Le onde delta: cosa ne sappiamo?

Le onde delta del cervello sono misteriose e affascinanti. Siamo a conoscenza della loro esistenza dagli inizi del XX secolo, quando vennero scoperte da Grey Walter.
Le onde delta: cosa ne sappiamo?
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Le onde delta del cervello sono misteriose e affascinanti. Siamo a conoscenza della loro esistenza dagli inizi del XX secolo, quando vennero scoperte da Grey Walter. Sappiamo che viaggiano a una frequenza che va da 0 a 4 Hz e che sono considerate le più lente tra quelle prodotte dal cervello. Sono associate al benessere e alla calma interiore.

Al di là di questo aspetto, non sappiamo molto sulle onde delta. Esse suscitano grande curiosità, proprio perché sono presenti in stati di massima quiete. Tuttavia, non si è ancora capito perché esistono e sappiamo molto poco sul modo in cui funzionano.

Sono già diversi gli studi condotti nel mondo e orientati a scandagliare i misteri che ruotano intorno alle onde delta. Più il progresso avanza, più sorprese abbiamo e più domande sorgono.

Le neuroscienze sono, per molti, la branca più entusiasmante della scienza, perché il cervello è l’oggetto più affascinante dell’universo. Ogni cervello umano è diverso; il cervello rende ogni essere umano unico e definisce chi è.

-Stanley B. Prusiner (Premio Nobel per la Medicina, 1997)-

Le onde delta

Le onde delta del cervello

Tutti i dati a oggi conosciuti suggeriscono che le onde delta non hanno una stretta relazione con la coscienza. Vale a dire che non si manifestano mai durante gli stati di veglia, anzi avviene il contrario. Sono riscontrabili durante le fasi più profonde del sonno, ovvero durante i momenti in cui non sogniamo. 

Le ricerche hanno permesso di stabilire che le onde delta del cervello intervengono negli stadi di profonda meditazione. Mediante supervisione in laboratorio, si è osservato che gli stadi di profondo rilassamento favoriscono la produzione di queste onde.

Oltretutto – e l’aspetto sorprendente è proprio questo – è stato possibile stabilire che quando l’essere umano si trova nell’utero materno le onde delta sono predominanti. Questo concetto è valido ancora fino al primo anno di vita, sebbene si vada via via riducendo. Si ipotizza che si tratti di un meccanismo cerebrale che permetterebbe al neonato di preservare la propria quiete, nonostante la moltitudine di nuovi stimoli a cui viene esposto.

Gli effetti delle onde delta

Al momento attuale è stato provato che le onde delta sono strettamente associate agli stati di quiete più profondi. Tuttavia, questo non è l’unico effetto di queste misteriose onde. Ci sono prove del fatto che influiscano anche su altri fenomeni, come i seguenti:

  • Sono le responsabili di un sonno di qualità. Se mentre dormiamo non raggiungiamo la fase di sonno profondo, ovvero quella in cui vengono prodotte le onde delta del cervello, svegliandoci ci sentiremo, con molta probabilità, ancora stanchi.
  • Aiutano a regolare le funzionalità più basilari del corpo. Se un giorno il nostro cervello non produce onde delta, si alterano -in misura variabile- le altre funzioni, come la respirazione e il battito cardiaco.
  • Ci sono buoni motivi per pensare che influiscano anche sui processi intuitivi. A quanto sembra, il funzionamento dell’inconscio è associato alla produzione di onde delta nel cervello.
  • Incidono sulla motivazione e sull’empatia. Si è ipotizzato che quando il cervello produce con frequenza onde delta, le persone diventano più aperte ed empatiche. Inoltre, la motivazione del soggetto aumenta.

Altre scoperte

L’American Headache Society ha pubblicato diversi studi sulle onde delta. In alcuni di essi si fa riferimento al fatto che la produzione di queste onde da parte del cervello sia un fattore che incide notevolmente sulla presenza o sull’assenza di emicranie. A quanto sembra, maggiore è la produzione di onde delta, minori sono le probabilità di soffrire di emicranie.

Allo stesso tempo, uno studio di Wanee Rojviroj stabilisce una forte relazione tra le onde cerebrali e le situazioni stressanti. In tale studio si giunge alla conclusione che le onde delta sono di per sé un antistress. Per questo si ipotizza che forse siano relazionate alla produzione di serotonina e di melatonina da parte dell’organismo. Questo aspetto, tuttavia, non è stato ancora dimostrato.

Sono due i fattori che inducono il nostro cervello a produrre onde delta. Uno è il sonno profondo. Per questo, gli psicologi insistono tanto sull’importanza di dormire a sufficienza. L’altro fattore è rappresentato dalle tecniche di meditazione, un vero toccasana per il cervello. Meditando, otterremo molto più di una semplice sana abitudine.

Le onde delta del cervello

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  • Rodríguez Sánchez, P. M., & Rodríguez Rodríguez, M. (2011). Argumentación de la teoría científica: modo de funcionamiento subconsciente del cerebro en estado hipnótico. Medisan, 15(7), 975-991.


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