cura per questa malattia, bensì alcuni trattamenti relativamente efficaci. Il virus scomparve gradualmente, in virtù del fatto che i sopravvissuti si erano immunizzati.

Foto storica durante la influenza spagnola

L’epidemia dell’ebola

Sebbene per l’ebola non si possa parlare di pandemia, è tuttavia uno dei virus più letali della storia. Il tasso di mortalità si aggira tra il 41 e l’89%. Al tempo stesso, la malattia uccide molto in fretta, motivo per cui in questo caso il problema non è stato tanto il contagio quanto piuttosto la letalità.

Ha interessato principalmente Paesi del continente africano, sebbene sia giunta anche in Spagna e negli Stati Uniti. Uno degli aspetti più interessanti di questo male è rappresentato dai diversi sintomi, tra i quali un’emorragia interna delle mucose e intorno alla zona della puntura.

Attualmente non esistono trattamenti né vaccini per questa malattia. Nonostante ciò, la ricerca sta facendo passi da giganti e dal 2015 abbiamo a disposizione un vaccino in fase sperimentale; la sua efficacia è stimata intorno al 100%.

Come nel caso di altre malattie virali, anche questa ha origine dal contatto con gli animali. Oggi, soprattutto a seguito della comparsa del COVID-19, ha iniziato a prendere piede l’idea che sia necessario riformulare il nostro rapporto con la natura. 


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  • Suárez Ognio, L. (2006). Las grandes epidemias y la gripe aviar. Acta Médica Peruana, 23(1), 4-5.


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