L'evitamento aumenta l'ansia, perché?

L'ansia a volte è alimentata da un meccanismo chiamato evitamento. Questo articolo spiega perché scappare da una situazione può alimentare l'ansia che ne deriva, spiegando anche cos'è il rinforzo negativo.
L'evitamento aumenta l'ansia, perché?

Ultimo aggiornamento: 29 maggio, 2021

L’ansia a volte è come una palla di neve che diventa sempre più grande senza che ce ne accorgiamo. Indubbiamente, molte variabili possono portare una persona a soffrire di ansia, così come esistono molti fattori che non solo non la fanno scomparire, ma anzi che la alimentano. Uno di questi l’evitamento.

I meccanismi attraverso i quali l’ansia si alimenta, sia in situazioni specifiche sia in modo generalizzato, sono il rinforzo dell’evitamento e il rinforzo della fuga negativa.

Prima di introdurre questi termini, è importante sapere cos’è il rinforzo negativo e la differenza tra rinforzo e punizione. La teoria del condizionamento operante, il cui massimo esponente è Skinner, è un campo psicologico che studia i meccanismi di apprendimento attraverso i rinforzi e le punizioni.

Ci sono buone probabilità che un comportamento venga mantenuto quando viene rinforzato, così come che tenda a scomparire quando smette di essere rinforzato.

I rinforzi e le punizioni possono essere positivi e negativi. Quelli positivi aggiungono qualcosa, mentre quelli negativi sottraggono. È importante non confondere i termini, perché in questo caso “negativo” non significa che si tratti necessariamente di una punizione.

Esempi di rinforzi

Un rinforzo che aumenta le probabilità che si verifichi un comportamento può essere positivo o negativo.

  • Positivo. Quando un bambino fa bene qualcosa e riceve delle caramelle siamo in presenza di un rinforzo positivo: viene aggiunto qualcosa, in questo caso una ricompensa
  • Negativo. Quando una persona sente freddo, indossa un cappotto. Si tratta di un rinforzo negativo perché l’intenzione è eliminare qualcosa di negativo, in questo caso il freddo. Quando fa freddo, la persona sarà più propensa a indossare il cappotto perché sa che lo aiuterà a non patire il freddo.

Un altro esempio potrebbe essere scendere da un autobus quando si ha paura. Il rinforzo negativo consiste nell’evitare l’ansia scendendo dall’autobus, evitando di conseguenza anche la sensazione di malessere che si stava provando. Quando il comportamento viene rinforzato perché toglie qualcosa di negativo, in futuro ci saranno maggiori probabilità che la persona scenda di nuovo dall’autobus, dato che in altre occasioni questa strategia si è rivelata utile.

Esempio illustrativo: Marco soffre di ansia

Adesso che sappiamo che la punizione e il rinforzo negativo sono due idee totalmente opposte (la punizione sopprime un comportamento, mentre il rinforzo negativo lo mantiene), faremo un esempio illustrativo che può aiutarci a capire perché il rinforzo negativo perpetua l’ansia.

Marco soffre di ansia. È una persona irrequieta con frequenti attacchi di panico. Dice di aver provato quell’ansia per la prima volta durante un viaggio in autobus e che da allora non l’ha più abbandonato. Questo gli complica molto la vita, visto che nella città in cui vive c’è il divieto di transito ai veicoli.

La fuga dal condizionamento

Ci sono alcuni stimoli la cui scomparsa, immediatamente dopo il verificarsi di una risposta, aumenterà la probabilità di quella risposta. Questi stimoli sono negativi per la persona, cioè generano disagio.

Nell’esempio precedente, di fronte al malessere, Marco ha un comportamento di fuga, perché decide di scendere dall’autobus. Di fronte alla scomparsa di questo disagio, scendere dall’autobus diventa un comportamento rinforzato. Pertanto, ogni volta che Marco prende un autobus, si sente a disagio e scende, la probabilità che questa risposta venga riprodotta aumenterà. In qualche modo, si consolida.

La fuga dal condizionamento, o rinforzo negativo, ci appare come la soluzione più facile e istintiva. Ad esempio, quando vediamo un lampo chiudiamo gli occhi, oppure evitiamo di sentire freddo mettendoci un cappotto.

D’altra parte, se Marco avesse continuato a salire sull’autobus, anche avendo la possibilità di scendere, la sua ansia sarebbe stata sicuramente ridotta da un processo di esposizione. Il problema nasce quando l’autobus si trasforma in qualcosa di negativo e invece di scendere di tanto in tanto, viene totalmente evitato.

Rinforzo per evitamento

In contrasto con la fuga dal condizionamento, il rinforzo dell’evitamento afferma che la frequenza di un comportamento aumenterà se previene il verificarsi di uno stimolo negativo. La differenza con il precedente è che la risposta di fuga elimina uno stimolo negativo si è già presentato, mentre l’evitamento impedisce che si verifichi lo stimolo a priori.

Scappare da qualcosa che troviamo avverso o spiacevole sembra naturale, ma è un modo piuttosto controproducente di affrontare le cose. L’evitamento riduce l’ansia permettendoci di non far fronte a quello stimolo negativo. Tuttavia, fa sì che la persona non sia in grado di verificare l’innocuità dello stimolo spiacevole e fa persistere la paura.

Nell’esempio di Marco, non prendere mai l’autobus non gli fa non provare ansia, ma gli impedirà anche di rendersi conto che l’autobus non è pericoloso. Quindi le sue idee irrazionali al riguardo vengano perpetrate e mantenute nel tempo.

Inoltre, sia quando si scappa sia quando si evita qualcosa, non possono verificarsi i processi di assuefazione allo stimolo e di estinzione dell’ansia nei suoi confronti.

Donna che corre nel bosco.


L’evitamento è un’arma a doppio taglio

L’evitamento limita la vita di una persona, proprio come fa con la vita di Marco quando arriva in ritardo perché non prende l’autobus. Una persona con problemi di ansia può evitare una miriade di situazioni che a lungo andare possono mettere a dura prova il suo umore e far affiorare altri problemi.

Ci sono persone che smettono di fare progetti con i loro amici, mettono da parte gli hobby o scelgono di restare sempre a casa. L’impatto sulla salute mentale dell’individuo può essere enorme, tanto che l’interruzione dell’evitamento nei confronti di uno stimolo negativo diventa uno degli obiettivi principali da intraprendere nella terapia per il trattamento dei disturbi d’ansia.

Tutto questo può essere applicato anche su base giornaliera. Se l’ansia inizia a crescere durante una manifestazione, un concerto, un’uscita con gli amici o su un autobus, si raccomanda, se possibile, di rimanere nella situazione di ansia abbastanza a lungo affinché questa emozione negativa raggiunga il suo apice. Dopodiché inizierà a diminuire.

Logicamente, non stiamo dicendo che bisogna sottoporsi ad un attacco di ansia senza avere gli strumenti per gestirlo. Ma le uscite con gli amici non devono essere condizionate come stimolo negativo e la persona dovrebbe rimanere abbastanza a lungo per verificare che la minaccia non è reale.

Quindi, se riusciamo a gestire il nervosismo in quel momento, è consigliabile non scappare, perché l’ansia, non appena raggiunge l’apice, inizia a diminuire.


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  • Baeza Villarroel, J. (1994) ISBN: 84-490-0131-5. Clínica de la Ansiedad.

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