Il “lupo” dei vuoti: come affrontare tutte le perdite?

Il “lupo” dei vuoti: come affrontare tutte le perdite?

Ultimo aggiornamento: 14 dicembre, 2015

A volte le persone hanno uno strano istinto di sopravvivenza. Di solito ci si riunisce con amici, colleghi e familiari, si parla delle proprio cose come chi scivola sulla superficie dell’acqua senza immergersi: “Sì, l’ho vissuta male, ma non fa nulla, ora è più che superato”, “Sì, alla fine non ce l’ho fatta, ma senti, qualcosa in meno e continuo con quello che ho”.

All’apparenza sembriamo tutti piccoli guerrieri che nascondono il peso della loro armatura con normalità, parlando delle cose con certa rassegnazione, con un “che ci fa” o “è quello che posso avere”.

Si condividono frasi di supporto e ci si comprende a vicenda con un tacito silenzio, ma deducendo che in fondo, nella parte più profonda dell’io, continua a dimorare quel nemico invisibile, quel vuoto, quel dolore, quella perdita.

A questo punto, a che cosa ci riferiamo quando parliamo di perdite? Non intendiamo solo la perdita fisica di una persona cara, esistono molti tipi di perdite che comportano diversi vuoti, ad esempio la frustrazione, la delusione, la paura in tutte le sue forme, i fallimenti, e persino quel pozzo senza fondo che viene bucolicamente chiamato “vuoto esistenziale”.

Qual è il modo più efficace per affrontare tutti questi livelli di perdita personale? Questi lupi interiori che ci divorano poco a poco e in modo implacabile? Oggi parliamo di questo.

Per sopravvivere, bisogna accettare le perdite e comprendere i vuoti

Come spiega spesso il sociologo polacco Zygmunt Bauman, molti di noi vivono in una specie di “società liquida” in cui si valorizza il piacere immediato e il guadagno momentaneo. Nulla sembra durare troppo a lungo, persino le relazioni personali.

È come se la società cercasse solo il lato positivo delle cose, ma nel momento in cui qualcosa si complica o richiede un livello più profondo di partecipazione, il “tessuto umano” si debilita o si stacca. Pensate per esempio a quell’amico o familiare a cui è stata diagnosticata la depressione. Gli state vicino dandogli una pacca sulla spalla, dicendogli che “passerà” e che, ovviamente, si ricordi di prendere le sue medicine.

Il dolore sorprende, non lo si capisce, e di conseguenza si rifugge. In che modo potete mettervi faccia a faccia con questo amico o familiare e chiedergli che vi spieghi quale dolore prova nell’anima o che vi parli dei suoi vuoti? Cosa succede se lo invitate a sfogarsi attraverso lacrime e parole?

Per sopravvivere in questo mondo complicato, bisogna guardare dritto in faccia i nemici, bisogna saperli capire, comprenderli e accettarli. È così che le persone crescono davvero, perché la tristezza o il dolore non sono da nascondere in un angolo dell’anima, né nell’oscurità di una stanza.

Ogni vuoto esistenziale ha una forma e bisogna saperla comprendere per lasciare uscire questo lupo interiore e muoversi con più sicurezza sapendo di che cosa si ha bisogno.

vuoto esistenziale

Passi per affrontare i vuoti personali

Innanzitutto vale la pena prendere in considerazione un aspetto comune a molti: pensare che la vita sarà come si vuole o “quasi” come la si è prevista attraverso i propositi personali. Questo ovviamente non è negativo, ma bisogna essere prudenti e accettare la possibilità, una piccola e probabile possibilità, che non si ottenga tutto quello che si anela.

Questo vuol forse dire che siamo irrimediabilmente condannati a essere infelici? Assolutamente, la vera felicità non sta nell’ottenere tutto ciò che si sogna, bensì nell’imparare a essere felici con tutto ciò che si è raggiunto e anche con tutto ciò che si è perso.

Sorpresi? No di certo, ma anche così è bene comprendere queste dimensioni, questi passi per affrontare ciascun vuoto personale.

1. Quando scoprite che la vita vi ha portato cose inaspettate o che non vi ha portato ciò che invece speravate, non arrendetevi né buttatevi giù. Innanzitutto accettate il vostro presente in tutte le sue sfaccettature, con sofferenza e dolore inclusi. Piangete se ne avete bisogno, arrabbiatevi se è ciò che volete.

2. Secondo passo: non forzate mai le cose così che siano come volete perché in questo modo il risultato che otterrete sarà rendere sempre più cronico il problema. Se il vostro partner vi ha detto di non amarvi più, accettatelo, non ossessionatevi. Se non avete ottenuto quel posto di lavoro, non continuate a lamentarvi per questo fallimento, forse è il momento di prendere altre misure.

3. Accettate l’accaduto, capite ciò che è successo e, sebbene vi sembri inspiegabile, cercate di apprezzare quello che avete imparato. Forse il dolore del momento vi servirà per non commettere lo stesso errore in futuro, forse quel vuoto esistenziale vi spingerà a cercare nuovi orizzonti nella vostra vita che vi doneranno vera soddisfazione. Perché non provarci?

4. Andate avanti, perdonate, voltate pagina, scrollatevi questi pesi di dosso e mettete in pratica tutto quello che avete imparato. Non esiste modo più ricco di riempire questi vuoti se non attraverso la conoscenza.

Immagini per gentile concessione di: Colin Blogue


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