Linguaggio non verbale della paura

Il linguaggio non verbale della paura si manifesta, prima di tutto, in microespressioni facciali
Linguaggio non verbale della paura
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2023

Anche se provare paura è una cosa del tutto normale e legittima, vi sono situazioni in cui esternare questo sentimento non ci favorisce. Durante un colloquio di lavoro, per esempio, o quando siamo esposti a un pubblico o a un giudizio. Per fortuna, o per sfortuna, esiste un linguaggio non verbale della paura in grado di rivelare il nostro timore.

Il linguaggio non verbale della paura si manifesta, prima di tutto, in microespressioni facciali. Il sopracciglio leggermente alzato, la fronte tesa e la bocca semiaperta sono segnali inequivocabili di come una persona sia impaurita.

Sebbene non esista un dizionario per interpretare il linguaggio non verbale della paura, tutti noi siamo dotati di un radar in grado di leggere i segnali legati a questa emozione. Si tratta di un processo di lettura non sempre razionale. Semplicemente, intuiamo che qualcuno è spaventato e, in modo incosciente, ci comportiamo di conseguenza. In sostanza, proviamo sfiducia verso chi non ha fiducia in sé, o siamo portati a provare una sensazione di potere nel percepire la vulnerabilità altrui.

È importante conoscere il linguaggio corporeo legato alla paura. Conoscendolo, forse saremmo in grado di controllarlo meglio. I principali vantaggi sono due: riuscire a intercettare la paura altrui, anche quando non espressa apertamente, e gestire il nostro atteggiamento e la nostra postura per non trasmettere la paura, se non vogliamo comunicarla.

“Un timido ha paura prima del pericolo, un codardo durante, un coraggioso dopo.”
-Jean Paul Richter-

Linguaggio non verbale della paura

Microespressioni facciali

Il volto è forse l’elemento più “chiacchierone” nel linguaggio non verbale della paura. È proprio sul volto, infatti, che si riflette per prima. L’espressione facciale può essere molto evidente oppure meno, ma si tratta di una reazione che avviene sempre. È l’intensità dell’emozione a determinare gesti facciali più o meno manifesti.

In linea di massima, esistono gesti molto semplici da riconoscere. Il primo è l’alzamento del sopracciglio, insieme a un irrigidimento della fronte. Se la paura è successiva alla sorpresa, sarà più evidente il movimento del sopracciglio. Se si tratta invece di una situazione che genera timore senza previa sorpresa, sarà più evidente la tensione sulla fronte.

Di solito le palpebre rimangono in tensione. La bocca semiaperta, il labbro inferiore arretrato. È un po’ come se tutto il viso soffrisse di una contrazione all’indietro. Come se ci fosse qualcosa che tira la faccia, che oppone resistenza.

Donna che manifesta paura con l'espressione del viso

Postura

Anche la postura è un elemento molto importante nel linguaggio non verbale della paura. In genere, quando siamo spaventati, i nostri muscoli si tendono e adottiamo una postura difensiva verso i nostri organi vitali. Spesso ci incurviamo o ci rannicchiamo per occupare meno spazio. Si tratta del tentativo involontario di rifugiarci in noi stessi per proteggerci.

Insicurezza, nervosismo e ansia sono altre manifestazioni della paura. Si tratta di tre stati che tendono a rivelarsi quando compiamo movimenti rapidi e compulsivi. Una persona che fatica a restare tranquilla è una persona irrequieta. Quando la paura che la colpisce è molto forte, è probabile che anche i suoi movimenti siano bruschi o maldestri.

Allo stesso modo è comune che una persona impaurita incroci le braccia come segno di difesa. Così facendo, cerca di costruire una barriera per proteggersi dall’insidia. Una barriera come desiderio di conservare la propria integrità, rifiutando ciò che fa paura.

Uomo impaurito che prova a difendersi

Altri gesti

Esistono altri gesti ed espressioni che fanno parte del linguaggio non verbale della paura, ad esempio lo sguardo. Il nervosismo rende lo sguardo evasivo. Quando una persona sta provando una paura particolarmente intensa, è portata a incollare lo sguardo verso ciò che la spaventa. Un meccanismo istintivo che si attiva quando il timore è particolarmente forte per non perdere di vista la fonte della minaccia.

Anche le mani fanno parte del linguaggio del corpo e vengono usate per esprimere emozioni, anche in caso di paura. Quando una persona ha timore, contorce o stringe le mani. Non mostrare le estremità è un atto istintivo di difesa, un vero e proprio retaggio del mondo animale.

In linea di massima, quando una persona è spaventata, tende a eseguire movimenti brevi, rapidi e irregolari. Quando è del tutto terrorizzata, tende invece a fare l’esatto contrario, paralizzandosi. Nel primo caso, la persona non rimane ferma, mentre nel secondo sì, con il corpo contratto e rivolto all’indietro.


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  • Rebel, G. (2002). El lenguaje corporal: lo que expresan las actitudes, las posturas, los gestos y su interpretación. Edaf.


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