Linguaggio egocentrico: cos'è?
Sarà capitato a tutti almeno una volta di sorprendere qualcuno che parlava da solo, persino noi stessi lo avremo fatto un’infinità di volte. E se vi sono dei veri specialisti di questa pratica, quelli sono i bambini. Molti bambini di età inferiore ai 6 anni hanno un linguaggio egocentrico e spontaneo che li aiuta a crescere.
Questo linguaggio egocentrico è un fenomeno molto interessante per la psicologia dello sviluppo . Nonostante il linguaggio abbia un carattere sociale molto forte, sembra celare qualcos’altro. Il suo uso spontaneo e insensibile alla presenza di un interlocutore potrebbe essere un indicatore del fatto che svolge anche altre funzioni oltre alla comunicazione sociale.
In questo articolo presentiamo due teorie molto diverse che cercano entrambe di spiegare la comparsa e le funzioni del linguaggio egocentrico. Queste teorie provengono da due degli psicologi di maggiore spicco nello studio della psicologia dello sviluppo: Jean Piaget e Lev Vygotski, i quali ci presentano due spiegazioni molto diverse di questo fenomeno.
Teorie sul linguaggio egocentrico
La teoria di Piaget
Per comprendere la prospettiva del linguaggio egocentrico di Piaget è necessario inquadrarla nella sua teoria dello sviluppo, che si basa sullo sviluppo dell’intelligenza logica. La capacità del bambino di relazionarsi agli altri si vedrà condizionata da questo tipo di sviluppo. Secondo Piaget, il bambino mostrerà un deficit nelle sue interazioni sociali finché non avrà sviluppato la cosiddetta “teoria della mente”.
Il linguaggio egocentrico, secondo Piaget, sarebbe un fenomeno focalizzato sullo stesso emittente, senza badare alla prospettiva del destinatario. Questo accade perché il bambino non possiede ancora la capacità di interazione sociale. Possiamo osservare questo tipo di condotta egocentrica anche su altri livelli, come il pensiero e la percezione.
Perché compare il linguaggio senza l’utilità comunicativa? Piaget afferma che il linguaggio egocentrico compare come un’espressione della funzione simbolica che il bambino termina di acquisire. Intorno ai 3 anni, i bambini iniziano ad acquisire la capacità di rappresentare il proprio mondo attraverso il linguaggio, ma non ne hanno ancora compreso del tutto la funzione sociale. Per questo motivo, vediamo un uso del linguaggio basato su se stessi, poiché compie una funzione simbolica e non comunicativa.
Intorno ai 6-7 anni, il bambino acquisirà la teoria della mente che lo porterà a comprendere l’interazione sociale e l’importanza del linguaggio come strumento comunicativo. Nella maggior parte dei casi, sarebbero stimoli sufficienti affinché il bambino abbandoni il pensiero e il linguaggio egocentrici, originando un pensiero logico e sviluppando gli aspetti comunicativi del linguaggio.
La teoria di Vygotski
Vygotski ci dà una spiegazione del linguaggio egocentrico del tutto diversa. Afferma che i fattori socioculturali influiscono su di noi sin dalla prima infanzia. Rifiuta dunque la premessa di Piaget secondo la quale il bambino di età inferiore ai 6 anni non è interessato all’interazione sociale. I tentativi comunicativi dei neonati ci mostrerebbero questo interesse per la vita sociale.
Secondo Vygotski, il linguaggio nasce con una funzione sociale e comunicativa. Il bambino parla per comunicare con gli altri e sviluppa la funzione simbolica all’interno del contesto sociale. Mediante l’uso del linguaggio, il bambino inizia a scoprirne un’altra funzione molto importante, ovvero la capacità del linguaggio di auto-regolare la condotta: il linguaggio ci serve per strutturare i nostri pensieri e le nostre azioni.
Il linguaggio egocentrico, secondo Vygotski, non è altro che un uso del linguaggio volto a migliorare l’autoregolazione. Per questo motivo, comparirebbe senza la necessità che vi sia un interlocutore. Ma allora perché il linguaggio egocentrico scompare a 6 anni? Ecco che entra in scena un processo chiave nella teoria di Vygotski: l’interiorizzazione.
A 6 anni il bambino è già capace di interiorizzare il linguaggio egocentrico e trasformarlo in parte del suo pensiero. Motivo per cui la funzione autoregolatoria passerebbe a fare parte del dialogo interiore. Questa teoria spiega la genesi del linguaggio come supporto centrale del nostro pensiero.
Abbiamo parlato di due teorie che cercano di spiegare le ragioni e il contesto nel quale si sviluppa il linguaggio egocentrico. Le diverse ipotesi, collocate su piani molto diversi, hanno punti forti e punti deboli e, a seconda della prospettiva dalla quale si conducono le ricerche sul linguaggio, i dati saranno molto diversi. Questo ci mostra che il linguaggio è un processo complesso con molte sfumature e dimensioni, che necessita di una ricerca esaustiva per trovare risposta agli interrogativi che ci pone.
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- Piaget, J (1979). La formación del símbolo en el niño- Traducido del francés. México: Fondo de Cultura Económica.
- Piaget, J (1980). Problemas de psicología. Barcelona: Ariel.
- Vygotski, L S. (1989). El desarrollo de los procesos psicológicos. Barcelona: Ed. Critica (Grupo editorial Grijalbo).