Leonardo Da Vinci: biografia di un visionario del Rinascimento

Leonardo Da Vinci mantenne segreta la sua vita privata in maniera ermetica. Arrivò persino a scrivere i suoi diari con una scrittura speculare, usando uno specchio per celare i suoi pensieri e le sue esperienze.
Leonardo Da Vinci: biografia di un visionario del Rinascimento
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Leonardo Da Vinci fu pittore, inventore, scienziato, architetto, musicista, scrittore… Erano tante le discipline che dominava con il suo genio e il suo carattere visionario da ottenere la denominazione di “genio rinascimentale”. La sua vita personale, tuttavia, rimase sempre velata, nascosta con quello stesso sfumato che dava alle sue opere indimenticabili, come la Gioconda.

Ogni volta che sentiamo il nome di Leonardo Da Vinci, si sveglia in noi un mix di curiosità e ammirazione. Ci vengono subito in mente opere come l’Ultima cena, la Dama con l’ermellino o l’Uomo vitruviano. Tuttavia, talvolta ignoriamo i suoi innumerevoli contributi al campo dell’ingegneria.

La macchina volante, l’anemometro, il paracadute, la muta da sub o le macchine da guerra furono gli schizzi tramandatici con i suoi quaderni e che, in seguito, sarebbero diventati realtà. Leonardo Da Vinci fu, soprattutto, un pioniere del metodo sperimentale. Anticipò, senza saperlo, figure molto importanti come Cartesio o Francis Galton.

A guidarlo fu sempre la sua fervente curiosità, che fece di lui un appassionato autodidatta di natura, scienza e ricerca. Riempì i suoi quaderni con idee irrequiete, progetti, schizzi e teorie ancora oggi di difficili interpretazione. Una figura ermetica e misteriosa che attira la nostra attenzione.

Da Vinci riuscì persino a celare le sue idee e i suoi pensieri tramite la scrittura speculare, facendo uso di uno specchio per rendere più difficoltosa la lettura delle sue parole.

Ci sono tre categorie di persone: quelle che vedono, quelle che vedono quando qualcuno mostra loro cosa vedere e quelle che non vedono affatto.
-Leonardo da Vinci-

I primi anni di Leonardo Da Vinci: la formazione di un giovane fiorentino

Leonardo Da Vinci nacque nel 1452 ad Anchiano, in Toscana, molto vicino alla città di Vinci. La sua nascita fu il risultato di una relazione tra Caterina di Meo Lippi, una giovanissima contadina, e Messer Piero Fruosino di Antonio Da Vinci, notaio fiorentino.

I due non si sposarono mai, ma si sa che Leonardo trascorse i suoi primi anni in casa del padre, dei nonni e dello zio, cresciuto ed educato come figlio legittimo di Antonio Da Vinci. La sua istruzione non fu particolare, imparò a leggere e a scrivere ed era molto bravo in aritmetica. Tuttavia, secondo quanto affermano gli storici, non dominò mai il latino.

A soli 15 anni, mostrava già grandi doti per la creazione artistica. Suo padre, che apprezzava questo talento, non esitò a mandarlo come apprendista nella bottega del famoso scultore e pittore Andrea del Verrocchio, a Firenze. Questo periodo di formazione durò quasi un decennio, durante il quale Leonardo Da Vinci non eccelse solo per le sue tecniche pittoriche e scultoree, ma mostrò anche il suo genio nelle arti meccaniche.

Il cavallo di Leonardo

Nel 1482, ormai divenuto un maestro indipendente, Leonardo Da Vinci decide di trasferirsi a Milano per lavorare per la famiglia governante Sforza. Qui poté dimostrare le sue capacità innovatrici come ingegnere, pittore, architetto e persino con le sue macchine sceniche e i suoi effetti luminosi per il teatro di corte.

Molti storici ritengono che uno dei motivi che lo indussero a lasciare Firenze vi fu il desiderio di superare in prestigio il suo vecchio maestro Andrea del Verrocchio. Per riuscirci, avrebbe dovuto creare un’opera spettacolare. Qualcosa mai visto fino a quel momento. Questo progetto era il Cavallo di Leonardo.

Progetto del cavallo di Leonardo

Il suo obiettivo era costruire un cavallo rampante in bronzo. Una figura di sette metri di altezza e sette di lunghezza fuso in un solo pezzo. Una vera sfida.

L’opera venne prima realizzata in argilla. Si trattava di una scultura di grandi dimensioni che, già così, lasciò senza fiato chiunque giungeva a Milano. A causa delle guerre italiane, tuttavia, non fu mai completato con lo strato in bronzo. Detto materiale fu infatti destinato ai cannoni di artiglieria.

Un’opera chiave: l’Ultima cena

Durante il suo soggiorno a Milano, per l’esattezza tra gli anni 1495 e 1948, Leonardo Da Vinci dà forma a una delle sue opere più conosciute. Si tratta di un dipinto parietale ottenuto con una tecnica mista a secco su intonaco realizzato per il refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie. Era l’Ultima cena o Cenacolo.

Simbolizza la cena della Pasqua e il momento in cui Gesù rivela ai suoi apostoli che uno di loro sta per tradirlo. Le dimensioni di quest’opera non passano di certo inosservate, 4,60 metri di altezza e 8,80 metri di larghezza. Un miracolo artistico che per molti sfiora la perfezione, una composizione dinamica, squisita e ricca di letture.

Un’opera che, come accade con i dipinti di Botticelli, è più comprensibile se raggruppiamo le figure a tre a tre. È allora che scopriamo che un quadro che ha un’apparenza statica, diventa dinamico. Le microstorie distribuite nei piccoli gruppi sono colme di simbolismi, segreti e affascinanti sfumature.

Leonardo Da Vinci, l’uomo sorto presto dall’oscurità

Sigmund Freud disse di Leonardo Da Vinci che era un uomo sorto troppo presto dall’oscurità della sua epoca. La sua mente, prodigiosa e visionaria, era alquanto avanzata per la sua epoca. Fu quello sguardo paziente che ammirava la natura; fu anche quell’uomo affascinato dal corpo umano che non esitava a ottenere cadaveri per praticare dissezioni e comprendere meglio il funzionamento degli organi, l’anatomia…

Le sue conoscenze eclettiche e la sua passione di approfondire quasi qualsiasi ambito del sapere rappresentarono anche un notevole problema per lui e per la sua storia. Trascorreva molto, forse troppo, tempo a osservare, verificare teorie, ideare sui suoi quaderni. Tutto ciò gli impedì di portare a termine molte delle sue opere.

Al giorno d’oggi, disponiamo di molteplici schizzi che non arrivò mai a plasmare su tela. A partire dal 1490, Da Vinci trascorse quasi più tempo a riempire fogli con illustrazioni, progetti e schizzi di strani macchinari che a contemplare molti dei lavori che aveva già iniziato.

Dipinto di Leonardo Da Vinci

Suddetti quaderni, conosciuti anche come “codici”, sono autentici tesori custoditi in diversi musei. Uno dei più interessanti è senz’altro il Codice Atlantico. In esso possiamo ammirare la famosa macchina volante, la quale presentava già le precoci basi dell’aeronautica e della fisica.

Il genio rinascimentale, questa figura che sorse in modo precoce dall’oscurità, lasciò questo mondo nel 1529 all’età di 67 anni. Il suo lascito, l’impronta del suo genio, così come i misteri ancora racchiusi nelle sue opere e nei suoi quaderni, sono vivi e ispirano ogni anno decina di libri sulla sua significativa persona.


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  • Fritjof, Capra (2008) La Ciencia de Leonardo. Anagrama
  • Isaacson, Walter  (2018) Leonardo da Vinci: La biografía. Debate

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