Malala Yousafzai, giovane attivista per i diritti umani

Il suo attivismo e il suo spirito combattivo l'hanno spinta ad andare avanti senza fermarsi, trasformandola in una eroina e portavoce delle ragazze che lottano per il diritto all'istruzione.
Malala Yousafzai, giovane attivista per i diritti umani
María Prieto

Scritto e verificato lo psicologo María Prieto.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Malala Yousafzai ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 2014 quando aveva 17 anni. È la persona più giovane della storia ad aver ricevuto questo premio.

Questa giovane attivista per i diritti civili, ha incentrato il suo impegno nella lotta per il diritto all’istruzione per le ragazze di tutto il mondo.

Malala Yousafzai è nata a Mingora (Pakistan) nel 1997 ed è la maggiore di tre fratelli. Suo padre, di professione insegnante, decise di offrire alla figlia le stesse opportunità educative riservate ai bambini maschi in Pakistan. A tale scopo, la iscrisse a scuola, rendendo visibile la rivendicazione del diritto all’istruzione.

Fu proprio lui a incoraggiare Malala a muoversi verso l’attivismo politico, dal momento che la giovane donna inizialmente voleva dedicarsi solo alla medicina.

I primi passi di Malala nella lotta per i diritti umani

Nel 2007, i talebani presero il controllo della distretto di Swat e vietarono alle ragazze di continuare la loro istruzione. Fu in quel momento che Malala, sotto lo pseudonimo di Gul Makai, iniziò a scrivere un blog per la BBC descrivendo la sua vita sotto il mandato di questo regime.

In questo spazio virtuale denunciò la discriminazione subita da ragazze e donne per mano di questo gruppo violento.

Malala Yousafzai seduta

Le atrocità a cui la popolazione civile continua a essere sottoposta sono molteplici e dimostrano il totale disprezzo per la vita umana.

Un gran numero di bambini, giovani e anziani sono stati aggrediti, massacrati o uccisi, sebbene le donne afghane continuino a essere le principali vittime di questa ingiustizia basata sulla violenza, il degrado e la disuguaglianza.

“Iniziarono a diffondere il messaggio che le donne non avevano gli stessi diritti o le stesse libertà degli uomini. Per me era inaccettabile; e fu questa situazione a motivarmi a far sentire la mia voce.

Nessuna ragazza poteva più andare a scuola. Io volevo diventare un medico, guadagnare i miei soldi e prendere le mie decisioni autonomamente. Ricordo che quel giorno mi svegliai e cominciai a piangere”, ha dichiarato Malala in un’intervista.

Malala Yousafzai, attivista per i diritti umani

Il 9 ottobre 2012, Malala rimase vittima di un attacco a Mingora (Pakistan). Stava tornando a casa con l’autobus della scuola quando due talebani salirono sul mezzo e insultandola le spararono con un fucile, colpendola alla testa e al collo.

Il portavoce del gruppo terrorista, dopo essersi informato che non fosse morta, affermò che avrebbero tentato nuovamente di ucciderla e rivendicò in un comunicato la responsabilità dell’attacco.

Malala fu minacciata di morte dai terroristi per aver descritto sul suo blog le atrocità commesse nella sua regione, il distretto di Swat nel nord del Pakistan. In particolare scrisse del dolore legato al divieto dell’istruzione femminile e alla distruzione della maggior parte delle scuole.

Dopo essere sopravvissuta all’attacco, la ragazza fu ricoverata in un ospedale vicino alla capitale, Islamabad. Lì estrassero il proiettile che si era conficcato nel collo, vicino al midollo spinale.

In seguito fu trasferita in Inghilterra, dove subì diversi interventi chirurgici e svariati mesi di riabilitazione.

Cosa accadde a Malala Yousafzai dopo l’incidente

Le dimostrazioni di sostegno alla giovane donna cominciarono ad arrivare da tutto il mondo e provocarono immediatamente la condanna internazionale da parte della maggior parte dei leader politici.

Malala fu dimessa dopo che le fu impiantato un dispositivo acustico nell’orecchio sinistro e una placca di titanio nel cranio. Dopo tutto questo, e per stupore di tutto il mondo, tornò a lottare per i diritti umani.

Il suo attivismo e il suo spirito combattivo la spinsero ad andare avanti senza fermarsi, trasformandola in una eroina e portavoce delle ragazze che lottano per il diritto all’istruzione.

“Si sono alzate migliaia di voci, loro pensavano di poter fermare le mie ambizioni ma nulla è cambiato nella mia vita. La debolezza e la paura se ne sono andate, e invece è nato il coraggio e la forza.”

-Malala Yousafzai-

“Siamo tutti Malala”, il riconoscimento mondiale

Malala è una giovane donna eccezionale, una donna dalla saggezza unica, sensibile e centrata, qualcosa di raro da trovare nei giovani della sua età. Nella sua vita, ha sperimentato il peggio e il meglio che gli esseri umani possono offrire.

“Dobbiamo credere nel potere e nella forza delle nostre parole. Le nostre parole possono cambiare il mondo. “

-Malala Yousafzai-

Malala parla al microfono

La vincitrice del Nobel per la pace ha ricevuto l’amore e il sostegno mondiale da parte di politici, attivisti per i diritti umani e cittadini in generale. Inoltre, le sono stati assegnati svariati riconoscimenti in altrettanti svariati paesi.

Questa incredibile ragazza è d’ispirazione per tutti coloro che vogliono combattere per un mondo più giusto. La voce di una donna come Malala è la speranza per mettere a tacere le armi e promuovere cambiamenti sostenibili nel mondo intero.

“Gli estremisti avevano e hanno paura dell’istruzione, dei libri e delle penne. Hanno paura del potere dell’istruzione. Hanno paura delle donne. Il potere della voce delle donne li spaventa. “

-Malala Yousafzai-

 


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