L'introversione non è una malattia

Chi è introverso si divertirà più bevendo in tranquillità un drink con un caro amico piuttosto che a una festa rumorosa piena di estranei.
L'introversione non è una malattia
Juan Ignacio Rodríguez

Scritto e verificato lo psicologo Juan Ignacio Rodríguez.

Ultimo aggiornamento: 15 dicembre, 2022

Ogni giorno una larga fetta della società viene trascurata e sottovalutata, si tratta delle persone introverse. L’introversione si traduce in maggiore comfort in situazioni o contesti tranquilli, con pochi stimoli esterni.

Gli estroversi, d’altra parte, hanno bisogno di più stimoli per sentirsi al meglio. Lo stimolo può essere interpretato in vari modi; stimolazione sociale, ma anche rumore, luci, movimento, ecc.

Chi è introverso si divertirà più bevendo in tranquillità un drink con un caro amico piuttosto che a una festa rumorosa piena di estranei.

Persona sulla panchina.

L’introversione e la timidezza

L’introversione non va confusa con la timidezza che implica la paura del giudizio esterno negativo, mentre l’introversione è semplicemente una preferenza per un ambiente con meno stimoli. La timidezza sarà sempre controproducente, essere introversi no.

Se essere introverso non è fonte di imbarazzo, perché così tante persone lo vedono come una cosa negativa? Perché la preferenza per stimoli tranquilli o scarsi viene giudicata negativamente?

Se ci fermiamo a pensare, detto pseudo-assolutismo affonda le radici nell’infanzia. Sin da bambini, chi preferisce la tranquillità o la solitudine al frastuono o alla folla viene visto come “strano”.

Essere estroversi o preferire l’azione di gruppo all’azione individuale non è male, ma non lo è nemmeno essere introversi. Tuttavia, la nostra società premia l’essere estremamente socievoli o estroversi sopra ogni cosa, anche sulle buone idee.

L’estroversione secondo Susan Cain

Susan Cain, autrice che ha approfondito l’argomento dell’introversione, afferma che “non c’è correlazione tra chi parla meglio o di più e chi ha le idee migliori”. Secondo Cain, più di un terzo della popolazione è introverso, ma molte di queste persone cercano di passare per estroversi, perché la società lo richiede.

Il problema per Cain è che chiunque tenti di sembrare diverso perde una parte di sé. E in questo caso quello che manca è il vero senso di come si desidera trascorrere il tempo. Gran parte delle persone introverse finisce per svolgere costantemente attività in cui non si sente a proprio agio o durante le quali preferirebbe fare altro. Per esempio, vanno a una festa ma vorrebbero rimanere a casa a leggere un libro.

Uno dei tipi di famiglia in aumento è il modello unipersonale.

Conclusioni

Essere introversi non significa essere antisociali, una persona introversa può essere altrettanto o più amichevole di un’altra a cui piacciono tutti gli stimoli di cui sopra.

È tempo quindi di smettere di pretendere determinati atteggiamenti da chi non li apprezza e accettarlo. L’estroversione è uno dei tanti tratti della personalità e come tale deve essere accettata. L’introversione non è una malattia.

Foto per gentile concessione di: Jon Clegg


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