Lo Stimoceiver: un affascinante esperimento

Dopo che il Dottor José Manuel Rodríguez Delgado ebbe realizzato il suo esperimento sullo Stimoceiver, si scatenò un dibattito a livello mondiale. Il motivo è che avrebbe aperto la strada a un'idea: la possibilità di controllare il cervello umano per mezzo della tecnologia.
Lo Stimoceiver: un affascinante esperimento
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2023

Lo stimoceiver è uno degli esperimenti neuroscientifici più controversi della storia, ma anche uno dei più affascinanti. Si tratta dell’impianto di un dispositivo nel cervello al fine di controllare il comportamento. Fu inventato dallo scienziato spagnolo José Manuel Rodríquez Delgado.

Questo dispositivo permetterebbe di indirizzare la condotta di organismi biologici a distanza. Una sorta di telecomando che, una volta attivato, genererebbe stimoli elettrici in specifiche aree del cervello e riuscirebbe a far sì che un animale o un umano agiscano in un determinato modo.

L’ideatore dello Stimoceiver, José Manuel Rodríguez Delgado, fu per questo duramente attaccato. Sebbene il suo obiettivo fosse quello di approfondire la conoscenza del cervello e di aprire un cammino verso la riabilitazione di certe funzioni cerebrali, si speculò sul fatto che in realtà il suo intento fosse creare uno strumento per manipolare la mente e indirizzare o condizionare il comportamento attraverso questo cammino.

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Lo stimoceiver nel cervello

Il famoso esperimento con lo stimoceiver

Dopo aver inventato lo stimoceiver, il Dottor Rodríguez Delgado eseguì un esperimento di fama mondiale. Quest’ultimo avvenne nel 1965, a Cordova (Spagna). Rodríguez scelse una scenografia molto peculiare per mettere alla prova il suo dispositivo: una arena per la tauromachia.

Si trattava di una piccola arena ed erano presenti solo una dozzina di testimoni. Per l’esperimento con lo stimoceiver venne scelto un toro chiamato Lucero. Si narra che diversi esperti toreros iniziarono ad affrontare l’animale, mentre lo scienziato aspettava dietro a una staccionata di riparo.

In un momento ben preciso, il medico uscì ben vestito, con camicia e cravatta. In mano teneva solo il telecomando. Passo dopo passo si avvicinò a Lucero, che non appena lo scorse, prese una furiosa rincorsa. 

Quando gli fu abbastanza vicino, lo scienziato attivò il suo telecomando. Allora si produsse una scarica elettrica nel cervello di Lucero che rinunciò all’attacco. Il 23 maggio successivo, al Dottor José Manuel Rodríguez Delgado fu dedicata la copertina del New York Times e tutto il mondo seppe che era stato trovato un modo per controllare il cervello.

L’ideatore dello stimoceiver

Il Dottor José Manuel Rodríguez era borsista presso l’Università di Yale già dal 1946. Nel 1950 si unì al dipartimento di fisiologia dell’Università per invito del famoso scienziato John Fulton. Appena un decennio dopo, stava già testando il suo stimoceiver.

I primi esperimenti vennero eseguiti sui gatti e, in seguito, sulle scimmie. Si dice che Rodríguez ne facesse una sorta di giocattolo che agiva secondo i suoi desideri. Successivamente, arrivò il momento di fare la grande prova pubblica nell’arena di Cordova. Grazie a esso, tutto il mondo divenne testimone dell’incredibile progresso.

Delgado affermava che fosse possibile produrre una radiostimolazione controllata all’interno del cervello, e in particolare nella zona dell’amigdala e dell’ippocampo. A tale scopo, veniva impiantato un piccolo radiotrasmettitore nel cervello, che poi sarebbe stato attivato da un telecomando. Tanto semplice quanto complesso.

Gli esperimenti su animali e umani

La prima volta che il Dottor Rodríguez Delgado parlò della possibilità di telecomandare il comportamento fu alla fine degli anni ’40. Più avanti, ebbe la possibilità di eseguire i suoi esperimenti nelle Bermuda, più precisamente in un posto chiamato Isola di Hall.

Proprio lì riuscì a impiantare dei piccoli stimoricettori, o stimoceivers, nel cervello di un intero gruppo di scimmie gibboni. Poco tempo dopo riuscì a controllare il comportamento di questi animali, al punto che molti di loro si ribellarono ai maschi alfa, qualcosa di impensabile in natura.

A partire dal 1952 iniziò a eseguire i suoi esperimenti sugli esseri umani. Le sue “cavie” furono principalmente pazienti con disturbi mentali, provenienti dall’ospedale di Rhode Island, nel Massachusetts. Stando a quanto affermò, si servì solo di pazienti per i quali la scienza non poteva fare nulla.

Cervello umano in 3D

Il controverso esperimento

La maggior parte dei risultati degli esperimenti condotti con lo stimoceiver furono registrati nel libro Physical Control of the Mind, pubblicato da Rodríguez Delgado nel 1969. In esso vengono riportati 25 impianti eseguiti su esseri umani, la maggior parte dei quali su persone affette da schizofrenia o epilessia.

Il medico affermava che i radiotrasmettitori potevano rimanere nel cervello per tutta la vita, oltre al fatto di essere riuscito a generare molteplici stati d’animo ed emozioni, come l’allegria, la profonda concentrazione o il rilassamento estremo. 

Fu accusato di far parte di un programma della CIA per il controllo della mente umana. Non venne mai chiarito del tutto se fosse così o meno. Quel che è certo è che lo stimoceiver funse da precursore di altri dispositivi che attualmente sono in fase di sperimentazione per migliorare malattie come il morbo di Parkinson o il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).


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  • Diéguez, A. (2017). Transhumanismo: la búsqueda tecnológica del mejoramiento humano. Herder Editorial.

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