L'esperimento del gorilla invisibile

L'esperimento del gorilla invisibile è tra i più sorprendenti. I suoi risultati ci parlano di come funziona la nostra attenzione selettiva e in quali errori possiamo cadere. 
L'esperimento del gorilla invisibile
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

L’esperimento del gorilla invisibile è un classico in psicologia. Sebbene risalga al 1999, è ancora citato come tipico esempio dei limiti della percezione. E anche della nostra resistenza ad accettare che spesso siamo ciechi verso il mondo che ci circonda.

Gli ideatori dell’esperimento, Christopher Chabris e Daniel Simons, non immaginavano certo che questo esercizio potesse diventare un’esperienza dai risvolti tanto curiosi e così imitata. È stato replicato moltissime volte, in diversi paesi e con soggetti di ogni età e livelli di istruzione. Il risultato è sempre simile.

Se volete cimentarvi con il test, guardate questo video e seguite le istruzioni. Prima di cominciare, però, leggete quanto segue.

Vi verrà chiesto di contare quante volte si passano la palla i ragazzi con la maglietta bianca. Dovrete restare attenti e considerare sia i passaggi in aria che i passaggi di rimbalzo. Riprenderemo il discorso dopo il test.

“Poca osservazione e molte teorie inducono all’errore. Molta osservazione e poche teorie portano alla verità”.

-Alexis Carrel-

L’esperimento del gorilla invisibile

Vi abbiamo fornito le stesse istruzioni che Chabris e Simons diedero a un gruppo di studenti volontari prima dell’esperimento. Quando i partecipanti terminarono di guardare il video, i ricercatori rivolsero loro le seguenti domande:

  • Hai visto qualcosa di insolito mentre contavi i passaggi?
  • Hai notato qualcosa oltre ai giocatori?
  • C’era qualcun altro oltre ai giocatori?
  • Hai visto il gorilla?

L’ultima domanda lasciò sconcertati i volontari. O per lo meno il 58% di essi. Ogni volta che l’esperimento viene ripetuto, la percentuale di chi resta sorpreso è più o meno la stessa. Sì, c’era un gorilla nel gruppo, ma più della metà di noi non lo nota. Voi lo avete visto?

Come reagiamo agli eventi

La prima volta che fu realizzato l’esperimento del gorilla invisibile – e le volte successive – la maggior parte dei partecipanti non solo non aveva notato la presenza dell’animale, ma non credeva alla trasparenza dell’esperimento. Gli sembrava impossibile aver trascurato un tale “dettaglio”.

Quando visualizzarono nuovamente il filmato, videro tutti il gorilla. Alcuni partecipanti erano però convinti di aver visto due video diversi. Sapete che l’esperimento vinse il Premio Ig Nobel? Si tratta del premio assegnato alle attività scientifiche che “prima fanno ridere e poi pensare”.

Perché così tante persone cieche a uno stimolo tanto evidente? Questa è la domanda che sorge dopo l’esperimento. Allo stesso tempo, è interessante notare quanti di noi si rifiutino di accettare l’idea di essere stati ingannati dalla propria percezione. Siamo convinti di vedere la realtà così com’è, quando invece non sempre ci riusciamo.

Donna con benda sugli occhi

Le trappole della percezione

Alcuni anni dopo, i ricercatori Steve Most e Robert Astur realizzarono un esperimento analogo. In questo caso venne impiegato un simulatore di guida. I volontari dovevano fermarsi a un incrocio se vedevano una freccia blu. Se invece la freccia era gialla, dovevano proseguire.

Durante questa pratica al simulatore, passavano davanti agli occhi dei partecipanti due motociclette. Quando la moto era blu, i conducenti virtuali la notavano e rallentavano. La motocicletta gialla, invece, non veniva notata. Il 60% dei partecipanti la investì. In qualche modo, il nuovo test aveva replicato i risultati dell’esperimento del gorilla invisibile.

Quello che accade in questa situazione è che tendiamo a fissare la nostra attenzione solo sull’elemento che ci interessa. Nel primo esperimento, sui passaggi del pallone della squadra bianca; nel secondo, sulla freccia blu. Poiché il gorilla era nero e la seconda motocicletta gialla, non percepiamo lo stimolo.

Alcune persone, dunque, possono concentrarsi solo su una variabile alla volta. Altre, invece, hanno un modello di attenzione più ampio e flessibile. È questo il motivo per cui, ad esempio, è meglio evitare di parlare al telefono durante la guida.


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  • Chabris, C. F., Simons, D. J., & Ferrari, G. (2011). El gorila invisible y otras maneras en las que nuestra intuición nos engaña. Siglo Veintiuno Editores Argentina.


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