Magda Arnold e la valutazione emotiva
William James (1842-1910) sosteneva che le emozioni sono il risultato della percezione dei cambiamenti corporei che si verificano quando il soggetto riceve un determinato stimolo o si trova in una situazione specifica. In tal senso, l’emozione non sarebbe possibile senza la produzione o la percezione di tali cambiamenti, che sarebbero legati in particolar modo al sistema nervoso simpatico. Tuttavia, Magda Arnold (1903-2002) ha fornito una visione diversa di tale fenomeno mediante la teoria della valutazione emotiva, o appraisal.
Secondo la Arnold l’emozione non segue il cambiamento fisico, ma richiede piuttosto una valutazione diretta del fatto che sia l’oggetto o la situazione a influenzarci in un modo o nell’altro. Questa valutazione produrrebbe un sentimento di attrazione o avversione verso l’oggetto o la situazione. La sequenza sarebbe la seguente: percezione – valutazione – emozione.
Secondo Magda Arnold, le emozioni dipendono dalla nostra attrazione verso gli oggetti e le situazioni.
Magda Arnold: i 4 aspetti della valutazione emotiva
Magda Arnold ha evidenziato quattro aspetti fondamentali nella valutazione di una situazione. Questi quattro punti sono ancora oggi di estrema importanza per comprendere la valutazione emotiva nelle nostre vite.
- Differenza tra percezione e valutazione.
- Immediatezza della valutazione emotiva.
- Tendenza all’azione.
- Invariabilità.
1. Differenza tra percezione e valutazione
Percepire un oggetto significa sapere com’è fatto. Valutarlo significa metterlo in relazione con se stessi. Attraverso tale valutazione, si tende a classificarlo in due categorie: piacevole o spiacevole.
Se ci troviamo di fronte a un leone che ruggisce in mezzo alla strada, valuteremo l’evento come qualcosa di spiacevole e che ci fa paura. Se invece vediamo il leone in uno zoo (non rappresentando alcun pericolo per noi) probabilmente definiremmo l’evento come un’esperienza piacevole.
2. L’immediatezza della valutazione emotiva
La valutazione emotiva non consiste nella sola classificazione in piacevole o spiacevole, ma anche nell’espressione di giudizi sulla situazione o sull’oggetto. Questi giudizi sono immediati, automatici, diretti e non riflessivi.
Se ci troviamo faccia a faccia con il leone in strada, quasi certamente, scappiamo. Questa reazione, legata alla sopravvivenza, è causata dalla paura, un’emozione immediata, diretta e automatica. Ovvero agiamo “senza pensarci due volte”. Non ci fermeremmo mai a pensare alle ragioni del perché c’è un leone per strada, perché ciò significherebbe perdere tempo. Un tempo troppo prezioso, considerato che rischieremmo di diventare cibo.
Al tempo stesso, trattandosi di giudizi non riflessivi, essi implicano una risposta uguale o simile alla precedente. Ma invece della paura, proviamo a pensare a una situazione allegra. Cosa succede quando superiamo l’ultimo esame all’università? O quando rivediamo una persona cara dopo tanto tempo? Piangiamo di gioia. E lo facciamo senza elaborazione mentale, intellettuale o riflessiva. Ciò significa che non interrompiamo quello che stiamo facendo per pensare alla situazione; lo facciamo spontaneamente.
3. Tendenza all’azione
Quando valutiamo un oggetto o una situazione come piacevole o spiacevole, introduciamo una tendenza all’azione che avvertiamo come un’emozione associata a cambiamenti corporei e che può condurre a un’azione concreta. Ovvero, cominciamo ad avvertire dei cambiamenti fisiologici che ci spingono ad agire. Quando siamo arrabbiati, non abbiamo solo caldo e il respiro affannato, ma potremmo anche arrivare a sbattere una porta o a gettare un oggetto per terra.
Queste due variabili innescano due tipi di comportamenti. Quando diamo valore a qualcosa di piacevole, tendiamo ad avvicinarci, fisicamente o emotivamente. D’altro canto, se consideriamo qualcosa come spiacevole, il nostro comportamento sarà di rifiuto e allontanamento. La nostra valutazione emotiva determina pertanto il nostro comportamento.
Secondo Magda Arnold, gli stati fisiologici attivati ma non seguiti da un’azione, possono portare a uno stato di disagio e frustrazione. L’autrice afferma che prima agiamo e poi pensiamo all’oggetto che abbiamo percepito e che ha scatenato l’azione.
4. Invariabilità
Tendiamo a pensare che tutto rimarrà sempre uguale. In genere, quando conosciamo qualcuno, tendiamo a pensare che si comporterà sempre allo stesso modo o che i nostri cari saranno sempre lì per noi. Di solito attribuiamo una certa invariabilità a tutto ciò che ci circonda senza quasi alcuna possibilità di cambiamento. Tuttavia, non è affatto così. In questo punto, l’autrice intende sottolineare il contrasto tra le nostre aspettative rispetto alla realtà e ciò che accade realmente.
La convinzione che tutto rimarrà così com’è ci causa sofferenza. Siamo portati a pensare che gli altri agiranno con noi come hanno sempre fatto, ma questo può anche cambiare. Magda Arnold evidenzia l’importanza di comprendere il concetto di invariabilità affinché i cambiamenti che si verificano nella nostra vita non ci causino disagio.
Magda Arnold e il contributo alla psicologia
La Arnold è stata senza dubbio una personalità influente nel campo della psicologia e, nello specifico, nel campo delle emozioni. Il suo lavoro ha permesso a Richard Lazarus di sviluppare una delle teorie più diffuse tra la comunità scientifica sulla valutazione cognitiva, lo stress e le emozioni.
Infine, è importante sottolineare che non appaiono solo nomi di uomini tra i più importanti in campo psicologico; per fortuna, possiamo apprezzare anche la presenza di grandi donne che hanno contribuito con apporti fondamentali allo sviluppo delle diverse teorie.